Il governo della guerra e della repressione teme chi lotta!
Il governo della guerra e della repressione colpisce ancora: abbiamo appreso questa mattina che 8 compagni sono sotto denuncia per resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio in merito ai fatti scandalosi dell’8 dicembre.
Quella mattina come ogni anno, ci preparavamo a raggiungere Susa per la marcia popolare notav in occasione dell’anniversario della liberazione di Venaus del 2005, con un pre-concentramento cittadino chiamato a Porta Nuova.
Quella stessa mattina il pre-concentramento per raggiungere insieme la valle venne bloccato dalle forze dell’ordine e caricato ripetutamente proprio sui binari del treno, cancellando la corsa del treno stesso e proibendo ai manifestanti di raggiungere Susa anche se muniti di regolare biglietto.
In seguito alla violenza delle forze dell’ordine, del tutto ingiustificata, 3 giovani compagni vennero portati in ospedale con le teste aperte dai manganelli.
Le stesse denunce presentate mostrano il ridicolo di un atto giudiziario basato sul nulla: manifestanti muniti di regolare biglietto, a volto scoperto, con le mani alzate davanti ai manganelli rendono ancora più ingiustificate accuse come resistenza e interruzione.
La stretta repressiva di questo governo a cui abbiamo assistito durante tutto l’anno passa dalla violenta gestione di piazza delle forze dell’ordine alle denunce, soprattutto quando si parla di provare a mettere a tacere chi ogni giorno si batte contro le grandi opere inutili: sono solo di qualche giorno fa infatti le vergognose dichiarazioni di Salvini, che, attaccando il movimento NoTav e NoPonte, vorrebbe proibire ogni corteo contro le grandi opere inutili annunciate a inizio del suo mandato con un nuovo DDL sicurezza.
Ma non solo: queste stesse denunce vanno a colpire alcuni degli studenti più attivi in questi giorni all’interno delle Acampade a sostegno della Palestina negli atenei torinesi.
Un tempismo che certo non ci sfugge e che per l’ennesima volta mostra il volto repressivo di un governo che sempre meno riesce a giustificare le proprie decisioni politiche, costretto a mettere a tacere chi si oppone, a partire proprio da una generazione che sta dimostrando di non accettare a testa bassa scelte guerrafondaie e genocide.
Ancora una volta non faremo passi indietro di fronte a un governo che utilizza la repressione perché non ha altri strumenti per recuperare l’egemonia persa, ancora una volta saremo in prima linea per combattere contro le scelte guerrafondaie, di macelleria sociale e ecocide di quest’ultimo.
Proprio per questo non sarà la vostra repressione a fermarci: il 1 Giugno scenderemo in piazza a Roma per la grande manifestazione di opposizione al governo Meloni, contro la guerra e la repressione e per la Palestina libera!
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