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Piacenza. La grande giornata dei lavoratori della logistica

USB Logistica, lo sciopero e la grande manifestazione di Piacenza dicono che la lotta dei facchini è più forte della repressione e dei ricatti

Il 22 e 23 giugno 2018 sono due tappe importanti nel percorso dell’Unione Sindacale di Base di costruzione del sindacato di classe nella logistica. La repressione ha picchiato duro con chi, nei magazzini, ha lottato contro il caporalato, per il rispetto della dignità e dei diritti nel lavoro: parecchie decine di dirigenti, di delegati, di iscritti USB sono stati denunciati per i picchetti e le lotte e centinaia sono stati colpiti dai richiami disciplinari, dai demansionamenti, dai trasferimenti punitivi, dai licenziamenti.

Però nonostante il clima di ricatti e pressioni le ragioni dello sciopero sono state comprese e condivise. Le percentuali di adesione sono state alte tra i lavoratori con contratto a tempo determinato e altissime, in parecchi casi vicine al 100%, tra quelli a tempo indeterminato.

Lo sciopero è stato preparato con una fitta rete di incontri e assemblee che ha mobilitato il  quadro intermedio del sindacato, puntando molto sulle figure dei delegati. Sono stati loro infatti i protagonisti della giornata del 23, quella della manifestazione a Piacenza. Non c’è stato magazzino del Nord Italia (ma c’era pure un pullman dei compagni della GLS di Riano) che non fosse presente.

Un migliaio di persone hanno sfilato in un corteo colorato, partecipato, in cui si sono uniti uomini e donne che hanno attraversato i confini delle guerre e delle povertà per garantire un futuro dignitoso a se stessi e ai propri cari. E molti hanno partecipato con le famiglie: simbolica e suggestiva la presenza dei passeggini.

C’era anche la vedova di Abd Elsalam, il cui nome è stato gridato con quello di Soumaila Sacko, perché oggi era la giornata delle piazze sorelle, di Piacenza e Reggio Calabria, di una comunità che ha i suoi morti, che nell’identità degli sfruttati sta costruendo un percorso di riscatto sociale. La manifestazione di Piacenza non è che l’inizio, i facchini vogliono che il loro sindacato resista per esistere, per continuare le lotte

#SCHIAVIMAI!

Unione Sindacale di Base

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