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“Operazione anti-anarchici” a Trento. La saga delle balle

 

UN ANARCHICO DALLA PARTE DEL TORTO

Massimo Zucchetti

Bisognerà proprio che anche questa volta ci sediamo dalla parte del torto, dato che tutti gli altri posti sono come al solito occupati. Massimo Passamani, 40 anni, una figura importante fra gli anarchici di Rovereto, è stato arrestato la notte del 27 agosto dalla Digos di Trento, insieme a un’altra militante del movimento anarchico, Daniela Battisti, alla quale però sono stati concessi dal gip gli arresti domiciliari. Passamani invece è in carcere, ancora una volta simbolo di una operazione che pare sia stata molto vasta, con perquisizioni in due centri anarchici a Trento e Rovereto, e in molte abitazioni di militanti del Movimento. A prima vista, Massimo e Daniela devono rispondere di capi d’accusa molto pesanti: addirittura 29, fra cui danneggiamenti, incendi, manifestazioni violente, nonché l’occupazione dell’ex asilo di via Manzoni a Trento (fatto risalente al 2009).
Sarebbe quindi buon dovere di ogni intellettuale «rispettabile» sedersi dalla parte della ragione, «prendendo le distanze» dai «violenti anarcoinsurrezionalisti». C’è però un problema: molti di noi sono dotati di una certa memoria e notano certe coincidenze.
Massimo Passamani ha subito negli ultimi vent’anni molte «attenzioni» da parte dello Stato: nel 1996 è dovuto persino riparare in Francia per sfuggire a un mandato di cattura in seguito a un’indagine dei Ros. Arrestato e detenuto alla Santè di Parigi, venne poi rilasciato nel 1998, dato che le accuse si rivelarono del tutto infondate. Altro arresto nel 2004 per aver partecipato a scontri con estremisti di destra fuori dall’Università di Trento: puntuale, dopo una settimana, la scarcerazione. Nel 2006 il peccato più grave ed altro arresto: violenza privata e resistenza a pubblico ufficiale. Passamani aveva addirittura osato togliere di mano la Torcia delle Olimpiadi invernali Torino 2006 a una nota atleta tedofora che stava portando la sacra fiamma in piazza Duomo, a Trento, per l’accensione dell’olimpico tripode. Anche qui, Massimo venne assolto dalle accuse.
Se la memoria non ci inganna, quindi, pare ci sia una lunga storia di arresti e detenzioni, seguite sempre però da scarcerazioni e assoluzioni. Oltre ad avere memoria, siamo anche in grado di notare la coincidenza temporale con il fatto che, fra pochi giorni, è previsto il campeggio No Tav a Rovereto, proprio la Rovereto dove milita Massimo, proprio il movimento No Tav al quale Massimo ha partecipato attivamente in questi ultimi anni. Certamente, è del tutto casuale che – con questa operazione – si ponga ancora una volta sotto una luce di pericolosità e violenza il movimento NoTav. Certamente, è del tutto casuale che gli arresti – disposti quasi un mese fa – siano stati eseguiti a ridosso dell’inizio del campeggio.
Oltre a scrivere straordinari articoli sulle riviste anarchiche internazionali che denotano una cultura e una preparazione profonde, Massimo Passamani è infine specializzato nel sedersi dalla parte del torto: poco più che ventenne, prese posizione a favore di un gruppo di anarchici arrestati sul Garda, poi dichiarò apertamente la sua contrarietà alla leva militare, che allora (che tempi!) era addirittura obbligatoria. Mettiamoci dalla parte del torto anche noi, allora: stiamo con Massimo, e chiediamo che esca dal carcere al più presto.

da “il manifesto” del 30 agosto 2012

Una lettera del Cpa Firenze Sud

Massimo e Daniela liberi subito!!Solidarietà agli indagati!

Come compagni e compagne del Centro Popolare Autogestito Fi*sud esprimiamo la nostra massima solidarietà a Massimo, in carcere ad Udine, a Daniela, agli arresti domiciliari, e a tutti i compagni indagati nella cosiddetta “operazione loxididae” condotta lunedì 27 agosto con decine di perquisizioni tra Trento e Rovereto dalla Digos trentina.  Questa è solo l’ultima di una lunga serie di “sensazionali” maxioperazioni che nell’ultimo anno sono state condotte in varie città italiane: Bologna, Firenze, Torino e Perugia. L’accusa stavolta è associazione sovversiva. L’apparato repressivo riprova a costruire teoremi e a cucirli addosso a chi si espone tenacemente e quotidianamente contro la devastazione del territorio (in Val Susa come a Trento), contro il fascismo, contro un sistema fondato sullo sfruttamento, nel tentativo di dividere e isolare i cosiddetti “cattivi”. Il solito schema, funzionale affinché la contestazione rientri nei ranghi delle compatibilità “democratiche” e legalitarie. Anche i tempi non sono casuali. L’apparato repressivo sa bene quando è il momento giusto per sferrare l’attacco: pochi giorni prima dell’apertura del campeggio Notav a Marco nei pressi di Rovereto, nonostante gli arresti fossero stati firmati già un mese fa data la “pericolosità” dei soggetti, nel tentativo di scoraggiarne la partecipazione che nell’ultimo anno in Trentino è cresciuta esponenzialmente. Il movimento NOTAV ha dimostrato che uniti si va avanti, che non ci sono buoni e cattivi. Noi non ci stiamo a prendere parte al gioco della desolidarizzazione e delle divisioni: la lotta di Massimo, Daniela e degli altri 43 indagati sono le lotte dei NOTAV e quindi di tutti noi. Anche per questo ci rendiamo disponibili fin da ora per organizzare iniziative di solidarietà, d’informazione e di autofinanziamento per sostenere politicamente ed economicamente i compagni. La solidarietà è un’armaContinuiamo ad usarla!

CPA Fi*sud

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