Si è svolta ieri, a Catania, presso il “Midulla Centro Polifunzionale – San Cristoforo”, la prima assemblea pubblica per la presentazione del progetto politico ed elettorale denominato”Potere al Popolo”, progetto lanciato a livello nazionale dal centro sociale napoletano “Ex OPG Occupato – Je so’ pazzo”. A promuovere l’iniziativa a Catania è la “Comunità Resistente Piazzetta”, in gran parte formata da studentesse e studenti medi e universitari.
Tante le foto e tanti i video sull’assemblea, che testimoniano la presenza di non meno di 200 persone, e fra di esse tanti volti noti della sinistra”radicale”etnea, e non pochi di essi hanno partecipato, recentemente, a vario titolo, alla campagna elettorale per le elezioni regionali sostenendo la lista “Cento Passi”, con Claudio Fava candidato presidente della regione.
In contemporanea con le varie iniziative nazionali di “Potere al Popolo”, la nascita di movimenti e partitelli sorti dalle continue scissioni che subisce il PD, portano in tanti – non tutti in buona fede – a dire o pensare che “Potere al Popolo “non è altro che una delle tante scissioni consumate”a sinistra”.
Su questo argomento, la “Piazzetta” ha divulgato un comunicato attraverso la pagina su Facebook:
“Lacerazioni? Scissioni? Litigate? Niente di tutto questo!
Che significa il titolo di questo post?
Vogliamo rispondere semplicemente a tutti coloro che pensano che il progetto politico Potere al Popolo sia l’ennesima scissione a sinistra e dunque “mannaggia a quelli di sinistra che si scindono sempre”. No. Non è esattamente così. Non è per niente così.
Nessuna lacerazione: qui si afferma l’identità di un’area politica di questo paese che lotta ogni giorno, che non ha dirigenti di partito, composta non da politici e politicanti, ma da attivisti, vecchi militanti, giovani sognatori, donne, lavoratori, precari, disoccupati, immigrati. Soggetti reali che vogliono mettersi in gioco. Realtà di base che intervengono politicamente nel proprio territorio prima, durante e dopo le elezioni, che nei quartieri popolari esistono già, e anche da anni.
Ieri ce lo siamo detti: l’assemblea territoriale Potere al Popolo al Midulla è andata parecchio bene: tanto entusiasmo, tanta gioia, tanta unità d’intenti, tanta gente, volti nuovi, soggetti reali e non solo attivisti. Mentre noi ci riunivamo in un posto occupato, dentro un quartiere popolare, a Roma il trio Sinistra Italiana-MDP-Possibile presentava il suo progetto. Pare debba chiamarsi “Libertà e uguaglianza”. Bel binomio. Reale? Chissà.
Certo, la platea non è che a noi rassicuri molto: Fassina, D’Alema, Bersani, giusto per citarne tre a casaccio.
E se a Roma si riunivano i politici per formare in un teatro una sinistra, a Catania personaggi noti prendevano parola: Antonino, 22 anni, lavoratore, così lavoratore che lavora 10 ore al giorno “percependo un cazzo”, come si dice nel linguaggio politico. Elisabetta, 19 anni, che vive in una condizione di disagio economico così evidente che non sa se potrà continuare i suoi studi all’università, dato che le borse di studio quest’anno sono veramente poche (lei è idonea, eh!). Oumar, ragazzo di 16 anni, ha dovuto affrontare uno dei tanti viaggi tra la vita e la morte per arrivare in Italia e ambire ad una vita dignitosa.
Noi non è che stiamo formando la sinistra della sinistra del PD.
Noi stiamo cercando di creare un qualcosa che riesca a guardare oltre l’orizzonte elezioni, voti, seggi, poltrone, stipendi, riforme. Certo, che ben venga qualche attivista in Parlamento capace di crearsi uno spazio di visibilità; ma che ben venga la costruzione di un movimento popolare che scende nelle piazze, che riprende con la forza della ragione i propri diritti, che occupa, che si riappropria degli spazi abbandonati, che si oppone alle guerre e al militarismo, alle usurpazioni dei territori, che si oppone all’oppressione e allo sfruttamento.
Che ben venga questo passaggio. Altro che sinistra della sinistra al PD, che al mercato mio padre comprò!
Qui non ci stiamo distaccando da niente. Nessuna lacerazione. Nessun bisticcio. Stiamo emergendo dal basso e vogliamo assaltare le stelle. Andare dalla terra al cielo. Sognare ancora, e ancora una volta. Lottare, creare. Potere popolare!”.
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