Mentre abbondano gli “auguri a te e famiglia”, mentre il “salotto buono” della città è sempre più illuminato a festa con “tutte e tutti contenti e felici”, mentre è previsto in piazza Duomo un concerto di fine anno dal costo di 2 milioni di euro per le casse regionali, mentre aumenta vertiginosamente il numero di donne e di uomini che dormono per strada, mentre accade altro “ancora di più”, a Catania, nell’assoluto rumoroso silenzio, Filt Cgil e Fit Cisl decidono di accettare, nonostante il voto negativo espresso dalle lavoratrici e dei lavoratori al referendum avvenuto all’interno dell’AMTS, l’accordo contrattuale aziendale.
-Deboli con i forti.
Un atto autoritario di Cgil e Cisl nei confronti delle scelte delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Amts e nello stesso tempo un atto di capitolazione nei confronti dell’Amts Spa.
-Forti con i deboli.
“Alla luce dei dati, considerato che l’esito referendario è stato negativo per pochi voti” e, quindi, i due sindacati concertativi hanno dato la loro disponibilità alla sottoscrizione dell’accordo aziendale 2025-26: i “pochi voti” di scarto che hanno/avevano sancito il NO all’accordo sono 38.
Ecco il risultato del referendum:
-767 dipendenti aventi diritto
-247 astenuti
-570 votanti
-264 favorevoli
-302 contrari
-4 voti nulli.
Ci chiediamo, qual è il concetto di democrazia dei sindacati concertativi, in questo caso di Cgil e Cisl?
Quello di essere forti con i deboli e deboli con forti?
E la “rivolta sociale” di Maurizio Landini? Aria fritta!
Aria fritta, anche a Catania, la città che detiene il primato di funzionari di Cgil-Cisl-Uil che lasciano l’incarico sindacale per un posto nella giunta comunale.
Concludendo, un’altra domanda che è anche una considerazione: e se le lavoratrici e i lavoratori dell’Amts decidessero di non riconoscere le firme dei sindacalisti che firmano con l’azienda un contratto che hanno rifiutato attraverso un corretto referendum?
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