Nella relazione del 29 giugno del disegno di legge per la conversione del DL Infrastrutture, il governo ha presentato alla commissione ambiente, turismo e lavori pubblici i nuovi dettagli con cui intende procedere alla realizzazione della base militare a San Rossore.
520 milioni di spesa prevista per i prossimi 10 anni e 130 ettari di consumo di suolo: 40 ha per il Gruppo Intervento Speciale dei carabinieri, 20 ha per il I° reggimento Tuscania, 40 ha circa per un poligono di tiro e una pista di addestramento a Pontedera, 30 ha per alloggi e impianti sportivi utilizzando il Centro Interforze Alti Studi Militari (Cisam), posizionato a circa due km dalla base USA di Camp Darby.
Per realizzare l’opera sono previste le misure di semplificazioni della legge “sblocca cantieri”, e delle misure per la realizzazione delle opere PNRR: questo significa minori controlli sulle condizioni di sicurezza sul lavoro e verifiche d’impatto ambientali sul lavori dalle ditte appaltanti.
Nella relazione si fa anche riferimento allo smantellamento del dismesso reattore nucleare sperimentale “G. Galilei” del Cisam, con cui, in assenza di un deposito nazionale è prevedibile un aumento del volume di scorie presenti nel sito mettendo ancora di più a rischio la popolazione.
La relazione del governo parla chiaramente d’intesa nell’individuazione delle aree e della progettazione delle sedi militari, raggiunta “con gli “Enti territoriali interessati (Regione Toscana, Provincia di Pisa, Comune di Pisa, Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli)”.
Se ce ne fosse bisogno ancora una volta, questa è l’ennesima conferma della trasversalità di un’intera classe politica che sceglie di allocare, in investimenti per la guerra, risorse che dovrebbero essere destinate per la prevenzione e messa in sicurezza del territorio, o ad affrontare i crescenti bisogni sociali, rafforzata dal silenzio di tutte le forze politiche in parlamento.
Il primo giugno a Roma, insieme ad altre 69 realtà aderenti, compreso il movimento No Base e 10000 persone in piazza, abbiamo visto le potenzialità di un’opposizione al Governo Meloni indipendente e autonoma da chi lavora per un’opposizione di comodo: compatibile con la guerra con l’ aumento delle spese militari, l’invio di armi in ucraina e israele, la legittimazione del genocidio dei palestinesi, la militarizzazione dei territori e l’accettazione dell’orizzonte della fedeltà alla NATO e al riarmo europeo e del complesso militare-industriale.
Con questa prospettiva di indipendenza e autonomia riteniamo sia possibile vincere la mobilitazione per fermare il governo nella realizzazione di questo ennesimo progetto devastante!
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