Menu

Perché anche gli Stati Uniti temono la “Brexit”?

“Ve lo dico da amico – ha scritto su Twitter  Barak Obama – restate nella Ue”. L’invito ai britannici a rifiutare l’opzione della Brexit e cioè uscire dall’Unione Europea, rivela le preoccupazioni degli Stati Uniti per un radicale cambiamento di funzione del loro alleato strategico in Europa: la Gran Bretagna. In un editoriale pubblicato sul Telegraph,  Obama ha invitato i cittadini britannici, che saranno chiamati a referendum il 23 giugno, a scegliere di stare dentro l’Europa. Insomma un endorsment piuttosto esplicito contro la Brexit che ha suscitato anche reazioni scomposte da parte dei “trumpisti” britannici come il sindaco di Londra Johnson che ha sottolineato le origini africane del presidente Usa come fattore fisiologico di ostilità verso l’impero britannico. Obama cameron

Ma perché gli Stati Uniti manifestano così chiaramente la loro esigenza che la Gran Bretagna resti nell’Unione Europea? In primo luogo, perché “la relazione speciale con il Regno Unito perderebbe parte del suo appeal se Londra dovesse abbandonare l’Ue; in secondo luogo, perché la Brexit potrebbe risultare in un processo di generale destabilizzazione economica e politica dell’Europa, in un momento in cui invece gli americani hanno bisogno di partner affidabili, coesi e propositivi per far fronte al revanscismo russo da una parte e dall’altra per arginare l’instabilità dilagante in Nord Africa e Medio Oriente” commenta la newsletter Affari Internazionali.

Come noto, la special relationship tra Londra e Washington si fonda su tre fattori consolidati dal dopoguerra a oggi:

  1. la strettissima cooperazione militare e di intelligence tra i due paesi;
  2. il sostegno britannico alle maggiori iniziative internazionali degli Usa;
  3. Il ruolo di “facilitatore” degli interessi americani svolto da Londra all’interno dell’Ue, ruolo che consente agli Stati Uniti una maggiore influenza a Bruxelles.

Infine ci sarebbero conseguenze anche sul Transatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip) in fase avanzata di negoziazione e che, secondo l’Economist, è avvenuto grazie al ruolo svolto dalla Gran Bretagna. Una eventuale Brexit, potrebbe assestare un colpo mortale al trattato molto voluto dagli Usa e molto osteggiato da diversi governi europei.
La Brexit infatti ridurrebbe il valore della relazione anglo-americana su tutti questi aspetti. Una volta fuori dall’Unione Europea, la Gran Bretagna  potrebbe non essere in grado di assicurare lo stesso livello di cooperazione in campo militare e influenza strategica in Europa offerto agli Usa nel post-Guerra fredda.
Al momento i sondaggi danno testa a testa tra i fautori e gli oppositori alla fuoruscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Nella storia una presa di posizione così esplicita di un presidente Usa a sostegno di una opzione contro un’altra, avrebbe sicuramente avuto grande influenza. Ma la storia raramente resta sempre uguale a se stessa, anche in un paese conservativo come la Gran Bretagna.

In tutti i paesi europei in cui la gente ha avuto la possibilità di esprimersi democraticamente con dei referendum sui trattati europei, la maggioranza si è espressa contro. Londra potrebbe non essere l’eccezione, e per molti aspetti – incluso il fatto che gli Usa siano contrari alla Brexit – ci auguriamo che la popolazione britannica faccia la scelta della rottura. Sarebbe un doppio colpo contro le oligarchie: quelle europee ma anche quelle statunitensi.

 

 

 

 

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *