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Per la procura di Milano Uber Eats è caporalato. Oggi lo “strike” dei rider

La procura di Milano ha chiuso le indagini che avevano portato al commissariamento di Uber Eats. Dal dispositivo emerge e trova conferma un sistema di sfruttamento con paghe di 3 euro a consegna e una infinità di soprusi verso i rider, tra questi anche il furto delle mance e punizioni, come la revoca del lavoro, in caso di tentativi di ribellione. Intanto i rider milanesi annunciano uno “strike” per giovedi contro il contratto-truffa.

Le accuse dei magistrati sono pesanti e queste dovrà affrontare Uber, la piattaforma di consegna cibi.Il pm di Milano Paolo Storari ha chiuso le indagini per caporalato sui rider e reati fiscali. E’ la prima e clamorosa volta che una piattaforma di deliveroo finisce sotto processo provocando il commissariamento di Uber Italy, ossia la filiale del colosso americano digitale delle auto a noleggio ma che durante la pandemia di coronavirus aveva dirottato il suo business verso la consegna di pasti a domicilio.

Secondo il pm Storari “i riders venivano sottoposti a condizioni di lavoro degradanti, con un regime di sopraffazione retributivo e trattamentale, come riconosciuto dagli stessi dipendenti Uber”.

La manager della filiale italiana della società  statunitense, Gloria Bresciani, è indagata per caporalato insieme ad altre nove persone.

Dalle indagini è emerso che quello messo in piedi da Uber Italy  attraverso la piattaforma Uber Eats, è “un sistema per disperati”. A definirlo come tale, pur invitando a non usarlo come termine, è la stessa Bresciani in una conversazione intercettata dagli inquirenti già a febbraio 2019 e riportata nell’avviso di chiusura indagini. “Ti prego, davanti a un esterno non devi dire mai più ‘abbiamo creato un sistema per disperati’. Anche se lo pensi, i panni sporchi vanno lavati in casa e non fuori”, afferma la Bresciani in un passaggio del colloquio. In un’altra conversazione, intercetta nel dicembre 2019, l’interlocutore domanda: “Gio vuoi dire che non gli hanno dato le mance?”. E lei risponde: “Nuova metodologia”

Intanto i rider milanesi si sono dati appuntamento per oggi Giovedì 15 ottobre, in Piazza Duca d’Aosta alle ore 18, di fronte a Stazione Centrale, con tutte e tutti i rider di Milano contro l’accordo truffa firmato dal sindacato di comodo UGL e Assodelivery (l’associazione che raduna le multinazionali del settore) che aggira la legge 128/2019 mantenendo il cottimo e bloccando l’introduzione di una paga oraria prevista per questo 3 novembre.

“Invitiamo tutt* a partecipare alla manifestazione, chiediamo veri diritti e non falsi contratti: una paga oraria per difenderci dal cottimo, un contratto con le tutele ed essere riconosciuti lavoratori a tutti gli effetti, con malattia, ferie e Tfr, un monte ore garantito e il godimento dei diritti sindacali” scrivono i Rider di Deliverance Milano annunciando lo strike di giovedi

 

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