Gli studenti del Coordinamento Universitario, dopo aver preso visione dello stage proposto da Emmevi S.r.l con la collaborazione dell’università di Catania (locandina in allegato), hanno ritenuto fondamentale sottolineare come lo stage COF in questione abbia suscitato grande malcontento all’interno della comunità studentesca, prevedendo un impegno lavorativo full-time per una retribuzione di 300€ mensile:non è inoltre né il primo nè l’ultimo caso del genere all’interno del nostro ateneo e per questo è doveroso porre l’attenzione su quanto accade.
“Stage così impostati e sottopagati non sono altro che oro colato per tutte quelle aziende che cercano manodopera a basso prezzo, sfruttando sin da subito lo studente condannato alla precarietà; è necessario dunque mostrare pubblicamente l’opposizione ad azioni di tale gravità, non solo nei confronti di quelle aziende private che utilizzano a loro favore la nostra condizione precaria, ma anche e sopratutto nei confronti di un’università pubblica che sempre più si piega alle logiche del profitto, consentendo addirittura, nel caso specifico del nostro ateneo, che gli stage COF non prevedano una regolamentazione ufficiale che stabilisca un monte ore massimo per una giornata lavorativa, e ciò ci sembra grave”, concludono: “Ci rendiamo conto della nostra condizione precaria ma non vogliamo sottostare ai ragionamenti di chi ci vuole senza futuro, senza diritti. Accettare uno stage del genere solo perché non c’è lavoro e, dunque, sottostare a chi ci vuole flessibili più che mai, costringendoci a lavorare per ore sottopagati, non potrà essere un’opportunità; ancor di meno se gli stage proposti non danno una reale formazione”.
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