“Quando mia nonna arrivò qui, dopo l’Olocausto, la Jewish Agency le promise una casa.
Non aveva niente, tutta la sua famiglia era stata sterminata. È rimasta in attesa per lungo tempo in una tenda, in una situazione estremamente precaria.
La portarono quindi ad Ajami, a Jaffa, in una stupenda casa sulla spiaggia. Vide che sul tavolo c’erano ancora i piatti degli arabi che ci abitavano e che erano stati cacciati via.
Allora lei tornò all’agenzia e disse: riportatemi nella tenda, non farò mai a qualcun altro ciò che è stato fatto a me.
Questa è la mia eredità, ma non tutti hanno fatto quella scelta. Come possiamo essere diventati ciò che avversavamo?
Questa è la grande domanda”.
* regista israeliana
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Pasquale
La nonna aveva una sovrastruttura ancora molto solida e il suo cervello libero e sgombro e ci metteva e toglieva tutto ciò che ELLA stessa sceglieva.
Lucrezia
La fonte, un’intervista pubblicata sul manifesto https://ilmanifesto.it/hadar-morag-il-trauma-toglie-la-parola-ma-bisogna-fermare-la-guerra
GIAN PAOLO
Senza giustificare, anzi, quanto commesso da Hamas il 7 ottobre, quanto sta avvenendo da allora e’ lo specchio del lato peggiore della società israeliana, che cerca e coglie ogni pretesto per colpire la parte più debole della comunità palestinese
Aldo
questa è la riprova che Israele non è Netanyahu e che molti ebrei sono contro questo macello.