Marcoledì poco meno di un migliaio di persone hanno manifestato a Genova in un corteo che anche quest’anno abbiamo voluto fortemente, non solo per commemorare i fatti del giugno 1960, ma per attualizzarne i contenuti contro l’attuale compagine governativa e le istituzioni locali.
Da piazza Alimonda a De Ferrari un fiume di gente che ha unito differenti generazioni e diverse sensibilità politiche ha espresso la sua rabbia contro uno stato di cose presenti, che oggi possiamo dirlo, ha trovato una prima opposizione compatta in città.
Un corteo che ha reintrodotto l’odio di classe come linguaggio della politica declinato sia contro i rigurgiti neo-fascisti e la loro complicità istituzionale, le politiche neo-liberiste fatte di sblocco di licenziamenti e sfratti – con il placet della dirigenza di CGIL, CISL e UIL – una feroce repressione che si abbatte contro militanti ed attivisti.
Un corteo indipendente, popolare e militante voluto e preparato da tempo con una carovana e due manifestazioni, tese a riportare nelle strade e nelle piazze una critica radicale del mondo che ci ha consegnato la crisi pandemica.
Il dato più evidente era la straripante presenza giovanile ed il protagonismo di una nuova generazione di militanti che si affaccia alla politica con determinazione a strappare quel futuro che una classe dirigente indecente vorrebbe negargli relegandoli ai margini della vita sociale.
Pensiamo che abbiamo vinto una scommessa che sapevamo essere piena di incognite, ma il cui risultato ci appaga delle energie impiegate ed è un’ottima base per un antagonismo politico sociale che non fa sconti a nessuno.
CI VEDIAMO NELLE STRADE
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa