Gli abitanti della palazzina occupata da quasi 10 anni, sita in via Calatabiano n°49, edificio abbandonato all’usura del tempo dai vari proprietari che si sono succeduti -attualmente la proprietà è una immobiliare – alle ore 8 di stamattina hanno ricevuto “manu militari” l’ordine di sgombero.
Lo sgombero della palazzina è avvenuto con un dispiegamento massiccio di Celerini, Digos, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili Urbani e con l’ausilio di una squadra di Vigili del Fuoco armata con tutti gli arnesi previsti per lo scasso.
Sul posto anche un’ambulanza del 118 e i tecnici dell’Enel che hanno provveduto a scollegare l’energia elettrica dall’edificio. Presente anche un autobus dell’Amts per trasportare gli sfrattati in due immobili comunali di Picanello, a testimonianza che lo sgombero è stato ampiamente pianificato con la partecipazione attiva del Comune di Catania.
Infatti, abbiamo appreso da Viviana Lombardo, assessora comunale ai Beni confiscati del Comune, che “gli abitanti sgomberati sono stati trasferiti in due immobili confiscati alla mafia.
Uno è una palazzina di tre piani in via Villa Glori, che potrà ospitare almeno 3 famiglie, e un altro molto grande ma su un unico piano in via Bernardini. Gli immobili sono pronti da abitare e hanno anche i condizionatori con pompa di calore e sono presenti le utenze. Insomma, abbiamo pensato a tutto prima di procedere allo sgombero”.
Ci chiediamo, ma visto che il comune aveva già “pensato a tutto” individuando le abitazioni – anche se ancora non si sa che tipologia di contratto abitativo sarà stipulato – perché si è messo in moto lo sgombero coatto con l’impiego sproporzionato delle forze di polizia che ha praticamente messo sotto stato d’assedio gran parte del quartiere della Consolazione?
L’occupazione di via Calatabiano 49 in questi anni ha rappresentato un vero e proprio esempio e di grande valore realizzato direttamente da famiglie e individualità con disagio economico a cui però non è mancata la solidarietà e la vicinanza fisica della Catania solidale, come di noi di Asia Usb.
E nel mostrare i muscoli della repressione, stamattina in via Calatabiano si è voluto principalmente colpire il significato, il grande valore dell’esempio trasmesso dalle famiglie e dalle individualità oggi sgomberare e trasferite.
Una prova di forza repressiva preventiva in piena sintonia con il DDLL Sicurezza che sta per essere approvato dal parlamento.
Intanto, mentre a Catania continuano a sorgere palazzi per i ricchi, ad ampliare le zone rosse che colpiscono principalmente chi dorme per strada – senza fissa dimora e senza tetto – nulla viene fatto per arginare gli sfratti, sgomberi e pignoramenti per morosità non colpevole che quotidianamente avvengono in città. Contemporaneamente non si contano più le persone escluse dalla possibilità di accedere ad un contratto abitativo o alla proprietà immobiliare attraverso un mutuo o che non riescono ad ottenere un alloggio popolare pur avendone i requisiti: il diritto all’abitare a Catania è negato!
CON GLI ABITANTI SGOMBERATI DI VIA CALATABIANO, PERCHÉ LA LORO LOTTA PER IL DIRITTO ALL’ABITARE NON SI È ANCORA CONCLUSA.
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