Due grandi vittorie dall’Università “Sapienza” di Roma per il movimento per la Palestina: due
mozioni di boicottaggio accademico e di denuncia dei crimini di Israele approvate negli organi dell’ateneo.
I fatti delle ultime settimane
Giovedì 15 ottobre il Consiglio di Dipartimento di Matematica ha approvato a pieni voti un documento di denuncia del genocidio in Palestina, condanna dei crimini di Israele e richiesta di interruzione dei rapporti di collaborazione e di ricerca con le università israeliane e le aziende complici.
Segue a meno di una settimana di distanza una proposta simile nella facoltà di Lettere e Filosofia, elaborata con studenti e docenti del Comitato “Lettere per la Palestina”. Di particolare rilevanza in questa assemblea il tema dell’interruzione degli accordi, in quanto il dipartimento di Scienze dell’Antichità collabora direttamente in progetti di scavo archeologico nei territori palestinesi, quando è noto che iniziative simili siano state usate strumentalmente da atenei israeliani per legittimare l’occupazione delle terre e attuare direttamente una cancellazione culturale e storica.
Il risultato di lunghe mobilitazioni studentesche
Il fatto che il boicottaggio accademico sia arrivato alla facoltà più popolosa dell’Ateneo più grande d’Europa ci dà idea delle dimensioni che il movimento di opposizione al sionismo ha raggiunto: i documenti approvati sono simbolo di un sempre più diffuso sentimento generale che vuole prendere le distanze dai crimini efferati dello Stato di Israele e dalla complicità intollerabile del governo italiano.
E non è un caso che le mozioni arrivino in Sapienza proprio a seguito di due mesi di grande mobilitazione popolare, che hanno visto gli studenti bloccare i cancelli dell’Ateneo in occasione degli scioperi generali per la Palestina.
Non è un caso che l’interruzione degli accordi di ricerca sia stata promossa dalla comunità accademica di Lettere e Filosofia, facoltà le cui lezioni erano state interrotte dagli universitari all’indomani dell’abbordaggio della Global Sumud Flotilla.
Gli anni di lotte per la Palestina – dalle assemblee, alle iniziative culturali, alle grandi manifestazioni, con il boicottaggio tra le parole d’ordine – hanno saputo preparare il terreno all’opposizione dentro gli organi istituzioni.
Il governo reprime…
La risposta del governo italiano alla diffusa mobilitazione popolare degli ultimi mesi è una stretta sulla possibilità di espressione del dissenso. Così nasce il ddl 1627, a firma Gasparri, che tenta di equiparare antisionismo e antisemitismo, punendo le critiche all’operato dello Stato di Israele come reati di odio razziale.
Il disegno di legge, soprannominato “ddl Bavaglio”, attacca direttamente le università, nelle quali i docenti saranno tenuti a segnalare la diffusione di idee politiche indesiderate negli ambienti accademici, pena provvedimenti disciplinari.
Sul tema dell’università si accodano i commenti della ministra Anna Maria Bernini, che chiede ai rettori di “liberare gli atenei” dagli studenti che lottano al fianco del popolo Palestinese.
Questa nuova ondata di repressione rivela un tentativo di soffocare un dissenso che il governo non può più controllare. Il “movimento Propal”, che la ministra cerca di dipingere come un gruppo residuale di studenti, è oggi profondamente radicato nei luoghi della formazione e nella società civile tutta.
E se i rettori e le governance degli atenei continuano a mantenere posizioni in linea con le direttive di governo, opponendosi al boicottaggio, la comunità accademica prende iniziativa e condanna senza mezzi termini lo Stato genocida di Israele e i suoi complici.
Così ogni assemblea sulla Palestina, ogni accordo interrotto, ogni sciopero rappresenta la sfiducia di studenti e lavoratori nei confronti di una classe dirigente che ormai rappresenta solo i propri interessi.
…il movimento rilancia
A due settimane dall’approvazione del “Piano di Pace”, Israele continua indisturbato a perseguire il suo progetto coloniale. È necessario, ora più che mai, mantenere alta l’attenzione sulla Palestina e continuare a mobilitarsi, perché la tregua non venga usata per cancellare le responsabilità del sionismo e dei suoi complici.
Delle giornate chiave per tornare ad attaccare il governo e rilanciare il boicottaggio in tutta Italia saranno lo sciopero studentesco “No Meloni day”, convocato per il 14 novembre prossimo, e l’assemblea nazionale studentesca del 15 e 16 “Blocchiamo tutto per un mondo nuovo”.
Da Matematica, da Lettere, in ogni Facoltà di ogni Ateneo: moltiplichiamo le mozioni per interrompere le complicità con il sionismo e opporci ai disegni di legge liberticidi.
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