Alla ex-Fiera di Roma il Movimento per il Diritto all’Abitare, sostenuto da Asia-Usb e dai giovani di Cambiare Rotta, sta manifestando sui tetti e nel piazzale antistante all’ingresso dell’ex polo fieristico di Roma per dire no alle nuove speculazioni e per il recupero della struttura per nuove case popolari.
Nonostante le promesse e gli annunci seguiti all’approvazione del Piano Strategico per l’Abitare lo scorso anno da parte di Giunta e Consiglio capitolini, continuiamo ad assistere a una doppia velocità tra il passo spedito dei cantieri di grandi opere/investimenti, il rapido allestimento delle procedure per ridefinire l’assetto urbanistico della città, e la lentezza con cui si procede a cantierare ciò che è necessario per affrontare la crisi abitativa sempre più acuta dentro Roma.
Nonostante quest’ultima ci sembri ben più urgente di tante opere “giubilari”, o di nuovi progetti di “rigenerazione urbana” che sicuramente non guardano ai bisogni e alle aspettative delle persone a basso reddito e delle decine di migliaia di nuclei familiari in condizione di cosiddetto disagio abitativo.
L’attivismo di RomaRe/generation, sgr composta da Banca Finnat, Dea Capital e Fabrica Immobiliare (Caltagirone); il progetto sull’ex fiera di Roma, patrimonio pubblico ceduto ai privati che ne ricaveranno migliaia di metri cubi tra uffici, servizi pubblici e commerciali e appartamenti (la maggioranza dei quali vincolati alla formula fumosa dell’housing sociale); la maxi operazione del No.Mo District prevista a Bufalotta, dove il fondo immobiliare Tulipa si appresta a cementificare 235mila metri cubi di Parco delle Sabine per costruire un nuovo quartiere in una delle aree già più congestionate di Roma in nome della “eco-sostenibilità” (sic!); la caccia spasmodica di piccoli e grandi fondi a proprietà e immobili da riconvertire ad affitti brevi in vista del prossimo Giubileo 2025; la variazione del PRG che consentirebbe di accorpare e ampliare ulteriormente l’offerta di posti letto turistici in un Centro già sostanzialmente svuotato da persone residenti.
Per non parlare del gran numero di compensazioni non ancora atterrate che sorvolano la Capitale come uccellacci in attesa di planare sulla preda al momento opportuno per la speculazione.
Se a questo aggiungiamo la volontà del governatore Rocca di mettere mano alla Legge 12 regionale che regola la gestione e l’assegnazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica ci troviamo di fronte ad un assetto che rischia di vanificare l’intento, dichiarato a più riprese dal sindaco Gualtieri e dall’assessore Zevi, di invertire la rotta nelle politiche abitative pubbliche (specialmente in un momento in cui il Governo ha scelto di definanziarle completamente).
Non è accettabile che la politica non sia in grado di agire in sinergia e legare ad un piano appena approvato politiche di gestione del territorio e delle risorse tali da affrontare l’attuale emergenza con interventi strutturali, duraturi e basati non su ulteriore consumo di suolo ma sul riuso dell’esistente.
Ci sembra altrettanto inaccettabile che permanga una totale sudditanza nei confronti di privati il cui unico scopo è massimizzare cubature e asset finanziari, e verso cui non viene attuato alcun meccanismo regolatorio in grado di incrementare l’offerta di alloggi accessibili (e in condizioni dignitose, altro che gli scantinati e i garage adombrati da Rocca come nuove risorse abitative!).
Se si continua a procedere in questo modo, non si potrà che rimanere impantanat3 nell’emergenza, costringendo il Prefetto a fare il “vigile urbano” dentro un incrocio pericoloso tra sfratti, sgomberi di occupazioni e case ERP, controversie legate ai Piani di Zona, pignoramenti se la politica non esercita la propria funzione con tempestività e autorevolezza.
Questo delicato equilibrio non potrà peraltro che spezzarsi in assenza di altre istruzioni e soluzioni, facendo ricadere le politiche abitative romane nel vecchio vizio delle soluzioni temporanee e/o improntate alla gestione muscolare dell’ordine pubblico. Tanto più in un momento storico in cui la legislazione regionale e nazionale convergono unitamente verso una svolta ancora più criminalizzante, securitaria e privatistica a quasi dieci anni dalla conversione in legge del già pessimo “Piano Casa Renzi-Lupi” (L. 80/2014).
Con questa iniziativa intendiamo ribadire l’assoluta necessità che ogni metro cubo riutilizzabile (non cementificabile!) in questa città sia destinato alla valorizzazione sociale e culturale del patrimonio già esistente e di quanto messo proditoriamente in campo da realtà autonome, occupazioni abitative, spazi sociali. Non accetteremo in silenzio la controriforma della legge 12 regionale, né baratteremo mai il percorso del movimento per il diritto all’abitare con una presunta pace sociale gestita solo al fine di favorire la rendita e i Fondi Immobiliari.
Oggi inizia il nostro Giubileo per l’abitare, lo abbiamo detto chiaramente al Sindaco Gualtieri nel corso del nostro recente incontro e lo ribadiamo “a distanza” al governatore Rocca (che ha precluso a movimenti, sindacati e student3 ogni spazio di dialogo). La città e la Regione non sono in vendita e non si governano senza confronto e con i manganelli.
Ci vediamo in città! #oralecase
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