Con una recente decisione la giunta comunale di Bergamo ha dato il via libera alla realizzazione di un parcheggio multipiano (per l’esattezza 9 piani per 475 posti auto), destinato agli automezzi di turisti e visitatori, in via Fara, all’interno della cinta muraria tutelata, fra le porte Garibaldi e Sant’Agostino, in un’area ad alto rischio geologico proprio al di sotto (e al posto di) dell’ex Parco faunistico della Rocca, e già soggetta nel dicembre 2008 ad una rovinosa frana che aveva messo in serio pericolo, oltre alle abitazioni adiacenti, l’ex convento di San Francesco, la Rocca stessa e la porzione di Mura Venete sottostanti, a causa proprio degli scavi per la realizzazione di un parcheggio la cui approvazione era stata il “regalo” d’addio alla città della giunta Veneziani (centrodestra) a fine mandato nel 2002 (per l’intera storia del parcheggio rinvio agli allegati 3-4-5-6, inchiesta riassuntiva di Bgreport, portale indipendente e non allineato che, unico, si è preso la briga di consultare i vari documenti).
La decisione è stata presa dalla giunta, su pressione del Primo Cittadino, nonostante la netta opposizione di Legambiente Bergamo, Italia Nostra, dell’Associazione per Città Alta e i Colli, a cui si è aggiunta la recente costituzione del comitato di cittadini No Parking Fara, e nonostante una lunga lettera di contrarietà al progetto inviata al sindaco persino dal circolo Pd di Città alta e Colli, il Circolo Bergamo 3, a cui risulta iscritto il sindaco stesso
Sorvolo sulle reciproche accuse e recriminazioni fra associazioni (e comitato no-parking) da un lato e amministrazione cittadina dall’altro.
Cercherò di essere il più breve e più chiara possibile: la frana della Fara era stata tamponata in emergenza con tonnellate di materiale ghiaioso al centro oggi di un processo per presunta discarica abusiva di rifiuti speciali (la cui presenza e tossicità è stata accertata) a carico dell’imprenditore Pierluca Locatelli.
Nella sua deposizione al processo Locatelli quale testimone della difesa, il 1 luglio 2017 l’ing. Mario Myallonier (nominato collaudatore statico in corso d’opera dal Comune nel gennaio 2009 per far fronte all’emergenza) ha dichiarato «Adesso la frana è stabilizzata. Se si volesse togliere il materiale, bisognerebbe fare prima una serie di opere di stabilizzazione», e che la frana «può anche darsi che stia ferma, però io la garanzia non la darei, il rischio che ceda di nuovo c’è».
Nella sua deposizione all’interno dello stesso processo, il geologo Lorenzo Cadrobbi che nel 2003 aveva steso la relazione geologica preventiva per la ex Parcheggi Italia (ora Bergamo Parcheggi) – non tenuta nel dovuto conto dai progettisti -, e di nuovo dalla stessa era stato chiamato nel 2008 a cantiere avviato per valutare «come l’ammasso roccioso si stesse comportando rispetto allo scavo», dichiara di essersi trovato di fronte all’emergenza di salvare una zona di grande pregio e, in sostanza, di «fare stare su la Rocca»; ha inoltre affermato che «È come con un mazzo di carte: quando il castello sta in piedi, lo puoi legare. Ma quando crolla, cambia tutto. Ora bisognerà ridare corpo al terreno, prima di ricominciare a scavare».
Aggiungo che già all’epoca altri geologi si erano detti contrari all’opera e che proprio quest’anno si è posta la necessità di effettuare lavori di messa in sicurezza dei muri di contenimento del terreno sulla via San Lorenzo del vicino ex-convento di S. Francesco – la cui adiacenza all’area della frana del 2008 appare evidente dalla visione della mappa satellitare qui trasmessa in allegato (ALL.2) – a causa delle vistose crepe (25 cm di larghezza per alcuni metri di altezza), il che ha portato molti cittadini a pensare che i lavori e la frana del 2008 possano avere ulteriormente intaccato l’equilibrio già delicato di questa parte della collina.
Ora, visti i precedenti, il Primo Cittadino, lo stesso che durante la campagna elettorale del 2014, si era impegnato perlomeno a ridimensionare il progetto del parcheggio e a riservarne i posti auto ai soli residenti con l’obiettivo dello svuotamento di piazze e strade della città vecchia dalle auto, improvvisamente non ha trovato niente di meglio da fare (anziché tentare la carta della decadenza per gravi inadempienze della società concessionaria Bergamo Parcheggi – come anche precedentemente richiesto alla giunta da parte dell’avv. Trussardi – per un progetto che lo stesso Gori pur dichiarava di non aver mai voluto, e, a quanto risulta, senza nemmeno previa consultazione in merito dell’Avvocatura comunale) che rinnovare con un nuovo atto transattivo la convenzione con la Bergamo Parcheggi spa addirittura cambiando la destinazione dell’area a parcheggio per i soli visitatori esterni (quindi non più per residenti) rinunciando nel contempo ad un possibile risarcimento dei danni per le gravi inadempienze della società concessionaria.
La sosta per i residenti viene invece prevista sulle mura venete dietro versamento di € 120 annui (sempre alla concessionaria Bergamo Parcheggi spa).
La convenzione con l’ente privato* prevederebbe inoltre che l’accesso al parcheggio debba essere garantito 24 ore su 24 tutto l’anno attraverso la Porta Sant’Agostino, anche in caso di limitazione dell’accesso veicolare alla città Alta, per tutta la durata della concessione (che mi risulta essere di 30 anni, automaticamente rinnovabili qualora il concessionario non ne abbia ricavato quanto previsto!), il che comporta per il Comune anche l’impossibilità a chiudere il centro storico (o almeno quel tratto di mura venete fra le porte Garibaldi e Sant’Agostino) al traffico veicolare, costituendo di fatto un passo indietro rispetto all’attuale chiusura al traffico festiva e prefestiva della città alta, finendo inevitabilmente per intasare il relativo tratto delle mura venete col traffico di afflusso delle auto dei visitatori in attesa di entrare nel parcheggio (che avrà necessariamente un unico ingresso, il che rallenterà inevitabilmente il traffico in accesso negli orari di maggior flusso).
Una tale convenzione costituirà potenzialmente anche un ostacolo alla periodica pedonalizzazione (domeniche a piedi etc.) del centro cittadino – quello della città bassa – attraversato dal viale di accesso diretto alla porta Sant’Agostino e al parcheggio in questione.
Altro punto fondamentale è:
il comune di Bergamo afferma che la costruzione del parcheggio fosse prevista nella relazione consegnata ad Unesco, MA CHE TIPO DI PARCHEGGIO? Alle associazioni risulterebbe che nella relazione si facesse riferimento agli strumenti urbanistici vigenti (PPRCA, PGT e Parco dei Colli), allegati alla relazione stessa, dai quali tuttora risulta previsto, nell’area in oggetto, un parcheggio di più piccole dimensioni destinato ai residenti del centro storico e non ad un ben più ingente traffico veicolare di tipo turistico.
Il sindaco e la giunta continuano a giustificare la contestata decisione come presa per il bene della città (ma quale beneficio può venircene dal danneggiamento di un patrimonio Unesco?) e soprattutto con l’intenzione di evitare alla stessa delle fumose ipotetiche quanto “stratosferiche” penali: penali che però nessuno, né il primo cittadino né il vicesindaco né alcuno della giunta – seppur richiestine più volte – ha mai saputo (o voluto) quantificare con una qualsiasi cifra, nemmeno approssimativa.
Il comitato di cittadini (residenti per lo più nella Città Alta, ma non solo) No Parking Fara – di cui non faccio parte, ma del quale condivido in toto la causa – è rimasto ora l’ultimo ed unico a combattere contro i mulini a vento. Legambiente Bergamo e Italia Nostra, dando la causa ormai per persa, hanno alla fine desistito, anzi Italia Nostra ultimamente, per evitare di dar fastidio politicamente, tace proprio. Il comitato noparking, dopo aver più volte sollecitato, invano, un’assemblea pubblica per mettere la cittadinanza al corrente dell’intera problematica (vd. allegato 8), nutrendo poche o nulle speranze che la Soprintendenza cittadina (sempre piuttosto “timida”, per usare un eufemismo, nell’imporsi alle varie amministrazioni succedutesi in questa città, di qualsivoglia colore) riesca nell’arduo compito di salvaguardia di questo bene prezioso, ha promosso, con le sue sole forze, una piccola campagna informativa con raccolta firme che si svolge in alcuni punti della città ed ha promosso una petizione online: https://www.change.org/p/amministrazione-di-bergamo-fermiamo-il-maxiparcheggio-di-9-piani-in-città-alta-bergamo-bc78edd5-d4c0-4218-9f3f-5863bb8b105d
Io stessa, nel mio piccolo, ho avuto modo di constatare come molti concittadini da me contattati non fossero a conoscenza dell’imminente costruzione del parcheggio (e sono inorriditi all’idea); i pochi che ne avevano notizia, non sapevano però che si trattasse di un parcheggio multipiano per un così grande numero di auto e nemmeno che la zona fosse geologicamente fragile (colpevole disinformazione dei cittadini, ma anche mancanza di trasparenza dell’amministrazione).
Data l’alta posta in gioco, e data l’imminenza dell’inizio dei lavori (a giorni), da semplice cittadina senza competenze, ho pensato fosse doveroso portare la questione a Vostra conoscenza diretta, nella ormai vaga speranza che – qualora la vostra valutazione in merito dovesse coincidere con le nostre opinioni – un vostro interessamento e una VOSTRA DENUNCIA DELLA SITUAZIONE possa aiutare almeno a posticipare i lavori incipienti nell’attesa di trovare una soluzione meno impattante, meno rischiosa, e più adeguata al problema.
Faccio notare che la città aveva a disposizione, già dagli anni ’80, un progetto del noto architetto Giancarlo De Carlo per un parcheggio di circa (guarda caso!) 500 posti auto fuori dal circuito murario, a valle dello stesso, che prevedeva la possibilità di raggiungere la zona della Fara (quella dove sorgerà il parcheggio multipiano) tramite scale mobili o, in alternativa, funicolare leggera. Inoltre molti dei posti auto disponibili nei vari parcheggi e silos della città bassa restano regolarmente vuoti.
I lavori partiranno a giorni, un grande platano, sano, è già stato abbattuto questa primavera per far posto alla costruenda teleferica che trasporterà i materiali necessari per i lavori. Intanto, DA 2 MATTINE, SONO INIZIATI I LAVORI DI DISBOSCAMENTO dell’area dove sorgerà il parcheggio.
Concludo con le parole di Le Corbusier, a Bergamo nel 1949 per il CIAM : “Ici pas de voitures. Ici la splendide cité sans roues”.
Anche Le Corbusier riteneva che le automobili dovessero essere lasciar fuori dalle porte della città vecchia come si lascia l’ombrello bagnato fuori dalla porta di casa.
Questo mio è un TENTATIVO DISPERATO, da cittadina non consenziente, di far qualcosa, DI FAR SAPERE.
Sembra che nessuno voglia pestare i piedi al nostro primo cittadino: pur essendo questi quel Giorgio Gori di Leopoldiana memoria, possibile che nessuno voglia far nulla per fermarlo?
Perdonate la prolissità, ma spero che quanto da me raccontato possa esservi di interesse
grazie per il tempo accordatomi
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* Bergamo Parcheggi S.p.a. è società privata e partecipata di cui fa parte, con una quota di minoranza, anche ATB Mobilità S.p.a., la società che gestisce il trasporto pubblico cittadino e Gian Battista Scarfone, Direttore Generale di ATB, è anche presidente del CDA di Bergamo Parcheggi: nessuno ci vede un conflitto d’interessi?
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