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Catania, occupato simbolicamente l’ex ospedale Santo Bambino

Ieri mattina, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, a Catania un corteo prevalentemente composto di giovanissime e giovanissimi, indetto dalla rete di studentesse e di studenti, è  partito da piazza Roma e si è concluso nello spiazzale di fronte all’ingresso del liceo Spedalieri.

Nel tratto di via Lago di Nicito, alcune ragazze hanno posto dei cartelli davanti ad una nota farmacia per contestare la TamponTax.

Subito dopo il corteo  ha raggiunto e occupato simbolicamente , suscitando il panico fra  Digos e carabinieri presenti, l’ex Ospedale gineco – ostetrico Santo Bambino.

La promessa che è arrivata dal corteo è stata chiara e forte: “Saremo spine nel fianco del patriarcato! Abbiamo attraversato con la lotta femminista e transfemminista la città, bruciando le frasi della giustizia patriarcale, contestando la TamponTax e occupando simbolicamente l’ex Ospedale  Santo Bambino, luogo delle donne da centinaia di anni, che vogluamo ri-prenderci pezzo per pezzo!

Vogliamo essere le Spine nel Fianco di questo sistema patriarcale che costantemente ci opprime, non permettendoci di respirare e ci rinchiude in delle gabbie che non ci appartengono e che vogliamo distruggere!

Siamo scese in piazza durante la giornata mondiale contro la violenza sulle donne e di genere per dare un segnale serio ed essenziale.

Nel 2021 è arrivato il momento di ribaltare la violenza che ogni giorno subiamo nelle strade, nelle case, nelle scuole e nelle università, dentro i luoghi della giustizia e negli ospedali!

Siamo scese e in piazza il 25 novembre perché solo in Italia quest’anno sono morte 83 donne, perché non ne possiamo più di essere molestate dentro le scuole, le università o mentre andiamo a prenderci un caffè, perché vogliamo una formazione che sia femminista e transfemmista, e non che metta costantemente al centro uno stereotipo di uomo e di mascolinità tossica!

E ancora, Siamo scese in piazza il 25 novembre perché vogliamo un’educazione sessuale, al consenso e al genere che sia reale e non fasulla. Che metta al centro i nostri desideri e una conoscenza dei nostri corpi che è essenziale e di cui non ci dobbiamo vergognare!

Siamo scese in piazza il 25 novembre perché i nostri corpi non sono territorio di nessuno, perché non è importante come io sia vestita, la colpa non è mai la mia e nessuno dovrebbe mai affermare il contrario!“.

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