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La stampa tedesca evoca l’eurozona a doppia velocità, con l’Italia nel mirino

Uno spaghetto simile al cappio di una forca e sotto il titolo “Ciao Amore”. E’ questa la prima pagina con cui il settimanale tedesco Der Spiegel sarà in edicola domani. “L’Italia si distrugge da sola e si trascina dietro l’Europa”, è la sintesi del comment della rivista non nuova a copertine “pesanti” contro quelli che ritiene i “difetti italiani”.

Ma se la copertina del Der Spiegel suscita ancora una volta reazioni scandalizzate (confermando il nostro severo giudizio su Luna, idioti e dito, ndr), appare molto più interessante quanto pubblicato su un altro importante giornale tedesco: l’Handesblatt.

“Questa settimana l’Italia ha offerto ai tedeschi e a tutti gli europei una lezione: l’euro, che avrebbe dovuto portare gli europei più avanti nel loro cammino verso un’unione sempre più stretta, li sta invece dividendo sempre di più. Invece dell’integrazione, la divergenza. Invece di armonia, la discordia. Invece di democrazia liberale, rancore populista”. E’ quanto scrive l’editoriale di Andreas Kluth, direttore di Handelsblatt Global, la versione in inglese del principale quotidiano economico tedesco. Che cita le parole di Matteo Salvini, leader della Lega: “Abbiamo un principio di base: solo gli italiani prendono decisioni per l’Italia, non i tedeschi… Un ministro che i tedeschi non amano è esattamente il ministro giusto per noi”. Un suo collega ha aggiunto che è ora di “liberare il paese dalle catene che Bruxelles e Berlino hanno messo sulle nostre caviglie”.

Molti, omettendo dettagli decisivi, si chiedono che cosa ha avuto a che fare la Germania negli eventi che si succedevano a Roma. La stessa doomanda la pone anche l’editoriale del quotidiano tedesco. Sotto la superficie, però, la Germania ha molto a che fare con la crisi politica italiana, ammette l’Handelsblatt. Questo perché la Germania rappresenta l’opposto delle idee che più o meno uniscono l’eurozona meridionale, dalla Grecia alla Francia e all’Italia. Mentre il sud chiede solidarietà, la Germania teme come la peste l’idea per cui il denaro del nord sovvenziona in modo permanente i prestiti inesigibili e la licenziosità fiscale nel sud. Dove il sud reclama stimolo, la Germania esige austerità. Laddove il sud vuole una discrezionalità fiscale, la Germania insiste su rigide regole ordoliberali.

Queste narrazioni culturali, sostiene l’Handelsblatt, costringono gli europei a trasformarsi nei peggiori stereotipi che altri hanno di loro. I tedeschi diventano “più tedeschi”, gli italiani “più italiani”. Così i tedeschi immaginano che i meridionali siano dei lazzaroni dissoluti e inaffidabili. Come abbiamo visto Der Spiegel ha pubblicato una copertina intitolata “gli scrocconi di Roma”.

Secondo Handelsblatt, è giunto il momento per i sostenitori, non per gli oppositori dell’idea europea, di prendere in considerazione l’allentamento, se non addirittura il restringimento, dell’eurozona. I paesi membri che decidono che l’adesione all’euro sia contraria ai loro interessi economici o alle loro filosofie dovrebbero avere il modo, temporaneamente o permanentemente, di tornare a una moneta nazionale senza mettere a repentaglio l’intera area monetaria. Nel frattempo, l’integrazione europea in altri settori , come la politica estera, di sicurezza e di difesa, per esempio, dovrebbe procedere indipendentemente dall’evoluzione dell’unione monetaria.

“L’idea dell’integrazione europea” conclude Handelsblatt, è nata tra le macerie della Seconda guerra mondiale ed è senza dubbio cresciuta fino a diventare il più grande progetto di pace della storia dell’umanità. Nessuna parte di questo progetto, compresa la questione subordinata di una moneta comune, deve sabotare quest’ideale più ampio e trasformare un progetto di pace in una macchina da guerra”.

Ma questo riproporsi della contrapposizione tra dogma ordoliberale tedesco e paesi dell’Europa euromediterranea, comincia a preoccupare le autorità europee.
“Non sono per niente d’accordo a dare lezioni a Roma”, al contrario, “dobbiamo rispettare l’Italia” perché “questo è stato troppo fatto con la Grecia, soprattutto da parte dei Paesi germanofoni, e la dignità del popolo greco è stata calpestata. Questo non deve ripetersi ora con l’Italia”. E’ quanto ha affermato il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker in una intervista alla televisione Rdn, avvertendo che “gli italiani non possono lamentarsi delle misure di austerità prese da Bruxelles”.

Insomma: tedeschi non esagerate ma italiani non vi lamentate. La gabbia continua a rimanere chiusa.

 

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