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I ministri della cronaca nera

La cronaca nera è una brutta bestia. Desirée Mariottini, 16 anni, stuprata e uccisa a San Lorenzo, Roma.
Il Giornale, ieri, attaccava il suo pezzo parlando del fatto che la ragazza è stata ritrovata “senza vestito né mutandine”, perché qualcuno si crede Truman Capote, e invece sta soltanto eccedendo nel particolare per fare paura ai lettori.

Il ministro di polizia Matteo Salvini è andato nel quartiere, qualcuno l’ha contestato, qualcun altro lo ha applaudito, lui ha promesso che tornerà con una ruspa. Perché pare che a San Lorenzo ci sia un cartello di sovietici e spacciatori che tiene in ostaggio la zona. Opinione che ha una qualche affinità con l’idea che i Parioli siano l’ultima riserva della sinistra mondialista.

Oggi viene fuori che, per l’omicidio di Desirée hanno fermato due uomini (entrambi senegalesi) e che si cercano comunque altri complici.

La cronaca nera è una brutta bestia. Dopo un caso per certi versi simile – l’omicidio di Pamela Mastropietro a Macerata del gennaio scorso – un tizio ha cominciato a sparare per strada alla cieca. Alla cieca nel senso che mirava soltanto a quelli con la pelle nera.

Quarant’anni fa, in Italia, si dice che si dormisse praticamente con le porte aperte, mentre fuori c’era davvero un morto ammazzato al giorno, e se non era un morto ammazzato, era un gambizzato, o un rapito, o un massacrato di botte.

Oggi, in Italia, le rapine seguite da omicidio dell’ultimo anno sono state trenta (30) e il Parlamento vuole rivedere in maniera espansiva la legge sulla legittima difesa.

La cronaca nera, dicevamo, è una brutta bestia. Gli omicidi avvengono, gli stupri pure, le rapine anche: a ogni latitudine, in ogni paese, in ogni città, per tanti motivi, tutti diversi tra loro, spesso e volentieri contraddittori com’è l’animo umano. Per occuparsi di cronaca nera bisogna accettare il fatto che l’esistenza sia piena di aporie, che non si può spiegare sempre tutto, che a volte le cose semplicemente accadono, e sono orribili, o meravigliose, ma questo non cambia la sostanza della faccenda.

La cronaca nera è bella, anche se fa male, perché pagine e pagine di cronaca politica non spiegheranno mai la società come un buon pezzo di cronaca nera. I vecchi caporedattori dicono che “la cronaca nera è la pancia del giornale”, Poi, aggiunge qualcuno, “la politica ti dà autorevolezza”.

E questo vale anche al contrario: la cronaca nera è uno strumento di propaganda potentissimo. Cioè, che succede se è la cronaca nera a darti autorevolezza?

La risposta potrebbe essere inquietante.

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