Dopo il raddoppio delle tariffe per le mense scolastiche, il taglio ai servizi per studentesse e studenti di ogni ordine e grado con disabilità:
a) 23 settembre, approvata la Delibera di Giunta del Comune di Catania, numero 193, che stabilisce “di attivare, il servizio di Assistenza all’Autonomia e Comunicazione in favore di alunni con disabilità frequentanti le scuole pubbliche dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado anno scolastico 2024/2025, operando una rimodulazione, per ciascun alunno, del monte orario settimanale, con una riduzione del 15% circa, al fine di un adeguamento della spesa agli stanziamenti in bilancio”.
b) 28 ottobre, il Sindaco della Città Metropolitana di Catania, Enrico Trantino, emana il Decreto numero 199 con il quale stabilisce di “proseguire il Servizio di Assistenza all’Autonomia e Comunicazione in favore degli alunni frequentanti gli Istituti Scolastici di competenza della Città Metropolitana di Catania, anno Scolastico / Universitario 2024/2025 operando una rimodulazione per ciascun alunno del monte orario settimanale proposto nei rispettivi P.E.I. con una riduzione del 15%, ad esclusione dei disabili sensoriali, in considerazione della notevole insufficienza delle risorse assegnate dalla Regione Sicilia per l’espletamento di tale Funzione Delegata, finanziando i Servizi in argomento sino al 31 Dicembre con fondi a carico dell’Ente”.
Insomma, con questi due atti è duramente attaccato il diritto allo studio di chi è in condizione di disabilità, attacco che avviene in pieno anno scolastico, stravolgendo la programmazione scolastica e i percorsi per l’inclusione.
Ma, considerando che è di competenza dell’ASL, stabilire quante ore di assistenza sono necessarie alla singola studentessaa e al singolo studente per poter frequentare le lezioni e le attività scolastiche/universitarie, come fanno e come possono il sindaco Trantino e la sua giunta modificare la decisione dell’ASL?
Inoltre, c’è anche da evidenziare che i tagli decisi, colpiscono centinaia di lavoratrici e lavoratori che subiranno la riduzione di ore di lavoro e, quindi, un’ulteriore aggravarsi del loro stato di precarietà.
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