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Roma. Chi sta aiutando i fascisti a soffiare sulla guerra tra poveri nelle periferie?

E’ perentorio l’atto di accusa che Potere al Popolo ha portato questa mattina davanti all’assessorato alle politiche abitative del Comune di Roma. Ci sono due anni di denunce sulla stranissima puntualità con cui i neofascisti riescono sempre a esserci  quando venivano assegnate le case popolari a famiglie di immigrati per scatenare su questo gazzarre a uso e consumo delle telecamere.

San Basilio, Tiburtino III, Tor Bella Monaca, Trullo e poi Torre Maura e Casalbruciato. Su molti episodi c’è ormai un corposo dossier che aspetta solo di essere preso nella dovuta considerazione. Un dossier che va ad aggiungersi a quelli sulla truffa e i mancati controlli di Comune e Regione sull’edilizia popolare convenzionata dei Piani di Zona dove però la magistratura ha cominciato a mettere le mani.

Nella conferenza stampa di questa mattina vengono indicate una serie di coincidenze che alla fine ha portato all’apertura di una indagine sulle possibili “gole profonde” nelle istituzioni comunali, che hanno consentito di rappresentare la condizione e la rabbia degli abitanti delle periferie solo come conflitto di tipo razzista. In questi anni lo abbiamo documentato con precisione sul nostro giornale e, finalmente, in questi giorni anche la stampa che si è prestata e si presta a quello che definiamo il “format della rabbia corta”, sembra essersene accorta. Al contrario, la giunta Raggi continua a gestire le cose con la normale amministrazione senza mettere sotto osservazione i propri uffici e le connessioni con quanto accade nelle periferie di Roma.

Gli attivisti di Potere al Popolo e dell’Asia-Usb, che nelle periferie romane hanno una lunga e consolidata presenza,  intendono far saltare il gioco sia per mettere fine alla rincorsa verso i blitz dei fascisti nei quartieri, sia per mettere le istituzioni – Comune e Regione – di fronte alle proprie responsabilità nella pessima gestione dell’emergenza abitativa a Roma.

Nella conferenza stampa di questa mattina vengono snocciolati tutti i punti critici di una situazione che è andata ben oltre il limite della tolleranza. Sulle case popolari incombe la guerra contro i poveri con circa 9.000 sgomberi di case comunali o popolari occupate,  in alcuni casi da consorterie malavitose ma in moltissimi casi da famiglie in stato di necessità e che attendono da anni una risposta alla domanda di case popolari. Mettere tutto sullo stesso piano è esattamente la logica, burocraticamente ottusa e politicamente complice, dietro cui si trincerano gli uffici e l’amministrazione comunale per allontanare da sé le responsabilità sugli inesistenti controlli, la mala gestione e l’inerzia nelle soluzioni necessarie.

Sul tavolo c’è da tempo la richiesta di una sanatoria per gli occupanti per necessità e lo sblocco di 290 milioni di euro della Regione per avviare un piano di costruzione o reperimento di alloggi da destinare all’edilizia popolare. Oggi pomeriggio a Casalbruciato ci sarà una assemblea popolare per rimettere al centro le vere priorità di chi vive nelle periferie. Poche settimane fa una manifestazione popolare e di massa ha raggiunto la Regione proprio per dare una spinta al negoziato su queste proposte.

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