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Roma. Al Virgilio e all’Albertelli due assemblee “fuori dal coro”

“Grande è la confusione sopra e sotto il cielo” dall’inizio delle tensioni al confine russo-ucraino e no, la situazione non è eccellente, come vorrebbe la massima da Mao, ma nelle scuole di Roma un barlume di speranza si accende.

Infatti, nel bel mezzo del tripudio assoluto della propaganda occidentale in merito alla guerra, fatta a colpi di fake news e manipolazione della realtà trasmesse a reti unificate, ieri nei licei Virgilio e Pilo Albertelli di Roma si sono svolte due Assemblee di Istituto sul tema.

E a partecipare non sono stati né i soliti guru dei segreti svelati, né gli analisti mainstream ultra fedeli del Patto Atlantico, ma due redattori di Contropiano: Alessandro Perri al Virgilio e Sergio Cararo al Pilo Albertelli, in quest’ultimo caso anche con Gianluca Cadalanu, della Rete per il Disarmo e la Pace.

Con spirito militante, si sono messi a disposizione degli studenti, senza pretendere di sapere e spiegare le verità assolute e ignote del mondo, ma volendo fornire elementi per la comprensione della realtà e per lo sviluppo di un pensiero critico e autonomo dal quello oggi dominante.

Due assemblee “fuori dal coro”, in cui finalmente emergono tutte le questioni e gli aspetti della vicenda, anche quelli che l’Occidente vuole nascondere sotto il tappeto per non dover affrontare le proprie responsabilità storiche e politiche e per poter legittimare la propria strategia avventurista, che si palesa proprio in queste ore in cui i paesi UE e gli Stati Uniti soffiano sui venti di guerra, in Ucraina e in tutto il mondo.

Il livello altissimo di interessamento e partecipazione degli studenti è forse il segnale migliore in questo momento.

Nonostante il peso di un presente drammatico, fatto di crisi ambientali e di venti di guerra in tutto mondo e di un’assenza di prospettive che grava sulle spalle come un macigno, le giovani generazioni stanno dando prova di non voler farsi schiacciare ma di saper reagire e accettare la sfida di comprendere il mondo e, perché no, di cambiarlo.

Lo abbiamo visto con la mobilitazione di sabato, che ha portato gli studenti in piazza con estrema consapevolezza al grido di “FUORI L’ITALIA DALLA NATO”, lo abbiamo visto nelle occupazioni e le mobilitazioni che da mesi a questa parte stanno scuotendo il nostro paese.

In questa grande confusione sopra e sotto il cielo gli studenti stanno mostrando di essere la parte più avanzata nel paese in grado di saper pensare e praticare un’idea di cambiamento di questo mondo.

Se questo sistema li vuole incapaci di comprendere la realtà e di rapportarcisi, a noi il compito di dare strumenti per la presa di coscienza e per lo sviluppo di un pensiero critico e autonomo sul mondo, e di imparare da loro, perché con la determinazione di questa generazione che non ha più nulla da perdere l’idea di un nuovo “Assalto al Cielo” può tornare a prendere piede in questa società malata e malandata. Ce n’è bisogno.

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