Presidio di Potere al Popolo! Pisa per la giornata mondiale del 25 gennaio al mercato di Via Paparelli dalle ore 10
Il 2020 è iniziato con una nuova fiammata di guerra in Iraq, grazie ad un attentato terroristico ordito dall’amministrazione USA a Baghdad, che ha ucciso il generale iraniano Qasem Soleimani, Abu Mahdi Al Muhandis, leader delle milizie popolari irachene e di altri sette militari iraniani e iracheni.
Un attentato che ha l’obiettivo di imporre di nuovo l’egemonia statunitense in Medio Oriente, area strategica per il mercato mondiale degli idrocarburi. In questi anni abbiamo assistito ad un progressivo ridimensionamento del ruolo USA , dall’Afghanistan all’Iraq, dove le aggressioni occidentali guidate dalle varie amministrazioni nordamericane sono oramai impantanate ed incapaci di esercitare quel controllo che garantisce lo sfruttamento delle immense risorse petrolifere e di gas a favore delle multinazionali a stelle e strisce ed europee. La sonora sconfitta in Siria, in seguito all’ingresso nello scenario bellico di Russia e Iran, ha determinato un nuovo equilibrio delle forze che l’amministrazione Trump intende rovesciare con gli strumenti che conosciamo bene: terrorismo, massacri, aggressioni militari, campagne mediatiche che legittimano ogni scempio del diritto internazionale.
Gli eventi di queste settimane avvengono in uno scenario internazionale profondamente mutato, nel quale agiscono potenze in grado di far fronte alla violenza unilaterale USA con altra violenza e capacità militari, in un conflitto di “tutti contro tutti” che ricorda, con le dovute differenze storiche, gli anni che precedettero la prima guerra mondiale. Russia, Cina, Unione Europea e paesi satelliti stanno dando filo da torcere alla decadente economia d’oltre oceano, in ogni quadrante internazionale determinando diversi tipi di conflitto, dai dazi agli embarghi, dai golpe in America Latina alle guerre guerreggiate.
La NATO sta venendo progressivamente meno al suo compito di “camera di compensazione” tra paesi una volta alleati. La Turchia che invia truppe in Libia e l’Unione Europea che lavora alacremente alla costruzione di un proprio esercito europeo ne sono la dimostrazione lampante.
Gli alleati della pace non sono certo tra i promotori di questa nuova epoca di competizione globale interimperialistica. Solo i popoli in lotta per la propria autodeterminazione potranno essere nostri compagni, se si metteranno nella prospettiva di una coerente mobilitazione antimperialista ed anticolonialista.
In questo scenario pensiamo che il movimento contro la guerra si debba dare obiettivi chiari, che indichino i guerrafondai a partire dai propri paesi e continenti. In Europa e, quindi, in Italia, i promotori della guerra sono le politiche dell’Unione Europea e del governo Conte bis, che lavorano esclusivamente per strappare, anche con la forza delle armi, fette di territori ambiti per le risorse energetiche, per la mano d’opera a basso costo e per posizioni geostrategiche.
L’inanità militare e diplomatica dell’Unione Europea su questo terreno viene superata dalla “Iniziativa Europea d’intervento”, costituita da Macron il 25 giugno 2018, alla quale hanno aderito Germania, Regno Unito, Spagna, Portogallo, Olanda, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia e dal 21 settembre 2019 anche l’Italia del governo Conte Bis. Una armata di guerra che distrugge definitivamente l’ipocrita aurea di “Continente di pace” costruita dagli apologeti del nascente polo imperialista europeo.
In questo scenario l’attuale governo giallo “rosso(?)” mantiene intatta la politica estera aggressiva e militarista perseguita in questi anni in maniera bipartisan. Per questo, come durante la mobilitazione contro la base di camp Darby di sabato 12 gennaio, proponiamo un programma di mobilitazione su questi sei punti:
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chiudere le basi militari USA in Italia e rendere indisponibili le strutture in uso alla NATO. In caso di guerra la nostra penisola sarà usata come piattaforma logistica. Bisogna render chiaro da subito che stavolta il nostro paese non sarà disponibile.
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Ritirare immediatamente i contingenti militari impegnati in missioni all’estero, in primis da Iraq e Kuwait, dove sono impegnati 926 militari;
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Impedire il possibile trasferimento delle testate nucleari dalla Turchia all’Italia. Washington vuole spostare le armi nucleari nel nostro paese perché non si fida più del secondo esercito della NATO dopo quello statunitense.
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Bloccare immediatamente l’acquisto degli F35. l’Italia spende miliardi per armi inutili, soldi che potrebbero invece essere usati per mettere in sicurezza il territorio o per istruzione, sanità, lavoro.
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Uscire subito dalla NATO, che ci costringe ad aumentare le spese militari e a dispiegare militari in giro per il mondo per la tutela di interessi commerciali, finanziari e industriali che non sono popolari. Dobbiamo consegnare la NATO alla storia.
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Denunciare e bloccare le spese militari dell’Unione Europea per la costruzione di un esercito continentale a fini imperialistici e di aggressione contro i popoli dentro e fuori l’Europa. Non a caso le spese militari sono state messe in salvo dal Fiscal Compact, che invece taglia tutti i servizi sociali.
Solo la mobilitazione popolare può costringere i governi ad agire a favore della pace e a fermare piani criminali che producono lutti per i popoli del mondo e tasche ancor più piene per chi, in una fase di crisi dei profitti, cerca di accaparrarsi soldi fatti sul nostro sangue.
Chi si attarda a scendere in piazza su questi temi con gli alleati sociali e sindacali del PD, forza costituente dell’attuale governo, porterà il movimento pacifista ad una nuova, amara sconfitta, come lo è stato per il precedente, sorto contro le aggressioni prima alla ex Jugoslavia, poi all’Iraq ed all’Afghanistan.
Potere al Popolo! non intende imboccare di nuovo una strada di doppiezze ed ambiguità nella lotta per la pace. Gli alleati del PD e del governo Conte bis devono stare lontani dalle piazze dei sinceri pacifisti.
Sabato 25 gennaio, in occasione della giornata mondiale contro la guerra, saremo al mercato di Via Paparelli dalle ore 10 in poi, per parlare di pace con i soggetti che la guerra la subiscono tutti i giorni, grazie alle politiche antisociali e guerrafondaie di USA e Unione Europea, ma anche del PD e della Lega, due facce della stessa medaglia.
Al presidio sono invitate tutte le forze genuinamente pacifiste, internazionaliste e antimperialiste.
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