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Fasano (BR). E’ morto Tonio Leone, una vita dalla parte degli ultimi e dei palestinesi

Fasano – Nel giorno in cui si celebrano i funerali, vogliamo raccontare a chi non ha avuto la fortuna di conoscerlo, chi era Tonio Leone…

La figura umana di Antonio Leone si staglia nitida contro un paesaggio sociale e politico sempre più in declino per quanto riguarda i valori portanti della vita. Valori che Tonio, così come tutti noi lo abbiamo sempre chiamato, ha incarnato (e tuttora incarna) e che ha trasmesso ad intere generazioni di giovani. Quei giovani che tanto amava e che, senza alcuna distinzione di censo o di latitudine, da Fasano alla Palestina, ha aiutato molto spesso con le lacrime agli occhi perché Tonio accettava sfide impossibili che, a volte, non vinceva. Questo gli procurava dolore, come se l’energia dei suoi sforzi gli ritornasse addosso e gli procurasse sofferenza dell’anima e fisica. 

Più di qualcuno in questa sala lo ha visto piangere ed ha tentato di consolarlo quando, nei tetri anni del fenomeno eroina a Fasano un giovane moriva per overdose o di AIDS. La sensibilità di Tonio, allora, si esprimeva in tutta la sua naturalezza e tenerezza ed è come se metaforicamente si incaricasse di avvolgere la salma del defunto nel sudario delle vanità di questo mondo. Già, la vanità che probabilmente Tonio non ha mai conosciuto avendo fatto della sobrietà, della povertà materiale e della semplicità la sua scelta esistenziale che si rifletteva in una precisa scelta di campo: dalla parte degli ultimi, dei diseredati… di coloro che sembravano avere perso ogni speranza di riscatto.

Fu Tonio in quanto consigliere comunale, certo, ma soprattutto in quanto “Tonio Leone”, che riuscì insieme ad un altro manipolo di coraggiosi a volere fortemente, all’inizio degli anni Ottanta del secolo scorso,  l’istituzione a Fasano del CMAS, il Centro Medico di Assistenza Sociale che, forse la prima esperienza in Puglia, si occupava di tossicodipendenti. Fu sempre Tonio, insieme ad altri compagni di strada che volle e realizzò la Cooperativa “Mondo Futuro” la quale si occupava anch’essa di tossicodipendenti, delle loro famiglie e del reinserimento nel sociale. All’epoca Fasano era un centro di smistamento di ingenti quantitativi di eroina nonché una delle piazze di spaccio più fiorenti della regione. Sempre all’epoca le comunità terapeutiche per tossicodipendenti erano agli albori ed il lavoro di recupero dei tanti giovani afflitti dalla dipendenza da eroina si orientava soprattutto all’aspetto sociale e politico del fenomeno. Un approccio che Tonio ha sempre prediletto non dimenticando, comunque, il rapporto diretto con chi era in difficoltà, il mettersi a sua disposizione… al suo servizio. Non dimenticando l’Uomo che è in ognuno dei suoi incontri. 

Nel tenere fede alle sue scelte Tonio ha sempre messo in campo non solo l’energia – quella intensa forza d’animo ch’era sostenuta  da una religiosità che andava oltre le liturgie e gli incensi – ma anche l’utopia di un mondo fatto di persone buone, che nel fondo del cuore conservano un nucleo di bontà che li rende umani e per questo degne d’essere amate senza alcun limite. Ed è per questo che “a casa di Tonio” circolavano, o risiedevano, ragazzi che al di là di quel contesto erano considerati “drogati” della peggior specie o, più crudamente, dei brutti ceffi da tenere a distanza. Ed è per questo che lo  stile di  vita di Tonio, pur rispettoso e garbato come lui sa essere, era anche un salutare schiaffo che risvegliava le coscienze intorpidite di una sonnacchiosa cittadina di provincia, piccolo borghese, della quale una parte dei suoi abitanti, ai tempi dell’eroina e delle sigarette, più o meno direttamente era dedita a traffici illeciti grazie ai quali le classi sociali si mescolavano in nome del guadagno facile ma che fuori da questi criminosi commerci non si guardavano in faccia.  E Tonio le conosceva bene queste storie ma non ne faceva argomento di battaglia politica. La sua politica, quella con la p maiuscola, era slancio, a volte ingenuità, e speranza in un migliore e più equo mondo futuro.  

Tonio cominciò il suo impegno “politico”, nella più nobile accezione del termine, in Mani Tese, una organizzazione che si occupava di solidarietà e cooperazione con i paesi del Terzo Mondo. Erano i primi anni Settanta del Novecento e Tonio, cattolico di sinistra, come allora si diceva, condusse diverse  battaglie a volte anche mettendosi contro l’establishment della Chiesa a sostegno dell’azione pastorale di sacerdoti illuminati e controcorrente. 

Dal 1973 in poi contribuì alla costituzione di un gruppo di “cristiani critici” nei confronti della Chiesa Cattolica. Gruppo che diede luogo alla realizzazione di una “Comunità di Base”. Furono anche gli anni della sua personale amicizia con don Giovanni Franzoni (i più giovani, qui presenti, potrebbero fare una ricerca su internet per conoscere lo spessore sociale, culturale e politico di questo religioso).

Il 1974 fu un anno politicamente e culturalmente importante per l’Italia e Tonio non si sottrasse all’impegno di sostenere la battaglia referendaria per il divorzio così come si attivò per costituire il gruppo dei “Cristiani per il Socialismo” dando così un ulteriore segnale della sua collocazione politica. Tanto che, sempre in quegli anni, fu in prima linea nella campagna elettorale a sostegno del Partico Comunista Italiano del quale, tempo dopo, ne divenne illustre rappresentante in seno al Consiglio Comunale di Fasano. 

In qualche maniera archiviata l’esperienza politica con il P.C.I. anche a seguito dei cambiamenti di quel partito, Tonio non abbandonò la politica poiché fu tra i promotori di uno dei primi movimenti di impegno politico civico fasanese oltre i partiti tradizionali.  

Le riunioni dei tanti esponenti di una sinistra delusa ed alla ricerca di una identità perduta secondo voi dove si tenevano? A casa di Tonio, anzi alla “masseria da Tonio”. Lo stesso luogo che ospitava i giovani che aiutava ad uscire da ”brutte storie”, lo stesso luogo dove Tonio teneva il doposcuola a ragazzi e ragazze che i genitori gli affidavano affinché studiassero, sì, ma soprattutto affinché respirassero un’aria di cultura fuori dalla frenesia del vivere quotidiano, immersi nella placida campagna ai piedi della collina che porta a Cisternino. 

Ma Tonio non è solo questo che in queste poche righe abbiamo descritto. 

Tonio è molto di più… e quel “di più” è tanto ed è riposto nel cuore e nella memoria di quanti lo conoscono e amano. 

*Osservatorio Fasano

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