In Italia da anni assistiamo alla distruzione dei diritti sociali ed alla sospensione della democrazia sequestrata da cricche di affaristi e dai tecnici che obbediscono a fantomatici mercati.
Mentre la democrazia scompare, travolta dall’emergenza e la crisi apre spazi potenziali persino ai fantasmi di una destra razzista e fascista servirebbe che qualcuno ricordasse la resistenza, la storia di chi e’ stato partigiano. Invece l’ANPI organizza nella piu’ prestigiosa sala di Palazzo Marino, del Comune di Milano un evento con il procuratore Caselli esplicitamente rivolto contro la lotta NO TAV.
L’Associazione Nazionale Partigiani di Italia e’ piena di persone che fanno anche un esercizio di memoria, a fianco di chi resiste oggi alla devastazione del suo territorio (come in Val di Susa) o alla cancellazione dei propri diritti. I nostri nonni partigiani ci hanno insegnato che disobbedire alle leggi ingiuste non deve essere reato, anche se e’ punito con il carcere, ci hanno insegnato a resistere quando I territori vengono occupati militarmente.
Eppure la dirigenza dell’ ANPI nazionale attacca chi oggi è partigiano offendendo la memoria di chi lo è stato ieri. Perchè Carlo Smuraglia si è scagliato contro un movimento trasversale, partecipato e moltitudinario, invece di preoccuparsi della sospensione della democrazia, della militarizzazione violenta del territorio, perquisizioni porta a porta, caccia all’uomo, gas da guerra illegali, pestaggi che la popolazione della Val Susa subisce solo per il fatto di essere partigiana? Che ragione c’è di invitare a “non mescolarsi” con quel movimento di resistenza nel quale proprio le sezioni ANPI e i partigiani sono da sempre partecipi?
E il Comune di Pisapia, eletto grazie alla mobilitazione di una grossa fetta della metropoli milanese che non ne poteva piu’ di una città soffocata dal razzismo becero e dall’onnipotenza dei palazzinari, fa forse finta di dimenticarsi da che parte soffiava il vento? Dovremmo forse pensare che il popolo arancione è Si TAV o addirittura ostinatamente contrario al diritto dei cittadini a resistere ed affermare un diritto? Non dovrebbe la giunta della “partecipazione” osteggiare l’imposizione militare di scelte politiche ed economiche che non tengono nessun conto dell’opinione di chi le subisce in prima persona?
Perchè invitare Caselli oggi, senza chiedergli conto (in quanto procuratore capo a Torino) come mai in Valle di Susa la ‘ndrangheta è libera di costruire il TAV con il sostegno di migliaia di poliziotti e carabinieri, pagati con i soldi delle tasse di tutti, mentre ragazze e ragazzi giovani o abitanti della Valle sono trattenuti in carcere da due mesi (prima del processo) per essersi opposti alla violenta occupazione di un territorio nel tentativo di cancellare il dissenso?
Forse non sono i colpi di sole della primavera che incalza, ma le cattive frequentazioni. Forse la dirigenza dell’ANPI che invita a non mescolarsi con i No Tav è da tempo sdraiata sul Partito Democratico, oggi al governo con Monti e impegnatissimo ad accreditarsi come affidabile presso i mercati internazionali e le piccole mafie locali. Forse c’è chi vorrebbe che Milano fosse un laboratorio di questa democrazia tecnica, sobriamente crudele e poco paziente. Noi non lo vogliamo e crediamo non lo vogliano nemmeno quelli e quelle che hanno a cuore la memoria della resistenza né lo voglia la città di Milano, coloro che hanno riempito le piazze per cacciare la Moratti, ma anche perché immaginavano una città e magari un mondo diversi.
Non possiamo lasciare che la memoria della resistenza e la speranza della nostra città vengano spente sotto il peso degli accordi politicisti e della coesione nazionale. Non smetteremo di batterci perchè ciò non avvenga: oggi, il 25 Aprile, tutti i giorni.
Riprendiamo le parole con cui viene concluso il comunicato delle sezioni ANPI valsusine alle dichiarazioni del presidente ANPI Smuraglia: “porti pazienza, noi siamo vivi e dunque parteggiamo, esattamente come scrisse nel 1917 Antonio Gramsci, noto sovversivo.”
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