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Ferito l’ambasciatore statunitense in Sud Corea. Pyongyang: “giusta punizione”

Mark Lipper, ambasciatore Usa in Corea del Sud, è stato ferito a coltellate da un uomo a Seoul, capitale della Corea del Sud. Le immagini ritraggono il funzionario con la testa sporca di sangue prima di essere condotto in ospedale dove gli sono stati apposti ben 80 punti di sutura.
Secondo le prime ricostruzioni, un uomo armato di coltello ha attaccato Lippert, inneggiando all’unificazione delle due Coree. Dopo qualche ora è arrivata la dichiarazione dal governo della Corea del Nord: l’aggressione, secondo Pyongyang, è stata “una giusta punizione” per i “guerrafondai americani”. Il riferimento è alle esercitazioni militari congiunte tra Usa e Corea del Sud, che vengono considerate un atto di guerra. L’agenzia di stampa nordcoreana definisce l’attacco del militante nazionalista un legittimo “atto di resistenza”.

Secondo quanto riporta Bloomberg Lippert, 42 anni, aveva in programma un discorso sulle relazioni tra gli Stati Uniti e la Corea.
L’uomo che ha ferito l’ambasciatore Lipper è stato identificato con il nome di Kim Ki Jong, di nazionalità sudcoreana, già arrestato nel 2010 per aver lanciato un blocco di cemento contro l’ambasciatore giapponese. Kim Ki Jong, che era vestito con un abito tradizionale, era seduto accanto a Lippert durante l’evento e ha utilizzato durante l’attacco un coltello da cucina lungo circa 25 centimetri.
Immediatamente arrestato, l’uomo è stato portato al centro medico Kangbuk Samsung. Secondo alcune fonti è militante di una organizzazione di attivisti chiede che gli Stati Uniti ritirino le loro truppe dalla Corea del Sud e firmino il trattato di pace con la Corea del Nord. Tra i due paesi infatti dal 1953 c’è solo un trattato di armistizio ma non un vero e proprio trattato di pace. Da decenni è attivo in Corea del Sud un movimento che chiede la riunificazione delle due Coree.

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