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Per Samb e Diop, fuori i fascisti da Firenze, fuori il razzismo dalla Storia!

Il 13 dicembre 2011 Gianluca Casseri, fascista di Casapound, sparava in piazza Dalmazia uccidendo due lavoratori senegalesi, Samb Modou e Diop Mor, e ferendo quasi mortalmente un terzo, Sougou Mor, rimasto paralizzato a vita.

Questo crimine orrendo fu rapidamente sminuito come il gesto di un pazzo isolato da parte dell’allora sindaco Renzi e del PD, dai giornalisti e dalla questura. Le indagini furono condotte in modo ridicolo, ignorando gli indizi che potessero compromettere Casapound ma anche far emergere i legami imbarazzanti del Casseri con la questura di Pistoia. Il giorno dopo la strage i referenti cittadini di Casapound erano in televisione a dibattere con i giornalisti, e la loro dissociazione fu prontamente accettata e legittimata dalle istituzioni. I fascisti ottennero così quello che a loro preme tantissimo, ovvero preservare la presentabilità della loro organizzazione rispetto al sistema,in barba alla loro propaganda fintamente antisistema.

A 6 anni di distanza vogliamo ricordare e ribadire che questi sono i fatti successi nella nostra città, come abbiamo sempre fatto da allora, perché pensiamo che debbano restare per sempre vivi e presenti nell’attenzione e nella tensione di tutti gli antifascisti. La strage di piazza Dalmazia fa pienamente parte della nostra memoria collettiva, rappresenta l’ennesimo tragico momento di una lunga scia di sangue di cui i fascisti si sono resi colpevoli nei decenni di cosiddetta convivenza democratica. Una catena di aggressioni, bombe, attentati, realizzati con la copertura, la complicità e il sostegno di apparati dello Stato e delle strutture NATO presenti nel territorio italiano. Per questo vogliamo sottolineare come antifascisti che per noi la data del 13 dicembre 2011 si lega idealmente a quella del 12 dicembre 1969, quando in piazza Fontana a Milano i fascisti uccisero 17 persone con una bomba piazzata in un banca.

Il copione della violenza e della dissociazione i fascisti di Casapound l’hanno sempre ripetuto ad ogni aggressione, ad ogni episodio di corruzione, malaffare, narcotraffico che li ha visti coinvolti in questi anni. E, a Firenze come nelle altre città, hanno sempre trovato politici e giornalisti pronti a difenderli in nome della “libertà di espressione”, sbirri e giudici pronti a perseguire e condannare chiunque si opponesse concretamente alla loro presenza, a Coverciano così come nel resto della città. Oggi è dalla sede di via Felice Fontana a San Jacopino che cercano di costruire le loro campagne contro i migranti, sfruttando la propaganda anti degrado costruita e cavalcata da quei politici che sono i principali responsabili del peggioramento delle condizioni di vita nei quartieri attraverso i tagli ai servizi pubblici, all’istruzione, alla sanità, all’edilizia pubblica. I fascisti cercano di svolgere così quella che è da sempre la loro principale funzione, quella di dividere le classi popolari, additare i colpevoli nei più deboli e sviare la rabbia dai veri responsabili, perché chi ci toglie lavoro, diritti e casa sono i padroni che ci licenziano, ci sfruttano e ci sfrattano, non certo i migranti.

In questo la propaganda fascista non è diversa da quella dei partiti istituzionali, PD in testa, che con Renzi prima e Nardella poi hanno fatto della repressione contro i diversi e gli incompatibili una bandiera, con le squadre antidegrado della municipale, e poi hanno sostenuto provvedimenti come il DASPO urbano e il decreto Minniti-Orlando, o hanno applaudito alle politiche UE e agli accordi con la Libia che condannano donne, uomini, bambini a perdere la vita nel Mediterraneo e a finire rinchiusi nei CIE italiani o nei lager libici. A ben vedere l’unica cosa che sembra dividerli sono gli interessi che non sempre coincidono. Da una parte le mani in pasta del PD nel business della cosiddetta accoglienza attraverso cui le cooperative fanno affari sulla pelle dei migranti, un business dove anche i fascisti non esitano certo a gettarsi come dimostrano i fatti di mafia capitale. Dall’altra la lotta per strapparsi voti facendo la gara a chi è più reazionario e guerrafondaio, a chi più specula sulla paura e sulle emergenze per creare vere e proprie guerre tra poveri.

Secondo noi la realtà non si può più ignorare e, se mai qualcuno ha pensato che l’antifascismo potesse essere delegato ad una risposta istituzionale, oggi è più che mai evidente che l’unica risposta reale è quella che si costruisce dal basso, riempiendo i quartieri e le strade dei nostri valori, dei nostri contenuti e di pratiche di solidarietà popolare che sappiano rispondere davvero ai reali bisogni di chi li vive. Per questo ci appelliamo a tutti gli antifascisti ad essere presenti in piazza il 16 dicembre per ricordare Samb e Diop e insieme tutte le altre vittime della violenza fascista, per ribadire che non c’è spazio per i razzisti e i loro covi nella nostra città, e che la vogliamo libera dagli sceriffi alla Nardella e dalle politiche repressive del suo partito.

Assemblea  pubblica, 12 dicembre ore 21 – SMS di Rifredi – Via Vittorio Emanuele II, 303

Corteo antifascista, 16 dicembre ore 15 – piazza di S. Jacopino


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