La marea tende a montare: fermiamola finché siamo in tempo.
Una marea irrefrenabile ed inarrestabile ci sta sommergendo. Una marea legislativa e cosiddetta “popolare.
Campagne elettorali infinite piene di promesse accattivanti che poi risultano difficilmente attuabili.
Così è stato in passato, ed il passato che non vuole morire si ripresenta adesso.
Il governo attualmente in carica, incapace o impossibilitato ad attuare le promesse fatte in campagna elettorale cerca di scaricare la propria incapacità, o impotenza, su capri espiatori già individuati nella campagna elettorale da alcune forze politiche: gli indigenti, i rom, i migranti, gli emarginati ecc..
Lo fa il governo nazionale e lo fanno pedissequamente anche sindaci di vari colori, questori, prefetti, polizie municipali, e perfino procure della repubblica e gip.
L’arresto di Mimmo Lucano, sindaco di Riace, reo di “aver favorito l’immigrazione clandestina mediante “la particolare spregiudicatezza …, nonostante il ruolo istituzionale rivestito, nell’organizzare veri e propri ‘matrimoni di convenienza’ tra cittadini riacesi e donne straniere.” Ne è un esempio lampante. Un arresto con motivazioni che non stanno né in cielo né in terra, se non in quel particolare ordine di idee che sta tanto a cuore al ministro degli interni che si può sintetizzare nella guerra contro la solidarietà.
(la stessa mancata solidarietà che il ministro non ha dimostrato rifiutandosi di versare i 49 milioni di euro che il suo partito ha indebitamente sottratto ai contribuenti italiani).
A queste manovre, a questi provvedimenti noi ci continueremo ad opporre, perché pensiamo che il dovere della solidarietà sia appunto un dovere e che un dovere sia ribellarsi a decreti e leggi palesemente inique.
Diciamo, dunque, no al decreto sicurezza, perché non è di questo tipo di sicurezza che noi abbiamo bisogno ma di una sicurezza che ci permetta di vivere in pace senza l’assillo delle grandi opere, senza quello degli armamenti, senza l’assillo di un ministro della paura che un giorno sì e l’altro pure ci additi chi sta peggio di noi come nostro nemico.
Ma diciamo no a provvedimenti locali come quello dello spegnimento del wifi di piazza del carmine da parte del sindaco di cagliari, dichiaratamente “perché non ne usufruisca la teppaglia” ma con il corollario di “dare ai cittadini tanti tavolini” situazione che restituisce l’idea di una città concepita per cittadini consumatori e non per persone che vogliono liberamente usufruire di spazi comuni. Pensiamo che questi casi rappresentino di fatto la repressione di ogni forma di divergenza da un modello imposto dall’alto e di ogni forma di socialità che non sia finalizzata a profitti e guadagno.
Per dimostrare la nostra solidarietà a Mimmo Lucano, per dimostrare la nostra avversione a questo liberticida “decreto sicurezza” invitiamo a partecipare al sit in che si terrà:
Sabato 6 novembre alle ore 16.30
In piazza del Carmine
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