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Genova. “Non è stato il fato ma lo Stato”. Oggi i funerali della rabbia. Parte la lettera di revoca della concessione.

Mentre il bilancio provvisorio delle vittime è salito a 41, questa notte all’esterno del casello di Torre del Greco è stato affisso uno striscione (poi rimosso) nel quale si leggeva ”Antonio, Matteo, Giovanni e Gerardo… non è stato il fato ma lo Stato!”. A Torre del Greco oggi si celebrano i funerali di Giovanni Battiloro, Matteo Bertonati, Gerardo Esposito e Antonio Stanzione, i quattro ragazzi morti nel crollo del Ponte Morandi a Genova i cui familiari hanno rifiutato i funerali di stato. Una scelta condivisa dalla maggioranza delle famiglie delle persone rimaste uccise nel crollo del viadotto lo scorso 14 agosto.

Sono dure le parole di Roberto Battiloro, il padre di uno dei quattro ragazzi di Torre del Greco morti a Genova: “Lo Stato non ha tutelato i suoi cittadini. Da domani quella legata alla morte di mio figlio sarà una battaglia per trovare i colpevoli della morte di Giovanni, dei suoi amici e di tutti i morti che non possono essere solo un numero”.

A Genova invece si sono svolti i funerali di stato per 18 delle 41 vittime. Presenti il presidente della Repubblica Mattarella, i presidenti di Camera e Senato Fico e Casellati. Ai margini della funzione ci sono stati fischi per alcuni esponenti locali e nazionali del Pd, mentre ci sono stati applausi per i rappresentanti del governo Conte, Di Maio, Salvini. Ma l’applauso più lungo è stato quello dedicato ai Vigili del Fuoco.

Intanto la lettera del governo che avvia la procedura della revoca della concessione alla società Autostrade (azionista di riferimento è il gruppo Benetton, ndr) è partita e il premier Giuseppe Conte lo ha annunciato con un comunicato dai toni durissimi. “Il disastro è un fatto oggettivo e inoppugnabile e l’onere di prevenirlo era in capo al concessionario su cui gravavano gli obblighi di manutenzione e di custodia”. Ora l’azienda controllata dai Benetton avrà 15 giorni per le controdeduzioni.

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4 Commenti


  • walter

    “ci sono stati applausi per i rappresentanti del governo Conte, Di Maio, Salvini”: ecco la rassicurazione che cercavano. Finita la farsa dei funerali di stato – un’offesa ai morti e a chi li piange – l’attenzione per il crollo del ponte Morandi verrà sfumata quanto prima dalla ripresa del tam-tam ad alta intensità su sbarchi, migranti, crimini dei migranti, flat tax, e tutto rimarrà come prima. Per i Benetton (se non ricordo male, fra gli “eroici imprenditori” della cordata Alitalia di berlusconiana memoria) e per gli altri concessionari-sanguisughe


  • Manlio Padovan

    18/8/2018 Egregio Signor Eccellentissimo Presidente, dopo avere preso nota della passerella di oggi ai funerali di Genova, sono umilmente a chiederLe: cosa c’entra il generale (sì! proprio così e con quasi 5000 euro di pensione da noi pagata per avere fatto per tutta la vita il fancazzista) Angelo Bagnasco con i funerali di Stato? Ho scritto: di Stato. Di quello Stato che stando alla corte Costituzionale è laico.
    Certo, è vero che in effetti non abbiamo uno Stato nel senso vero della parola, ma, come scrisse Aldo Moro dalla prigione BR, un “paese così scombinato” nella disponibilità di 946 cialtroni quaquaraquà che fanno i tirapiedi anche ai criminali…
    Manlio Padovan

    Ho inviato poco fa la lettera sopra al PDR, mi è stato comunicato che l’operazione non è valida. Cioè quanto scritto non è accettabile e quindi loro leggono finché si scrive. Democrazia del cazzo o di dio?


  • andrea

    “Ai margini della funzione ci sono stati fischi per alcuni esponenti locali e nazionali del Pd, mentre ci sono stati applausi per i rappresentanti del governo Conte, Di Maio, Salvini”. Ma come si può nutrire anche una minima speranza in un popolo, quando quest’ultimo, pur colpito duramente da una disgrazia di tali proporzioni, è così miserabile da ridursi ad applaudire Salvini e Di Maio?


  • Manlio Padovan

    e a non chiedere che il calcio si fermasse. Ho sentito alla radio le stupidaggini di certo Tardelli (proprio tardello!) che il campionato non si è fermato per un giorno perché in un momento di lutto portava gioia…tanto valerva suonare in chiesa musica leggera, più gioia di così! Siamo un popolo che vale poco.

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