Ieri mattina circa 3 mila persone si sono mosse fin sotto il Campidoglio, in contrasto alle politiche della giunta Gualtieri e al modello Giubileo, con cui si sta accelerando a forza di poteri speciali un processo di speculazione che da anni colpisce Roma. Che però, è evidente, sta sollevando sempre più contrarietà nei quartieri popolari.
Il percorso di mobilitazione che ha riempito la piazza antistante al Comune della Capitale prosegue da mesi, e riunisce rivendicazioni anche molto diverse. Da chi si oppone a inceneritori e biodigestori, ai comitati di Pietralata contro il nuovo stadio della Roma e a difesa del parco, passando per quelli contro l’abbattimento degli alberi o chi lotta contro il raddoppio dell’acquedotto del Peschiera, come Balia dal collare.
Ovviamente, in prima fila c’era anche il movimento per l’abitare, Asia USB e lavoratori di altri settori sempre dell’USB, Potere al Popolo, Ecoresistenze e Cambiare Rotta, OSA, l’Arci romano. Una piazza composita che dalle periferie dimenticate in funzione di una città turistificata ha dichiarato che non sono disposti a dare nessuna indulgenza alla giunta Gualtieri.
Tutte queste esperienze, infatti, hanno trovato la propria unità nel denunciare i responsabili politici di un modello di governo pensato per il profitto privato a discapito dei bisogni di chi vive e lavora in città. Un recente convegno organizzato da Potere al Popolo ha riassunto questa alternativa in una Roma città pubblica, contro il modello Giubileo.
Questo percorso di lotta si è quindi rafforzato continuamente negli ultimi mesi, proprio perché ha unito le singole espressioni delle contraddizioni che ormai attraversano Roma sul piano dell’alternativa e dell’indipendenza politica dalle forze che negli ultimi decenni hanno gestito, in alternanza ma mai in contraddizione, questa svendita privatistica della città.
Proprio per questo la giunta Gualtieri, nelle ultime settimane, ha risposto con mano pesante, forzando il rapporto con i cittadini in mobilitazione, come al cantiere per la costruzione del nuovo stadio a Pietralata. Non c’è nessuna intenzione di ascoltare le esigenze espresse dai settori popolari, sempre più impoveriti ed esclusi.
Difficile però non prestare attenzione a 3 mila persone che hanno riempito il Campidoglio, trovando forza nell’inconciliabilità delle proprie lotte – contro la cementificazione, contro la devastazione ambientale, contro la cancellazione dei servizi pubblici e la mancanza di case popolari – col modello di governo della città piegato al privato che promuove Gualtieri, e che col Giubileo fa un ulteriore salto di qualità.
Come detto, questa mobilitazione prosegue da mesi e si è già resa protagonista di piazze riuscitissime, a cui va aggiunta quella di ieri. Una prova che l’alternativa può essere costruita unendo varie sigle, associazioni e organizzazioni, ma nella rottura con questa classe dirigente, responsabile delle difficili condizioni che viviamo.
Insomma, questo percorso sta sperimentando la costruzione di un’opposizione sociale e politica in piazza, perché nell’incancrenirsi della crisi e nel conseguente irrigidimento delle autorità locali, le contraddizioni vivono una vera e propria politicizzazione, a cui solo una visione sistemica e generale può dare risposta.
Bene fanno coloro che promuovono questo percorso, che è qualcosa di salutare per la Capitale e che bisogna continuare a sostenere, sperando diventi un esempio anche altrove.



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