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Stazione Termini: gentrificazione e turistificazione cancellano il diritto alla città

Ormai da decenni denunciamo il fatto che la gentrificazione e la turistificazione, ossia l’espulsione della popolazione dalle città consolidate per favorire rendita e valorizzazione (B&B, affitti brevi, dismissioni etc…), vengano incentivate dagli enti di governo a danno di chi le abita.

A Roma abbiamo negli anni assistito ad una vera e propria santificazione di questi fenomeni a colpi di retoriche, piani regolatori e pratiche di governo (incluse le recenti linee di indirizzo del PNRR) attuate nel nome della “rigenerazione urbana”, del decoro, dello sviluppo turistico, nonché per sdoganare la messa a profitto dei grandi eventi come il Giubileo.

Il caso di via Giolitti 137 in questo senso è esemplare: a seguito di una evacuazione per motivi di pericolo strutturale e pubblica sicurezza, gli abitanti sono stati trasferiti in una struttura privata fatiscente a ridosso del GRA, a Castel Giubileo.

Queste persone sono state sradicate dalle proprie case e dal proprio territorio, dove da diversi mesi insistono pressioni da parte del Comune e di Aequa Roma che, a colpi di dismissioni e cartelle esattoriali esorbitanti, stanno evidentemente cercando di espellerli per mettere a valore le poche case popolari rimaste nel quartiere. Magari per trasformarle negli ennesimi Airbnb, B&B e case vacanze?

Che la questione dell’agibilità sia l’ultimo pretesto per completare lo svuotamento di via Giolitti è dimostrato in primis dal fatto che tale “tattica” è stata utilizzata a più riprese per chiudere e poi vendere le case popolari nel centro e nelle periferie, nonché per incentivare gli sgomberi delle occupazioni abitative presenti in città.

Inoltre, dà da pensare come il Comune abbia prontamente deciso di subappaltare all’ennesimo “privato” la gestione di questa ennesima “emergenza” figlia della sistematica incuria del patrimonio pubblico (si pensi che la prima perizia dei Vigili del Fuoco che richiede la messa in sicurezza dello stabile per evitare crolli risale al 1999!), anziché ricollocare le famiglie nei numerosi alloggi tenuti vuoti dallo stesso comune di Roma nel centro storico.

Nonostante le tante dichiarazioni d’intenti, con la nuova amministrazione Gualtieri l’orizzonte non sembra cambiato. Mentre gli uffici comunali continuano a favorire la dismissione del patrimonio pubblico, l’amministrazione cittadina sembra più interessata a colludere con le forze economiche che si stanno sfregando le mani in vista del prossimo Giubileo e della candidatura a Expo 2030, anziché allearsi coi bisogni fondamentali di chi abita questa città. Peraltro, questi grandi eventi rappresentano formidabili forze espulsive nei confronti delle popolazioni ritenute indesiderabili e indecorose.

Situazioni come la recente cacciata di volontari* e persone senza fissa dimora dal perimetro della Stazione Termini affondano infatti le proprie radici nella “riqualificazione” dell’area della stazione stessa in occasione del Giubileo del 2000.

Così, mentre aumenta la distanza, in termini di qualità della vita e di diritto alla città, fra il centro vetrina e tutti gli altri quartieri, si rafforza la narrazione di una città che vale solo quanto può essere monetizzata, partendo in primis dal centro storico.

E poco importa se quest’ultimo è stato spopolato e abbrutito dalla giungla degli affitti brevi, della speculazione edilizia e persino dalla turistificazione del diritto allo studio (come dimostra plasticamente la vicenda dello Student Hotel che sta sorgendo nel quartiere di San Lorenzo, non casualmente a pochi passi di distanza da via Giolitti).

Se lo spazio urbano e l’amministrazione non sanno più rispondere ai bisogni di chi abita la città, è necessario mobilitarsi dal basso e riprenderci il nostro diritto ad abitarla, pezzo per pezzo. Chiamiamo dunque la città che si oppone ai fenomeni che stanno stravolgendo il nostro territorio e il suo tessuto sociale, tutte le associazioni e le forze conflittuali con questo modello che ci viene imposto, a mobilitarsi e a partecipare all’incontro pubblico che proponiamo per venerdì 11 febbraio alle ore 17,00 sotto le case di via Giolitti 137.

Roma non si sgombera, Roma non è in vendita!

Propongono e aderiscono all’iniziativa:

ASIA-USB

Movimento per il Diritto all’Abitare

Cambiare Rotta

Potere al Popolo

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