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Brescia. Denunciato abuso della polizia locale contro un operaio immigrato

In caserma mi ha sbattuto la testa contro l’armadio della stanzetta in cui mi ha portato per la perquisizione e dove mi ha fatto spogliare. Tra sberle e pugni mi urlava ‘parla, parla adesso!’. Io gli chiedevo di spiegarmi cosa avessi fatto e perchè si stesse comportando così”.

Questo è quanto è accaduto a Younes, operaio addetto al controllo qualità in una ditta di Berlingo (provincia di Brescia) e residente nel quartiere popolare di Fiumicello, nella zona ovest della città.

Giovedì 15 ottobre, come ogni giorno dopo il lavoro, insieme alla moglie è andato a prendere i suoi figli all’uscita da scuola e, insieme, si sono recati in un bar di via Bevilacqua per fare merenda.

E’ qui che a un certo punto due agenti della Polizia Locale si avvicinano ai tavolini e uno dei due si rivolge immediatamente a Younes con fare minaccioso chiedendogli di fornire i documenti.

Una volta ottenuti i documenti, l’agente intima all’uomo di mettere le mani al muro per essere perquisito. A questo punto Younes, oltre a chiedere agli agenti il motivo di quanto stava accadendo, senza ottenere risposte, chiede di non essere perquisito davanti ai propri figli e alle molte persone presenti e di potersi spostare altrove. “Frequento il quartiere, le persone mi conoscono”, commenta Younes.

Gli agenti allora lo portano alla volante, lo fanno salire e Younes svuota le proprie tasche sui sedili posteriori della vettura. Per farlo scendere dalla vettura l’agente in questione (già segnalato in passato, da altre persone, per comportamenti simili) lo ha strattonato violentemente, prendendolo anche per il collo e trascinandolo per terra (come si vede in un video girato dalla moglie di Younes con il proprio smartphone per documentare quanto stava accadendo).

Dopo questa perquisizione che non ha portato a nulla, gli agenti hanno deciso di portare Younes in caserma, in via Donegani, sempre senza informarlo del motivo (nonostante lui lo chiedesse in continuazione). Alla centrale della Polizia Locale di Brescia sono proseguite le violenze, secondo la testimonianza di Younes.

Lo stesso agente che lo aveva strattonato e perquisito davanti a moglie e figli, nelle stanze di sicurezza lo ha picchiato. “Dopo due ore e mezza o tre che mi tenevano in caserma mi ha detto che avevano sbagliato persona e che dopo dieci minuti sarei andato a casa. Però ha anche aggiunto che siccome mia moglie ha fatto il video mi hanno dovuto denunciare, non ho capito se per violenza o per resistenza a pubblico ufficiale”, racconta Younes.

Ora – ci dice Younes – non riesco più a uscire di casa, se vedo una pattuglia gelo. Ho attacchi di panico ogni mezz’ora. Prima non calcolavo neanche la loro presenza, come tutte le persone che lavorano, non hanno fatto niente, e vanno tranquille per la strada. I miei bambini sono rimasti segnati da quello che hanno visto, il più piccolo ora mi chiede di nascondermi quando vede la polizia perchè ha paura che vogliano portarmi via. Mia moglie è molto arrabbiata ma anche distrutta, come me…”.

Abbiamo chiesto a Younes di raccontarci quanto accaduto. Nell’intervista anche l’intervento di Francesco Catalano, presidente del Consiglio di quartiere centro-storico nord di Brescia, che più volta ha denunciato, anche ai nostri microfoni, comportamenti illegittimi e prepotenti da parte di agenti della Polizia Locale.

Molte persone stanno esprimendo la propria solidarietà e vicinanza a Younes e alla sua famiglia, altre gli stanno raccontando di episodi simili dei quali sono a conoscenza.

L’Associazione Diritti per tutti e il CSA Magazzino 47, in contatto con Younes, hanno proposto di organizzare una manifestazione pubblica per denunciare collettivamente quanto di grave accaduto per mano della Polizia Locale.

Ascolta o scarica.https://www.radiondadurto.org/…/younes-francesco-abusi…

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