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Roma. Il picchetto fa rinviare uno sfratto al Piano di Zona Collina della Muse

Giovedi era previsto lo sfratto di un inquilino del Piano di Zona Collina delle Muse, destinato alle forze dell’ordine. La presenza sul posto con un presidio di Asia-Usb ha evitato che si consumasse l’ennesima ingiustizia ai danni di un inquilino dell’Edilizia Pubblica Agevolata, portando infine ad un rinvio dell’esecuzione al 5 febbraio. Il lungo confronto con le Forze dell’Ordine intervenute e con l’Ufficiale Giudiziario ci ha lasciato sorpresi per la determinazione esibita nel voler eseguire lo sfratto nonostante gli evidenti difetti nell’osservazione della convenzione da parte della società costruttrice e nonostante ci sia una legge dello stato che prevede la proroga dei contratti di Collina delle Muse per tutto il 2024.

Di fatti Asia-Usb in questi mesi ha più volte denunciato le numerose irregolarità presenti all’interno del Piano di Zona, dalle tabelle dei Prezzi Massimi di Cessione gonfiate (di circa il doppio) alla mancanza di certificato di abitabilità degli alloggi, il non pagamento dell’IMU sfuggite ai blandi controlli di chi avrebbe dovuto vigilare sulla corretta applicazione della normativa vigente ed ha richiesto che venissero messe in atto nei confronti della società che gestisce l’intervento di Edilizia Agevolata le sanzioni previste dalla legge, fino anche alla revoca stessa della convezione, più volte violata.

Nonostante le nostre richieste e nonostante l’inchiesta in corso della Magistratura su riassegnazioni di alloggi a non aventi diritto (come risulta da notizie stampa), stamane si voleva liberare l’alloggio con la forza e ciò non è avvenuto grazie alla solida opposizione di molti abitanti e dal nostro sindacato, impegnato da anni in questa battaglia per il ripristino della legalità all’interno dei Piani di Zona.

Questa tipologia di intervento doveva garantire il Diritto alla Casa alle fasce medie della popolazione titolari di particolari requisiti, stornando dai prezzi di vendita o di affitto i finanziamenti pubblici ricevuti dalle società che dovevano realizzare i diversi Lotti. Il tutto era ben codificato in delle convenzioni che prevedevano severe sanzioni per chi avesse violato le norme. Il mancato controllo da parte degli enti locali (Comune e Regione) ha fatto sì che questi interventi (circa 200.000 alloggi solo a Roma) siano diventati fonte di speculazione e profitto per alcuni e di truffa e tribolazione per moltissimi altri. Ciò ha di fatto impedito che gli interventi di edilizia agevolata assolvessero al loro doppio ruolo: garantire alloggi per le fasce medie e calmierare il mercato (con un danno incalcolabile per la collettività).

Il fatto che il Comune di Roma, e nella fattispecie gli Uffici dell’Urbanistica, ad oggi non sia mai intervenuto nella revoca delle convenzioni, riacquisendo così pieno controllo degli alloggi (lo ha fatto 18 volte su intervento della Regione Lazio negli anni dell’Assessorato Valeriani) e mettendo fine a soprusi e irregolarità, la dice lunga sulla volontà di attuare politiche abitative finalmente pubbliche e libere da ogni condizionamento dei poteri forti di questa città.

Rinnoviamo la richiesta di attuazione della norma in essere in fatto di edilizia agevolata e dunque revocare la convenzione alla Società, applicare le sanzioni previste e mettere in sicurezza tutti gli inquilini che detengono i requisiti per abitare negli alloggi, considerando che sono previsti nuovi accessi per altri inquilini, già nei prossimi giorni.

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