Ieri a Saluzzo, in provincia di Cuneo, ci sono state cariche di polizia contro la mobilitazione dei braccianti agricoli sostenuti attivisti solidali.
All’inizio i braccianti avevano dato vita ad un presidio che poi si era trasformato in un corteo fin sotto la sede del Comune per denunciare, oltre a sfruttamento e razzismo, la situazione delle campagne, aggravata dalla chiusura quest’anno – causa Covid19 – del progetto di accoglienza stagionale gestito in passato dal Comune.
In un comunicato i braccianti denunciano che: “Nel comparto agroalimentare della zona di Saluzzo ogni anno durante la stagione della raccolta noi lavoratori delle campagne, tutti immigrati, viviamo in condizioni pessime, tra accampamenti informali e soluzioni emergenziali di accoglienza del tutto inadeguate e fortemente limitative delle libertà di chi ci vive. Quest’anno, a causa delle misure anti-coronavirus, non viene garantito nemmeno il progetto di accoglienza stagionale gestito in passato dal Comune, e per altro verso viene inviato l’esercito in modo da assicurarsi che non si creino accampamenti di fortuna”.
I braccianti chiedono strutture abitative adeguate e nel rispetto delle misure anti-covid. Viste le risposte inconcludenti, sono state bloccate le strade principali del paese e poi i braccianti si sono recati di persona al centro di accoglienza al Foro Boario, tra quelli che sono stati chiusi, per cercare di riaprirlo. Alcuni braccianti hanno cercato di scavalcare la recinzione mentre altri provavano ad aprire la porta del centro. A questo punto sono partite le cariche poliziesche.
Quasi un anno fa, il 15 luglio, c’era stata una forte protesta sempre per richiedere soluzioni alloggiative ai braccianti che lavoravano nelle campagne di Saluzzo. In quell’occasione era stata ottenuta l’apertura del centro al Foro Boario poi chiuso.
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