“I Disagiati”, così si sono autodefiniti i componenti delle 20 famiglie provenienti dai quartieri periferici di Catania (Librino, Pigno, San Giorgio), da circa una settimana occupano il sagrato della cattedrale di Sant’Agata, dopo che l’arcivescovado ha deciso la chiusura totale della chiesa per impedire l’ingresso di sfrattati e senza lavoro, tanto da trasferire lo svolgimento delle messe nella vicina basilica.
Intanto, il freddo, che in giorni ha investito Catania, specialmente nelle ore notturne, ieri pomeriggio, ha causato il ricovero di una bambina di 1 anno presso l’Ospedale Vittorio Emanuele per una broncopolmonite. La notte prima, per un improvviso malore, in ospedale, c’è finita una ragazza.
Il sindaco Enzo Bianco (PD), che non è intervenuto ufficialmente su quello che sta accadendo a venti passi dal “suo” Municipio, fa sapere che è disponibile ad intervenire , “basta che finisca questa occupazione illegale che dura ormai da giorni”. Inoltre, Bianco si lascia andare ad una dichiarazione “al volo”, ripresa e pubblicata da “La Sicilia” di oggi, a pagina 16, che ha fatto infuriare non poco gli sfrattati: ” Loro – dice Bianco – una casa ce l’hanno, se tutti quelli che vogliono un lavoro occupassero punti sensibili della città finirebbe in caos. Questa è una situazione che va affrontata nelle giuste sedi e con le giuste modalità”.
“Non sappiamo di che cosa parla il sindaco – è la replica raccolta stamattina da Contropiano davanti alla cattedrale – Di quale case parla il sindaco? Ce le ha date lui queste case? Sono le stesse case che ci aveva promesso durante la campagna elettorale? Non le abbiamo vai avute… Parla anche di lavoro. Qui, siamo in stragrande maggioranza disoccupati… Il sindaco Bianco venga qui, e andiamo assieme in queste case e nei nostri posti di lavoro!”.
Se il sindaco “dialoga” a distanza, l’arcivescovo blinda la cattedrale e la Digos tiene la protesta sottocontrollo, sul sagrato ci sono state solo le ragazze e i ragazzi della Comunità Resistente Piazzetta e i militanti della Federarazione Del Sociale USB: “Cosa deve accadere per dare delle risposte reali a queste famiglie? Purtroppo la grave situazione dei “Disagiati” non è un caso limite, in una città dove sfratti e sgomberi sono il simbolo del crescente impoverimento delle classi sociali più deboli. La Federazione del sociale USB Catania, esprimendo la propria solidarietà alle famiglie catanesi in lotta per un tetto, difende e rilancia il ruolo delle case popolari come vero e proprio salario indiretto”.
In attesa che Bianco mostri case e posti di lavoro, il fronte dei “disagiati” si allarga, con l’arrivo di alcune famiglia provenienti dal Villaggio Sant’Agata.
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