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Caro bollette. Soldi pubblici per non disturbare i capitalisti

Non sono bastati i pesanti rincari delle bollette gas e luce di luglio (gas + 15,3% luce + 10%) dal 1 di ottobre, sono state annunciate mazzate del 40% in più.

Aumenti che si andranno ad aggiungere al rincaro dei prezzi di tutti i beni al dettaglio e che stando ai calcoli dell’Unione Consumatori Sardegna, che parla di una “stangatina d’autunno”, costeranno alle famiglie notevoli esborsi. Come se non bastasse già la devastane situazione economica esistente.

Il governo italiano introdurrà delle misure per ridurre il rincaro derivato dall’aumento delle materie prime, gas e petrolio, le cui lobby fanno e disfano a loro piacimento i prezzi per ottenere il massimo profitto con il minimo sforzo.

Infatti ci sarà un taglio in bolletta degli oneri di sistema, utilizzati per voci come il bonus per le famiglie meno abbienti, agevolazioni per le imprese energivore e ferrovie, incentivi per le rinnovabili, spese per il trasporto, smaltimento degli impianti nucleari ecc.

L’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente ha comunicato che gli aumenti che sono entrati in vigore dal 1 ottobre saranno del + 29,8% per la bolletta elettrica e del + 14,4% per gas. Senza l’intervento del governo l’aumento sarebbe stato rispettivamente del 45% e del 30%.

Bene diremmo noi, se non fosse che le misure del governo per eliminare una serie di voci e diminuire l’impatto dei nuovi costi in sostanza le paghiamo e sosteniamo sempre noi.

E a maggior ragione per noi Sardi la beffa è doppia: la nostra terra subisce un costante inquinamento per la produzione di energia elettrica da fonti non rinnovabili, energia che poi viene esportata con enormi profitti, mentre l’inquinamento resta qui.

Ma il governo non interviene per obbligare i produttori di energia a bonificare e riconvertire, quanto piuttosto per dirottare in misure compensative i soldi che ci vengo presi con le tasse, consentendo un profitto protetto per i produttori.

I soldi delle nostre tasse dovrebbero essere destinati a scuole, asili, trasporti, edilizia popolare, servizi, creazione di posti di lavoro, ma vengono sprecati in operazioni di compensazione che consentono ai grandi capitalisti di fare affari immensi senza essere disturbati.

Pensiamo che una corretta azione politica anziché assicurare – come in questo caso – enormi ed ingiusti profitti alle lobby, dovrebbe invece orientarsi verso un controllo pubblico della produzione e distribuzione dell’energia elettrica, consentendo un accesso agevolato e garantito alle risorse energetiche indispensabili per tutte le persone.

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