Il 25 aprile delle istituzioni è diventata una giornata triste e vuota. Le celebrazioni sono, ormai, popolate solo da personaggi che, slegati dalla realtà che li circonda, ricordano l’antifascismo per convenzione senza farne parte nè condividerne gli ideali. E’ questo sicuramente il caso del sindaco Nardella che, in perfetto stile fascistoide, ha fatto della repressione e della lotta al degrado i suoi cavalli di battaglia. Celebrazioni che dovrebbero rimanere isolate in quanto frutto di opportunismo e calcoli politici e non della condivisione di una memoria storica di resistenza.
A Firenze un corteo di circa 50 persone avrebbe voluto comunque prendere parola in questa piazza triste. La Questura ha, però, deciso che istituzioni e celebrazioni ufficiali non devono essere contestate e ai giovani antifascisti è stato impedito di entrare in piazza Santa Croce. Non contenti Digos e Questura hanno malmenato alcuni e arrestato 4 persone: resistenza e lesioni a pubblico ufficiale i reati contestati. La flagranza permette l’arresto ed il processo per direttissima. I 4 sono stati liberati dopo l’udienza che ha rimandato al 28 maggio, per tre degli arrestati, il processo mentre un ragazzo è stato prosciolto. Anche in questo caso la magistratura, inquirente e giudicante, si è quasi completamente allineata alla Questura.
Che il clima politico e repressivo sia in via di continuo peggioramento lo sappiamo bene come sappiamo fin troppo bene come digos e polizia proteggano i potenti.
Conosciamo allo stesso modo i trascorsi del Dirigente Digos Pifferi, già protagonista alla Scuola Diaz a Genova nel 2001, e noi non dimentichiamo che fu uno di quelli che contribuì a far diventare Genova la mattanza che ricordiamo. Difficile dimenticare, poi, che l’antifascismo sbandierato il 25 aprile sia oggettivamente represso ogni giorno: ce lo raccontano le decine e decine di denunce e processi che tanti militanti subiscono in tutta la penisola.
Abbiamo consapevolezza del clima che ci circonda, ma gli eventi di ieri meritano comunque alcune parole. 4 arresti il giorno del 25 aprile a fronte di 40/50 persone armate di megafono e 4 cartelli dimostrano tutta la sua carica reazionaria. Si, appare sospetta la volontà con cui sono avvenuti gli arresti, come se la digos avesse voluto dimostrare che a Firenze non si possono contestare le istituzioni, pena arresto e processi per direttissima nonostante nulla sia accaduto. La solita logica del “che valga d’esempio per tutti”.
Tanto più che le stesse volontà di legge ed ordine non le vediamo su altre indagini che riguardano polizia ed istituzioni da più vicino come nel caso dell’ordigno scoppiato negli armadietti della caserma della Questura a febbraio o i finti ordigni trovati in luoghi quantomeno discutibili, come quello davanti alla scuola di San Jacopino. Ma ovviamente anche questo non dovrebbe stupirci dato che si tratta della stessa Questura per cui l’assassino di Casa Pound Gianluca Casseri, autore della strage dei senegalesi di Piazza Dalmazia, era solo un folle e mai è stato possibile scoprire chi gli abbia svuotato casa e computer prima che arrivassero gli “investigatori”.
Tanti casi sospetti in una città, ed in un Paese, che hanno visto bombe nelle strade e provocazioni fasciste e di uomini delle istituzioni attraversare la storia fino ad oggi.
Molto più semplice arrestare 4 giovani antifascisti e picchiare i solidali piuttosto che cercare la verità e non lasciare che i veri crimini vengano dimenticati.
Noi non dimentichiamo e, per questo, continuiamo e continueremo ad essere e praticare antifascismo, oggi come ieri.
Solidarietà per gli/le antifascisti/e
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