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Cessione ITA, sbagliare è umano, perseverare è diabolico

Torna Air France a volteggiare sui resti di Alitalia (ora ITA), compagnia di bandiera destinata per i voleri dell’Unione europea a essere sottomessa a quella francese e tedesca in nome della competitività regionale e dei “campioni europei”.

L’affossamento di Alitalia è un progetto ventennale (nessuno “sbaglio” perciò…), rinviato solo dagli indecenti governi nazionali che hanno rimpinzato le casse dei vari partner commerciali di soldi pubblici, tutti puntualmente inutili a fini del rilancio della compagnia.

Migliaia di lavoratori e lavoratrici, molti dei quali abitanti di Roma e del litorale, lasciati a casa, nel bel mezzo di una crisi che farà epoca.

La nazionalizzazione è ed è sempre stata il solo atto politico che permetterebbe la salvaguardia degli interessi economici e sociali dei lavoratori e di chi abita nel nostro paese.

Una parola evidentemente che fa ancora tremare le gambe a vertici di stanza a Bruxelles e Francoforte, a meno che non si tratti di colossi energetici francesi o tedeschi (vedi l’ultimo “caso Uniper”).

Prima questa intera classe dominante sarà messa al bando, assieme alle strutture create per il suo dominio, prima potrà vedere la luce una società non più basata sullo sfruttamento del lavoro e della natura, ma fondata sulla solidarietà, la cooperazione e la giustizia sociale.

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