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Nell’entroterra siciliano ci vuole più coraggio a rimanere che ad andarsene

Il radicamento del sindacato di base e il fronte della sinistra di classe è missione assai difficile nel contesto inerente all’entroterra siciliano.

Territori come Caltanissetta ed Enna sono territori dimenticati, in cui il proletariato tutto, incluso il sottoproletariato, hanno subìto soprusi, tanto da creare un clima di rassegnazione, portando i lavoratori, gli studenti ed i disoccupati ad abbassare la testa.

È il territorio con la più alta percentuale di fughe all’estero, mentre, chi rimane, è costretto a farsi “reclutare” dal “caporale” che può fare di colui tutto quello che vuole.

Tanti giovani sono schiavi del caporalato (laureati compresi) perché a volte ci vuole più coraggio a rimanere che ad andarsene.

Non ci sono soltanto stranieri schiavizzati, ma anche nostri connazionali la cui età va dai 18 ai 60 anni.

C’è da lavorare molto su questa porzione di Sicilia abbandonata.

Noi mettiamo il nostro impegno.

Il futuro è scritto adesso servono le braccia per sostenerlo e le gambe per farlo camminare.

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