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Atene: occupazioni, sgomberi e arresti di massa


Neanche a Natale i movimenti sociali attivi nella capitale greca hanno staccato la spina. Anzi, approfittando proprio del periodo natalizio alcune realtà sociali hanno realizzato iniziative e mobilitazioni contro lo sgombero da parte della polizia ellenica di uno storico spazio occupato, il Villa Amalias, situato nella centrale zona di Agios Pantelimonas, negli ultimi tempi terreno di scontro con i nazisti di Alba Dorata. Il 20 dicembre un ingente schieramento di polizia antisommossa aveva sloggiato gli occupanti dal locale occupato da molti anni nel centro della capitale, ed otto attivisti erano stati arrestati e poi rilasciati dopo qualche tempo.
Per impedire una rioccupazione dello spazio da parte dei collettivi che lo hanno tenuto aperto e attivo – come teatro e centro culturale – per ben 20 anni, le autorità di polizia hanno deciso di sigillarne le entrate e di lasciare un presidio fisso di alcuni agenti. Ma dopo alcune manifestazioni di protesta nel centro di Atene proprio alla vigilia di Natale, la mattina del 9 gennaio, alle 7,30, una cinquantina di attivisti ha attaccato i poliziotti di piantone con pietre e bottiglie, attirando la loro attenzione, e permettendo così a un altro centinaio di persone di rompere i sigilli e rioccupare il Villa Amalias. Ma poco dopo sul posto è arrivato un gran numero di poliziotti dei reparti speciali e addirittura delle squadre antiterrorismo, che hanno circondato e letteralmente assaltato il centro sociale inondandolo con i gas lacrimogeni, operazione che si è conclusa con l’ulteriore sgombero del posto e l’arresto di 101 occupanti, 92 dei quali sono stati poi trattenuti e denunciati. Per protestare contro l’ennesimo atto repressivo, circa 40 persone si sono recate nella zona di Metaxourgeio ed hanno occupato poco dopo la sede del partito “Sinistra Democratica”, Dimar, nato pochi anni fa da una scissione di destra di Syriza e dalla confluenza di molti dirigenti del partito socialista, ed attualmente al governo insieme al Pasok e alla destra di Nuova Democrazia. Anche in questo caso i 45 attivisti sono stati tutti arrestati e denunciati.
Sempre il 9 di gennaio la Polizia ellenica ha sgomberato anche un altro spazio sociale, il palazzo Skaramaga, chiamato anche Villa Callas perché residenza della famiglia del celebre soprano Maria Callas, rimasto poi abbandonato e occupato nel 2009.
Contro l’ondata di sgomberi e l’arresto in un solo giorno di ben 132 attivisti e attiviste, nel pomeriggio del 9 gennaio una partecipata assemblea si è svolta all’interno dell’Università di Atene, e poi centinaia di persone hanno sfilato in corteo verso le sedi del Ministero dell’Economia e della Finanza, bloccate dalla polizia con diverse cariche che hanno scatenato scontri violenti e protrattisi per parecchio tempo. A poca distanza altre centinaia di persone si sono radunate davanti al palazzo del quartier generale della polizia ad Atene, in Viale Alexandras, reclamando la liberazione di tutti gli arrestati. Nel frattempo in molte città greche sono stati realizzati presidi e iniziative di denuncia di quello che è avvenuto nel centro di Atene.  Azioni di solidarietà con gli occupanti del Villa Amalias sono state realizzate a Salonicco, Patrasso, Ioannina, Chania, Rethymno e Heraklion (a Creta), Mitilini (a Lesvos), e nell’isola di Naxos.

Ieri mattina, alcune ore prima della manifestazione convocata dai movimenti di tendenza anarchica e libertaria che ha raccolto parecchie migliaia di partecipanti, i 92 arrestati dalla rioccupazione di Villa Amalias sono stati portati davanti a un giudice per essere interrogati, all’interno dei tribunali di Evelpidon. Fino a Circa 25 compagni sono stati rilasciati fino ad ora, senza cauzione monetaria, ma con il termine restrittivo di presentarsi ad una stazione della polizia una volta al mese. Il procedimento giudiziario sarà lungo.
Mentre scriviamo un totale di 68 arrestati sono stati interrogati dal giudice e rilasciati senza cauzione, ma la maggior parte con l’obbligo di firma in caserma fino al momento del processo.

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