Venerdi 13 settembre l’assemblea regionale di Potere al Popolo Umbria ha ratificato la decisione di presentarsi alle prossime elezioni regionali.
Dall’assemblea del 13 luglio scorso abbiamo cercato una interlocuzione con le varie organizzazioni delle soggettività comuniste ed anticapitaliste, lo abbiamo fatto con l’intento di produrre un’aggregazione capace di difendere con più forza il blocco sociale che vive la crisi sulla propria pelle.
Lo abbiamo fatto con generosità e continueremo a farlo, nonostante le difficoltà incontrate, fino all’ultimo giorno disponibile. Non abbiamo voluto parlare in questo percorso con il sistema consociativo dell’Umbria, con i sindacati confederali o con le dirigenze del privato sociale, nè con le forze politiche del vecchio centrosinistra, che non aspettano altro se non gettarsi nell’ammucchiata governativa a guida Pd e M5s, travestite in mille maniere.
Noi non ci presentiamo per affermare la nostra identità, ma per produrre un primo segnale di conflitto a livello regionale in cui riconoscersi come un “noi” collettivo. Nella lista di Potere al Popolo mettiamo noi stessi e noi stesse, le nostre storie di precari, di ricattati dai padroni, di persone che lottano per la giustizia sociale e tentano di difendere il territorio dalle speculazioni e dagli inquinanti. Noi non dobbiamo dare voce a nessuno, ma prendercela per denunciare ciò che i padroni fanno alle nostre vite, alle nostre città, alla terra in cui viviamo.
Con questa lista vogliamo produrre uno scatto in avanti nella costruzione di una convergenza che possa poi tramutarsi in un blocco politico e sociale in grado di costruire opposizione alla nuova maggioranza di governo, qualunque essa sia. Perché noi già sappiamo che chiunque vinca non starà dalla nostra parte, ma da quella dei poteri forti. Per questo, la nostra lista non è altro che una entrata a gamba tesa contro il liberismo di Salvini e quello di Conte.
A noi i pericoli sono ben chiari, così come lo sono le lotte da fare, la solidarietà da generare, i nemici da contrastare.
Se è reale il pericolo di una maggioranza di centrodestra, che tenterà di mettere in campo le stesse politiche d’odio di Salvini, è meno percepito come tale il pericolo di un centrosinistra allargato ai 5S, che in questi anni non sono stati in grado di fermare la crisi sociale, mentre i poteri forti mettevano le mani sui territori devastandoli con cemento e speculazione.
PD, M5S e Lega, in questi anni di Governo nazionale e regionale, hanno lasciato le zone colpite dal terremoto in piena solitudine, così come hanno abbandonato le persone messe in ginocchio dalla crisi.
Hanno pensato di dividere l’Italia tra il nord dei ricchi ed il sud dei poveri con l’autonomia differenziata invece che ridistribuire le ricchezze. Noi vogliamo lottare per un programma che cambi radicalmente la modalità stessa della politica, per affermare il potere popolare contro il potere delle élites.
Per questo candidiamo a presidente Emiliano Camuzzi, compagno valido e generoso che ha sempre combattuto, senza risparmiarsi, dal lato giusto della barricata.
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