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Commenti e valutazioni sulla giornata di lotta del 12 novembre a Napoli

We have chosen: to fight! Sulla giornata del 12 novembre a Napoli

Dopo tanta fiction, finalmente una pagina di verità per il Ministro del Lavoro Fornero: niente più lacrime compassionevoli, ma una bella classica dose di repressione.
Alla Mostra d’Oltremare di Napoli in scena il vertice italo-tedesco: si parla di apprendistato come formula per uscire dalla crisi.
Nella città della disoccupazione e del lavoro nero, il corteo organizzato in fretta e furia per contestare il vertice, è determinato a far arrivare forte e chiara la propria voce.

Il corteo parte alle ore 12.00 da P.zza San Vitale a Fuorigrotta: sfilano le scuole occupate in lotta contro gli accorpamenti, gli studenti universitari, i disoccupati, gli operatori sociali, i precari del progetto BROS. Al corteo arriva la notizia che il Ministro Cancellieri ha annullato la visita in Val di Susa per timore delle contestazioni promesse dal Movimento No Tav, vengono amplificati dal camioncino i messaggi che attraverso la rete arrivano dai lavoratori dell’Irisbus e degli operatori del Call Center di Roma Almaviva.

La Fornero intanto si misura con un nuovo genere: la fantascienza.
Dichiara che “Bisogna puntare sull’apprendistato, che vuol dire apprendere, perchè a volte quando si esce dalla scuola e si va in un’azienda, si può avere un momento di difficoltà se non si sono fatte esperienze”.
Al corteo è chiaro che si tratta di ennesimo fumo negli occhi: l’apprendistato non ha nulla a che fare con giovani inesperti che si avvicinano al mondo del lavoro per “apprendere”. L’apprendistato che vogliono i Ministri è quello che serve alle aziende per tenere anni i lavoratori a condizioni contrattuali peggiori con la promessa-minaccia di una stabilizzazione che (forse) non arriverà mai. Intanto tutti a capo chino…
Chi è fuori in strada lo sa: dopo poche centinaia di metri di corteo, arrivando il più vicino possibile al luogo in cui si svolgeva il super-blindato vertice, gli studenti iniziano a piangere per i tantissimi lacrimogeni sparati, anche dai tetti: uno studente è colpito in faccia da un lacrimogeno sparato ad altezza d’uomo. Quello che è certo è che il corteo, ricompattato dopo le prime cariche, è “costretto” a dirigersi verso la Questura: sono stati cinque i fermi, pestati per bene dagli agenti della DIGOS (giusto per fargli “perdere” il vizio di protestare…), tutti rilasciati nel pomeriggio, due denunciati a piede libero.

Nel frattempo, giusto per non farci mancare nulla, anche un altro tabu veniva sfatato: gli studenti messi in fuga dalla carica della polizia e dai lacrimogini, si sono recati presso la facoltà di ingengneria… La polizia di tutta risposta ha lanciato larimogeni nel cortile dell’università e gli agenti della DIGOS, insieme a quelli in antisommossa, sono entrati in facoltà per provare a portare via qualche manifestante.

Per loro, i giovani devono bersi le favolette made in Bocconi, l’unità nazionale, il paese stretto intorno ad un progetto comune, l’uscita dalla crisi, i sacrifici per tutti.

Per noi l’unica certezza è quello che vogliamo: che a pagare non siano i lavoratori, gli studenti, i disoccupati, gli immigrati.
Non saranno certo nemmeno queste cariche a farci cambiare idea e l’ammutinamento dalla “stessa barca” è sempre l’unica soluzione.
Che i sacrifici li facciano i padroni!

Ci vediamo nei prossimi giorni… stay tuned (anche su facebook)

martedì 13 – ore 15:30 – Facoltà di ingegneria
Assemblea pubblica e conferenza stampa (per decidere il proseguo della mobilitazione)

mercoledì 14 – ore  9:30 – Piazza del Gesù
CORTEO
Collettivo Autorganizzato Universitario (Napoli)
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Sull’uso dei lacrimogeni durante il corteo contro la Fornero a Napoli

Migliaia di studenti e precari sono scesi ieri in piazza per contestare l’arrivo del Ministro Fornero nella città simbolo del Sud del Paese.

Una città martoriata da disoccupazione e lavoro nero, dove quasi il 50 % della popolazione giovanile non ha un reddito ed ha smesso di cercare un’occupazione che probabilmente non troverà mai.

Noi eravamo tutti in piazza, come sempre, perchè all’emigrazione o al ricatto di una vita precaria abbiamo sempre preferito la lotta e la voglia di costruire un mondo diverso dal basso.

Dall’altro lato abbiamo trovato porte chiuse e palazzi blindati da poliziotti armati, eserciti pronti a scaricare addosso a chi si rifiuta di continuare a pagare il prezzo della crisi, le frustrazione delle proprie misere vite.

Con noi in piazza, come sempre, c’erano tanti studenti delle scuole superiori e delle università, tanti compagni, fratelli e sorelle con cui condividiamo ogni metro fatto in questa giornata.

Proprio a uno di questi, studente della facoltà di architettura, sono saltati due denti e 40 punti di sutura alla bocca a causa di uno delle svariate decine di lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo.

L’unica sua colpa è stata quella di voler manifestare insieme a tanti e tante contro le politiche di austerity che questo governo cerca di far passare, colpevole di aver pensato di opporsi a coloro che ci vogliono sempre piu sfruttati e sempre piu precari.

Ovviamente noi ci sentiamo non solo complici ma profondamente solidali.

Non vogliamo neanche immaginare cosa sarebbe potuto accadere se quel lacrimogeno avesse colpito solo pochi centimetri piu su; sappiamo solo che chi ha sparato l’ha fatto in modo premeditato e sistematico nel corso dell’intera manifestazione, mirando al volto ed usando i lacrimogeni come fucili contro i manifestanti.

Non è la prima volta che assistiamo a certe scene, ed è solo per una pura casualità che non siano molto più numerosi i feriti gravi da colpi come questo: avere un casco, in certe situazioni, salva davvero la vita!

Oggi ci stringiamo intorno a Lorenzo, perche certe ferite sappiamo ti segnano dentro e restano con te per tutta la vita, ma siamo vicini a tutti quelli e tutte quelle che hanno subito in questi anni e in questo paese lo stesso livello di infamia. Gli attori cambiano ma gli scenari restano sempre gli stessi, da Cucchi ad Aldovrandi,  passando per le torture nelle carceri, fino agli abusi di potere di ogni piccolo angolo di strada di ogni città italiana.

A Lorenzo va tutto il nostro amore e la nostra complicità.

A queste merde in divisa ricordiamo però che ciò che non si cancella, brucia come il fuoco sotto la cenere, che noi non smetteremo mai di odiarli come non smetteremo mai di sognare un mondo diverso.

Aula Flex – L’Orientale

Aula Lp- Lettere Federico II

Zero81 Occupato

Collettivo Quarto Mondo

Bancarotta

Sud Ribelle Napoli

 

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