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Catania. Ieri città blindata per Salvini. La Sicilia in piazza: “vattene!”

Salvini ieri in tribunale, a Catania, imputato per il caso Gregoretti e al di là della vasta zona rossa, che ha contato l’impiego di 500 poliziotti e carabinieri, a circa 300 metri di distanza, la manifestazione regionale promossa dalla rete “Mai con Salvini”. Una manifestazione che si è  caratterizzata per la partecipazione di centinaia di aderenti a movimenti, partiti, sindacati di base: Spazi Sociali Catania, LPS-Liberi Pensieri Studenteschi, Non una di meno, USB, Sicilia Libertaria, CAS, Potere il Popolo, PCI, Fgci, SiCobas Messina, PCL, Sinistra Anticapitalista, Cobas,  Pmli, NO MUOS e altri ancora. Presenti parecchi anche esponenti dell’area indipendentista, fra cui l’architetto  Erasmo Vecchio (Identità  Siciliana) e lo scrittore Mario Di Mauro (Terra e LiberAzione).

Quando il corteo, partito da Piazza Trento, ha raggiunto Piazza Verga, nei pressi del tribunale, i manifestanti hanno lanciato  centinaia di rotoli di carta igienica con impresso il volto di Salvini che hanno “travolto” gli agenti della Digos e i celerini in assetto di carica. A ridosso della transenna che delimitava la zona rossa sono state bruciate, utilizzando un fumogeno, due bandiere, una della Lega Nord e una del Pd.

A proposito del PD. Nei giorni precedenti c’era  stato, da parte della segreteria del PD di Catania, un comunicato con  cui i diemme avevano tentato di strumentalizzare la manifestazione. Alcuni  rappresentati del PD e della CGIL, senza bandiere, guidati da un silenzioso Angelo Villari, da poco “proclamato” segretario del PD etneo, erano presenti in ordine sparso nella coda del corteo dal quale continuamente si alzava lo slogan “MINNITI, SALVINI, ASSASSINI!”.

Dallo stesso microfono, posto su un furgone, parecchi interventi hanno ricordato le politiche fasciste del PD contro i migranti. Insomma, Villari e i suoi se la sono cercata e se  avessero portato le loro bandiere sarebbero stati  cacciati dal corteo, come  accaduto al porto due anni fa durante “le 5 Giornate di Catania”, in occasione  delle manifestazioni per chiedere la liberazione dei migranti sequestrati da Salvini sulla Diciotti.

La Procura di Catania intanto ha nuovamente richiesto, per i reati contestati a Salvini – come già aveva fatto nella prima fase del procedimento -, l’archiviazione. Il processo è stato di fatto rinviato e continuerà il 20 novembre, data della prossima udienza stabilita dal Gup che ha accolto un’altra richiesta della difesa e delle parti civili, quella di sentire in audizione, come ulteriore attività istruttoria, il premier Giuseppe Conte e i ministri Luciana Lamorgese e Luigi Di Maio, dell’attuale governo, e gli ex ministri Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli.
Il 20 novembre saranno sentiti Conte e gli ex ministri Toninelli e Trenta, mentre il 4 dicembre toccherà ai ministri Di Maio e Lamorgese

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