Il 23 maggio a Ponte di Nona una signora di 81 anni è stata colpita da un proiettile esploso da un’auto in corsa. A nulla sono valsi i soccorsi, l’episodio purtroppo si è concluso con la morte dell’anziana.
Ciò che è successo si inserisce nella lunga lista di cronaca fatta di agguati, sparatorie e violenza che imbrattano di sangue le strade della periferia romana, non tutti fortunatamente con un epilogo analogo. Con le indagini ancora in corso è cominciato il via vai di politici, tutti pronti a portare solidarietà e a dire che c’è bisogno di un intervento per ridare sicurezza ai cittadini.
La nostra organizzazione, fatta di persone che la periferia la abitano e che nelle periferie concentra la maggior parte dei propri sforzi e del proprio intervento, esprime la più sincera vicinanza alla famiglia, in questo momento drammatico, ed al quartiere tutto, con la consapevolezza che ognuno di noi sa poteva essere lì, al posto di Caterina.
E noi possiamo farlo senza essere ipocriti, da organizzazione che ha sempre denunciato l’assenza di servizi e non solo a parole ma con azioni di rivendicazione di Diritti altrimenti negati.
Come quando abbiamo occupato l’asilo nido, nell’allora Punto Verde Qualità, per denunciare la carenza di asili in quel quadrante, dato che comporta maggior esclusione lavorativa per le madri. O come quando ci siamo riappropriati di uno spazio rimettendolo a disposizione degli abitanti, svolgendoci iniziative ludiche e culturali, anche di alto profilo, dibattendo con il prof. Azzariti sulla modifica della Costituzione proposta dal Governo Renzi.
Le nostre innumerevoli vertenze sul Diritto al Lavoro ed alla Casa hanno permesso più volte agli abitanti di fare piccoli ma importanti passi in avanti, tutti insieme, senza escludere nessuno.
Per questo non possiamo non interrogarci sull’indegno spettacolo di opportunismo della classe politica di questo paese. Il ruolo di questa classe politica non dovrebbe essere quello di saper leggere la società?
Di saper immaginare soluzioni preventive che portino sicurezza economica e sociale nei quartieri più poveri ed emarginati e quindi più a rischio di devianza a favore della criminalità?
Sembrerebbe che invece a certa politica convenga ignorare la reale causa dei fenomeni di sempre maggior degrado e violenza in atto nelle periferie, una sorta di condizione necessaria per sfornare soluzioni legalitarie in serie, a suon di Decreti Sicurezza, tutti interventi che però non producono nessun miglioramento concreto sulle condizioni di vita della gente dei quartieri popolari! È inoltre necessario denunciare la facilità con cui le armi circolano, a scapito di tutti ed a beneficio di chi ne trae profitto.
E allora, riaffiorano le domande: con quali occhi ci ha osservato finora chi ha la responsabilità di intervenire sulla sicurezza dei territori partendo dalla scuola, dal lavoro, dalla cultura, dalla cura della bellezza dei luoghi?
In realtà il punto dirimente è proprio che la politica non osserva questi luoghi e quindi non elabora nessun intervento, le periferie sono fuori dal Radar di chi Governa finché non accade qualcosa di eclatante.
Non accetteremo mai questa propaganda continua sulla pelle dei cittadini. Rivendichiamo il ruolo che abbiamo avuto e continuano ad avere nei territori dimenticati dalle amministrazioni, 365 giorni l’anno, anche quando i riflettori dei media si spengono.
Rimaniamo infine al servizio della nostra gente. Insieme a loro chiediamo salari più alti, servizi pubblici diffusi e di qualità, cura del territorio ed Edilizia Pubblica. Tutte cose che servono nei quartieri molto più di quanto serva la sporadica presenza di chi arriva solo se c’è una telecamera.
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