Ieri pomeriggio si è svolta una doppia iniziativa sul territorio della Valle Galeria, la prima riguardante la questione ambientale, la seconda il diritto all’abitare.
Estrema periferia ovest della capitale, in questo angolo di città si misurano tutte le contraddizioni che l’incontrollato sviluppo metropolitano tardo capitalistico possa offrire.
La Valle infatti è il sito dove sorge la famigerata Malagrotta, megadiscarica che da anni inquina l’aria e i terreni della zona, assieme agli altri impianti super-impattanti che operano a discapito delle numerose segnalazioni e battaglie sostenute dagli abitanti (raffinerie, Tmb ecc.).
Poco più in là, arrivando a Ponte Galeria, è sito invece uno dei tanti piani di zona della città al centro delle truffe perpetrate dalla pletora di cooperative, coadiuvate da notai conniventi, corruzione politica e amministrativa e “disattenzione sospetta” dei grandi organi d’informazione, che in vario modo hanno imbrogliato, o tentano di farlo, le famiglie e gli onesti lavoratori e lavoratrici.
I giovani e le giovani dell’organizzazione Cambiare Rotta, nell’ambito della campagna elettorale di Unione Popolare, hanno voluto accendere la luce proprio su queste tematiche.
«Possono sembrare casi specifici, ma in realtà riguardano tutta la città e, se vogliamo, il modello di città e di società per come si sono sviluppati negli ultimi decenni. Ciclo di produzione volto solo al profitto, che genera troppi rifiuti, poi perlopiù ingestibili al momento del riciclo o dell’accantonamento», afferma uno storico attivista della zona.
È il sistema intero che viene messo in discussione. L’incidenza tumorale più alta della media, la difficoltà di continuare le colture nei terreni agricoli limitrofi, l’aria irrespirabile che a volte attanaglia gli abitanti della zona, prima che il ponentino si alzi a dare una mano ai cittadini. Tutte conseguenze di un “modello di città e di società” che si è rivelato fallimentare per i bisogni e le aspettative dei residenti.
Il rilancio della differenziata, un piano di assunzioni per far fronte alle necessità dei quartieri, il netto no a nuovi grandi impianti come i biodigestori (che a Roma invece vorrebbero tutti, dalla destra al Pd, passando per il Terzo Polo), una gestione più di prossimità del rifiuto prodotto, senza scaricare l’intero peso sulla comunità di turno, che sia la Valle, Albano, Colleferro o chiunque altro: tutte proposte pratiche, immediatamente attuabili, ma che si devono innestare in un modo di pensare e sviluppare la città alternativo a quello della speculazione e del profitto privato e più a “misura d’uomo”.
Dalla piazza si alternano interventi dei comitati di lotta, come il Comitato Valle Galeria Libera, di giovani attivisti e dei candidati di Unione Popolare. L’interlocuzione tra le parti è proficua perché si svolge nel pieno spirito della democrazia diretta e del possibile controllo popolare a partire dai territori organizzati, base del confronto schietto e senza né sconti, per niente e per nessuno, né deleghe in bianco.
«È stato superato il livello di dignità umana. Noi ci candidiamo perché vogliamo portare un’opposizione vera in Parlamento, luogo per antonomasia della democrazia ma che ora è superato nelle sue funzioni dalla sfilza di decreti-legge e dai dettami di Bruxelles. Il popolo deve tornare a far sentire la propria voce, dentro e fuori le istituzioni», afferma Beatrice Gamberini, attivista di Potere al Popolo e candidata con l’Unione Popolare in uno dei Collegi di Roma.
E se giustizia ambientale è giustizia sociale, quella che tanto manca in questa città, altrettanto si può dire del diritto all’abitare, oggetto della terza tappa della serata (che ha visto anche un volantinaggio a Cornelia nel primo pomeriggio) in sostegno degli inquilini del piano di zona B39 di Ponte Galeria, a rischio sgombero perché non hanno ceduto al ricatto della cooperativa costruttrice.
Questa infatti ha incassato soldi e permessi pubblici per la costruzione di edifici dedicati a quella fetta di città che ha difficoltà all’accesso al libero (o forse dovremmo scrivere “pazzo”) mercato immobiliare, ma anziché vendere a prezzo calmierato, chiede il 100% dell’importo legale fuoribusta per la vendita degli appartamenti. Truffa senza se e senza ma, secondo noi, tutt’oggi al vaglio degli inquirenti.
«Il 29 settembre le case andranno all’asta, Regione e Comune devono procedere subito alla revoca delle concessioni per impedire la vendita a terzi di case che non solo ci spettano di diritto, ma su cui già abbiamo basato anche i nostri progetti futuri», dice un residente del piano di zona.
L’Asia-Usb, presente con una delegazione, così come i giovani e i candidati presenti, annunciano che continueranno a seguire la vicenda e a sostenere e a organizzare la lotta ovunque questa sia necessaria, con un occhio alla data del 29 e alla, speriamo non necessaria, resistenza di fronte all’ingiustizia.
Di seguito, i video della diretta dalla piazza della Valle Galeria e dell’intervista realizzata dal sito pianidizona24 agli inquilini del piano di zona B39 di Ponte Galeria
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