L’Unione Sindacale di Base Confederazione Toscana aderisce e partecipa alla manifestazione nazionale di sabato 11 marzo a Piombino. Una mobilitazione promossa dalla rete NoGas e dal gruppo “Per il Clima, Fuori dal Fossile” insieme ai comitati contro il rigassificatore di Piombino.
La lotta dei cittadini e dei lavoratori di Piombino, che da un anno si oppongono all’installazione di un enorme ed estremamente pericoloso impianto di rigassificazione nel piccolo porto della città Toscana, si allarga anche alle altre realtà e movimenti che combattono contro la crisi climatica, l’uscita dal fossile e per le energie rinnovabili.
Un dato estremamente positivo. La battaglia contro il rigassificatore di Piombino è la stessa portata avanti da decine di territori che resistono alle devastazioni ambientali. È la stessa di chi si oppone alle speculazioni delle multinazionali del fossile che, grazie alla guerra, hanno trovato nuovo impulso per incassare miliardi di euro.
Mentre i lavoratori percepisco stipendi da fame, i più bassi d’Europa, nessun Governo ha messo in discussione gli extraprofitti di società come ENI. Il nostro Paese continua a essere esposto alle conseguenze di una guerra devastante che stiamo già pagando tutti noi in termini di minor investimenti nei servizi pubblici al fine di continuare a inviare armi al fronte ucraino.
Contemporaneamente il nostro Paese ha deciso che non sia il momento per investire nelle energie rinnovabili, ma quello di diventare una grande piattaforma di transito per il gas. Gas che pagheremo 4 volte di più rispetto a quello russo! Una scelta che ci allontana sempre di più da una vera transizione ecologica che non sia solo di facciata. La transizione può e deve salvaguardare anche i lavoratori e le lavoratrici.
Piombino è diventata un simbolo anche da questo punto di vista. Una delle acciaierie più grandi di Italia è stata consegnata nelle mani di un’altra multinazionale. Sono oltre 1400 i lavoratori in cassa integrazione che aspettano da anni delle risposte per il loro futuro.
Mentre il rigassificatore non porterà neanche un posto di lavoro, i cassaintegrati hanno davanti solo pochi mesi di ammortizzatori sociali. Poi, con tutta probabilità, arriveranno licenziamenti di massa. Per il nuovo impianto lo Stato ha trovato immediatamente le risorse, per dare un futuro a questi lavoratori invece bisogna aspettare.
Dal 2008, anno in cui l’altoforno ex Lucchini ha colato per l’ultima volta acciaio, sia la Regione Toscana sia i vari Governi hanno promesso un rilancio della fabbrica, attraverso la riconversione con forni elettrici e nuovi impianti. Promesse mai mantenute, mentre ancora una volta il Governatore Giani annuncia l’ennesimo “memorandum” per Piombino.
Intanto anche a Taranto il Ministero e la proprietà dell’ex Ilva inseriscono l’installazione di un rigassificatore all’interno dell’accordo di programma per l’acciaieria. La strategia attuata è la medesima.
Per tutte queste ragioni saremo in piazza l’undici marzo a Piombino.
USB da sempre in prima linea per la difesa dell’ambiente e dell’occupazione invita i propri iscritti e le proprie iscritte a partecipare alla manifestazione che partirà dal cavalcavia di via Caduti del Lavoro alle 14.
Unione Sindacale di Base – Confederazione Toscana
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