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Delirio a Kiev. “La rivoluzione cubana la fecero i nazionalisti ucraini”

Molto si è scritto in occasione della morte del Comandante Fidel e moltissimo si scriverà ancora. La sua eredità è tutta non solo da assimilare, ma da tradurre in pratica in ogni realtà in cui l'umanità progressista lotti per la propria liberazione dal giogo dell'imperialismo e dalla schiavitù del capitale.

Lasciamo alla loro propria coscienza (ammesso che ne abbiano) coloro che, anche in queste ore, ritenendo di irridere un gigante, non si accorgono di irridere solo la propria miseria. Nell'universo di costoro c'è però qualcuno – non si può fare a meno di rilevare la straordinarietà del fatto – che, mentre riconosce la grandezza della figura, ascrive però alla propria genia anche il merito della rivoluzione cubana. Ovviamente, quel qualcuno non possiamo che trovarlo nella terra per eccellenza delle primogeniture mondiali: l'Ucraina golpista.

Dopo le mirabolanti scoperte letterarie, giuridiche, mitologiche, geografiche, le imprese colonizzatrici, le meraviglie pittoriche, si deve oggi ammettere che la rivoluzione cubana di 60 anni fa fu possibile solo grazie al contributo dei … nazionalisti ucraini dell'OUN. Ci sarebbe da sbellicarsi dal ridere, se non fosse per la blasfemia di associare una rivoluzione che, sin dalle prime fasi, ebbe caratteri socialisti, all'organizzazione dei nazionalisti ucraini alleati dei nazisti durante la seconda guerra mondiale e, soprattutto, se non fosse per il personaggio che oggi ha deliziato il mondo di tale rivelazione. Si tratta nient'altri che di quel Igor Mosijčuk, oggi deputato alla Rada per il Partito Radicale, ex membro del Partito social-nazionale ucraino, ex membro del comitato direttivo dell'Assemblea Social-nazionale e poi vicecomandante del battaglione neonazista “Azov”. Si tratta dello stesso Igor Mosijčuk che, nel dicembre 2014, dopo il sanguinoso attacco di terroristi islamisti a Grozny, in cui persero la vita quasi venti poliziotti ceceni, proponeva di aprire un secondo fronte contro la Russia, fornendo appoggio e basi ai terroristi ceceni e daghestani e invitavae a stimolare azioni del tipo di quella di Grozny in tutta l’Asia centrale.

Ebbene, oggi, su Facebook, Mosijčuk ha rivelato all'universo il vero andamento dei fatti in quei lontani anni di rivoluzione a Cuba.

Quindi – non ce ne vogliano, per favore, i milioni di compagni al cui dolore ci associamo per la scomparsa di Fidel – il nazistoide Mosijčuk, dopo aver scritto che Fidel Castro “è stato un grandissimo leader di livello mondiale”, ci assicura che ha però potuto compiere la rivoluzione a Cuba e giungere al potere solo grazie ai nazionalisti ucraini. “Sono note le parole di Fidel”, scrive Mosijčuk “Se non fosse stato per loro (i banderisti) noi non saremmo mai arrivati oltre la periferia di Santiago; il piano della conquista di Santa Clara fu messo a punto nei dettagli al quartier generale dell'OUN e realizzato brillantemente da Che Guevara”. Che Guevara, continua Mosijčuk ormai senza freni, “d'accordo con Fidel Castro, stese il piano per il trasferimento a L'Avana della dirigenza dell'OUN e personalmente di Stepan Bandera”.

A questo punto, il fantasioso Mosijčuk introduce nel puzzle il tassello del presunto “dissidio di Raul Castro, strettamente legato all'Urss, con Fidel e il Che” e, avendo Raul riferito a Mosca la questione di Bandera, ecco che Khruščëv avrebbe dunque accelerato l'eliminazione, proprio nel 1959, di quello che è oggi, nell'Ucraina golpista, l'eroe nazionale per eccellenza, Stepan Bandera. E anche dopo il pieno allineamento all'Urss, scrive commosso Mosijčuk, Fidel avrebbe sempre riserbato un posto d'onore agli ucraini.

Così si fa la storia oggi a Kiev. Riposa sereno Fidel.

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