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Genova. Servizi pubblici in saldo

Così, con il voto in consiglio, si conclude definitivamente la (s)vendita delle farmacie comunali. Dopo la liquidazione di 4 farmacie da parte della giunta Doria (questo rende davvero poco credibile l’opposizione al provvedimento da parte di PD e Lista Crivello), si procede ora alla (s)vendita, per 10 milioni, delle restanti 8.

Un bel bottino per il Comune! dirà qualcuno, ma cominciamo a sottrarre i 700.000€ spesi nel 2017 per rimettere a nuovo la farmacia di Quinto, poi riflettiamo sul fatto che per incassare 10 milioni oggi (uova) si perda per sempre la possibilità di incassi futuri (gallina). Eh sì, perché le farmacie comunali, al 31 dicembre 2017, avevano un utile di esercizio di oltre 58.000€ valore in crescita costante dal 2013.

Non scordiamo neanche che si tratta di un bene pubblico, un patrimonio che appartiene a tutti i cittadini genovesi e che sarà alienato per sempre, c’è da chiedersi con quale legittimità, in un gioco al massacro che impoverisce sempre più lo stato e, quindi tutti noi che rimarremo con il solo debito pubblico.

Le Farmacie Comunali, se valorizzate e ben integrate con i servizi sanitari territoriali potrebbero, oltre che rimpinguare le casse comunali, fornire prestazioni gratuite e contribuire a far calare la spesa farmaceutica, ad esempio erogando farmaci in base alle necessità terapeutiche piuttosto che per confezione.

Anche concedendo che 10 milioni possano essere un prezzo congruo per 8 farmacie, non possiamo ignorare il fatto che vi lavorano 42 dipendenti, ora in stato di agitazione. Quali garanzie hanno di mantenere il posto di lavoro e il livello salariale?

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