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Turchia. Dopo il terremoto, sotto accusa i costruttori

Accuse ai costruttori disonesti ma anche sottolineature dell’unità del paese e dell’importanza delle nuove tecnologie che salvano vite umane spiccano oggi sui giornali turchi che coprono il terremoto di due giorni fa nell’est della Turchia. Il quotidiano Radikal punta il dito contro costruttori disonesti che hanno contribuito al crollo di palazzi a Van ed Ercis.

Il giornale sottolinea che non sono state applicate leggi antisismiche varate dopo il sisma del 1999 che nel nord-ovest causò più di 20 mila morti. Milliyet chiede al premier Recep Erdogan di prendere misure contro gli abusi edilizi che il quotidiano Vatan dettaglia parlando di colonne portanti intaccate per allargare stanze: una pratica che sarebbe all’origine dei crolli di edifici nella provincia di Van. Anche il quotidiano Zaman attribuisce i crolli alla «bassa qualità» delle costruzioni.

Milliyet sottolinea come l’uso di twitter, telefonini, e altre tecnologie di comunicazione abbiano salvato la vita a persone intrappolate sotto le macerie e che sono riuscite a farsi localizzare. Il quotidiano Sozcu sottolinea che gli aiuti per la provincia orientale stanno arrivando da tutta la Turchia nonostante la zona sia densamente popolati da curdi contro la cui formazione terrorista e indipendentistica Pkk è in corso un’operazione militare proprio in una provincia attigua.

Il giornale Yeni Safak segnala l’esistenza di una «fratellanza» che unisce il paese nonostante le separazioni etniche. Tra le polemiche c’è anche quella contro l’Istituto Sismologico turco che ha sbagliato di 6 decimi di punto la stima iniziale della magnitudo del terremoto e ha generato «panico non necessario» stimando il numero dei morti tra 500 e 1.000.

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