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Cona: a fuoco un tendone nel centro di prima accoglienza

Qualche minuto dopo l’approvazione del decreto sicurezza da parte del Consiglio di Ministri a Cona, nell’ex caserma adibita a centro di prima accoglienza in provincia di Venezia, un incendio ha raso al suolo uno dei tendoni all’interno del quale erano ospitati i migranti. Per domarlo, diverse autobotti dei vigili del fuoco che hanno lavorato per qualche ora lasciando la carcassa di un tendone bruciato, che faceva da casa a un centinaio di migranti.

Succede a Cona, dove ormai da qualche anno vengono ammassati centinaia di migranti, e dove quasi un anno fa una marcia di protesta ha dato la libertà a centinaia di persone rinchiuse li dentro, dando il via al processo di smantellamento del centro. Un processo evidentemente molto lento, visto i migranti che ad oggi vivono ancora all interno del centro di Cona sono piu di 400, e un processo che forse ha pure tutto l’interesse ad essere mantenuto tale, visto che la cooperativa che gestisce il centro è tutt oggi la Edecco, la stessa cooperativa indagata nell’ambito dell’inchiesta della magistratura di Padova, per collusioni con la prefettura.

Poche sono le righe che i giornali hanno dedicato alla faccenda, alcuni già additando la “colpa” ai migranti che avrebbero acceso un fornelletto vietato all’interno della tensostruttura per cucinarsi del cibo, mentre altre fonti rivelerebbero un problema di corrente. In entrambi i casi, si tratta con ogni probabilità di un incidente che si poteva evitare, ad esempio se le persone fossero state accolte in una struttura degna, fatta di muri e non di tendoni, non costrette ad accendere fuochi non idonei per scaldarsi o per cucinare, ad esempio.

Il bilancio del rogo è di due migranti rimasti intossicati dal fumo, e di molti effetti personali bruciati nelle fiamme, ma nemmeno una promessa di chiusura immediata del centro. “Non ci sono problemi per ospitare il centinaio di ospiti rimasti senza posto da dormire” scrive il Mattino “Infatti è già stato montato un altro tendone”. Come nelle migliori tendopoli. Ma come il decreto sicurezza non farà sparire i migranti perché non mira a fermare i processi di occupazione e aggressione dei territori di queste persone, nemmeno un tendone risolverà le condizioni del centro di prima accoglienza di Cona, perché non mira a chiuderlo e smantellare definitivamente questo sistema fallimentare di gestione dell’accoglienza. E intanto il business della gestione dei migranti va avanti!

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