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Mémento 1 : “Il genocidio, non è affar mio!”

Il testo di questo “Memento” non ha la pretesa di essere esaustivo sulla drammatica storia del popolo palestinese. Esso è solo il risultato di una ricerca di un cittadino medio che vuole “capire”. L’obiettivo principale è quello di fornire un “pro-memoria” a coloro che, come me, si oppongono a qualsiasi forma di irregimentazione e a coloro che pongono gli esseri umani su un livello superiore a qualsiasi religione e ideologia!

Salvo qualche inevitabile dimenticanza, verranno prodotti i riferimenti di ogni citazione o informazione. Così il lettore potrà verificarne le fonti e completare le sue conoscenze. Spero che queste informazioni consentiranno ai cittadini indifferenti, o accecati dalla propaganda sionista, di essere meno creduli ed ingenui, e di avere un approccio più oggettivo e umano a questa tragedia.

Chi parla a chi?

Da bambino, le testimonianze e le informazioni sulla “soluzione finale” mi terrorizzavano.

Adolescente, ho visto le terribili immagini di “Nuit et Brouillard – Notte e nebbia” di Resnais e il volto di Irena Sendlerowa, la resistente polacca che ha salvato oltre 2.500 bambini del ghetto di Varsavia … Quelle immagini sono rimaste impresse in me.

[N.d.tr.: Il titolo “Notte e nebbia” del documentario cinematografico del 1955 di Alain Resnais ricalca la frase di lingua tedesca Nacht und Nebel (appunto: notte e nebbia) che caratterizzò l’operazione di annientamento – attraverso l’internamento in campi di concentramento e la successiva eliminazione fisica attraverso le camere a gas – degli oppositori del regime nazista.]


Irena Sendlerowa  

Raoul Wallenberg, questo giovane diplomatico svedese che ha salvato tante vite di ebrei in Ungheria, e Marek Edelman, l’eroe del ghetto di Varsavia, fanno parte anche loro del mio “piccolo Pantheon” personale. E ogni volta che entro nel rione del ghetto a Venezia, che ha dato il suo nome a tutti i ghetti del mondo, mi prende un nodo alla gola

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Marek Edelman

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Raoul Wallenberg

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Ingresso al Ghetto di Venezia

Come tutte le forme di razzismo, l’ideologia che ha generato l’orrore nazista deve essere combattuta senza tregua e i luoghi della memoria devono essere preservati per testimoniare contro questa manifestazione nauseabonda dell’essere umano.

Non ci saranno mai abbastanza pubblicazioni, film, mostre per denunciare e informare su questa vergogna dell’umanità, e la Giustizia deve essere intransigente nei confronti di qualsiasi atto o discorso aggressivo contro i nostri concittadini per il colore della loro pelle, per la loro religione o la loro cultura.

Ma voi, a quale nazione, a quale popolo appartenete?

La solidarietà incondizionata con lo Stato di Israele da parte di alcuni cittadini del mio paese (il Belgio), indipendentemente dal fatto che siano o no di religione o cultura ebraica, e il loro legame fedele con questo regime – Noi e il nostro paese Israele … La nostra ambasciatrice … Il nostro inno nazionale “Hativah” ! … come si può sentire continuamente su “Radio Judaica” [1] ,  mi hanno sempre turbato ed incuriosito.

Costoro sembrano vivere in un mondo differente dai loro concittadini…Come in esilio!  

Si rendono conto che il primato che loro assegnano ad uno Stato straniero, nel momento in cui appartengono al nostro paese, presenta qualcosa di … schizofrenico? [2]

Non si rendono conto che l’orribile impresa dello sterminio hitleriano non riguarda solo lo Stato di Israele, ma tutti i cittadini del mondo, che siano o no di religione ebraica?

Non si accorgono della perversità dei dirigenti israeliani e dei sionisti fanatici che mantengono questa confusione e costantemente la utilizzano per giustificare le loro atrocità contro il popolo dei Palestinesi?

Quello che abbiamo letto o sentito nei mezzi di informazione europei di cultura ebraica è, per la maggior parte del tempo, completamente estraneo alla vita delle comunità israelitiche locali.

Invece di informare i cittadini su argomenti di natura sociale, politica o culturale, di discutere temi di attualità della loro città o del loro paese, la maggior parte di questi mezzi di comunicazione dedicano il massimo dello spazio e del tempo a Israele (fatti di cronaca, vita politica … perfino le previsioni del tempo) e a dare il cambio alla propaganda del regime sionista.

…Sempre accusando i pacifisti locali di dare importanza al “conflitto”.

Molto spesso, questi media non sono altro che critici aspri delle organizzazioni internazionali (ONU, Corte Internazionale di Giustizia, Unesco …), gente che rigetta in modo virulento qualsiasi critica ad Israele, che respinge i discorsi condiscendenti verso altre comunità religiose (soprattutto musulmane), che insulta i Palestinesi [3], ecc.

Si arriva al punto che, in alcuni paesi, quelli che vengono definiti i “sayanim” in ebraico (benevoli, collaboratori, assistenti …) lavorano direttamente per conto del Mossad [4] , comunicando a questo servizio di spionaggio di Israele informazioni sui loro concittadini, partecipando a campagne di propaganda …fino ad arrivare, a volte, a fare la spia. [5]

In che modo queste persone riescono a conciliare questa sottomissione ad uno Stato straniero, dovendo del rispetto al loro paese?
 

Una storia per addormentare i bambini

 Alla scuola del mio paese, il nostro insegnante ci decantava i meriti di “questi coraggiosi coloni che avrebbero fatto rifiorire il deserto”, e ci raccontava con entusiasmo l’epopea di questi valorosi pionieri.

Il mondo emergeva allora da una guerra terribile, la comunità ebraica aveva sperimentato una tragedia spaventosa e il piccolo scolaro, che ero io, si rallegrava di questo “happy end”, di questo “lieto fine”, della partenza dei coloni verso un avvenire promettente.

Per lungo tempo, i bambini della mia generazione hanno creduto a questa favola. Come avevano fatto, senza dubbio, i giovani socialisti ebrei, idealisti che, in buona fede, avevano lasciato l’Europa per creare i primi kibbutz.

Ora sappiamo che lo slogan “Una terra senza popolo per un popolo senza terra” non era altro che un inganno sordido! Lungi dall’essere un deserto, laggiù esistevano centinaia di città e villaggi, coltivazioni fiorenti, giardini, esseri umani di religioni diverse.

… Un popolo di più di un milione di persone viveva su quella terra e la coltivava! [6]

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 Betlemme 1935  

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Betlemme 1945

Il tempo è passato e, a poco a poco, si è svelata la realtà.

Ora sappiamo che lo Stato di Israele è il risultato di una colonizzazione violenta, che ha avuto il suo inizio ben prima della guerra del 1940-1945 ….E che ha molto poco a che fare con la terribile “soluzione finale” nazista!

Sappiamo anche, dall’apertura di una parte importante degli archivi di Israele, che la creazione dello Stato di Israele è stata realizzata commettendo un vero e proprio crimine contro l’umanità: una pulizia etnica!

Precisamente, il “Piano D”, elaborato da Ben-Gurion e freddamente messo in esecuzione dalle milizie sioniste, intendeva “desarabizzare” (sic) il paese uccidendo tutti coloro che si sarebbero opposti, con l’espulsione delle persone e radendo al suolo città e villaggi.

Il Piano venne meticolosamente attuato dal 1947, quasi un anno prima della proclamazione dello Stato di Israele.

L’obiettivo di creare un Israele etnicamente “puro” non veniva realmente raggiunto, dal momento che “solo” da 750 mila a 800mila Palestinesi furono espulsi, qualche migliaio di civili vennero sottoposti ad esecuzione capitale, e 531 villaggi furono rasi al suolo. E ci sono ancora Palestinesi su questa terra!

Ci sono voluti molti anni perché, a poco a poco, i dettagli di questa ignominia fossero accessibili all’opinione pubblica! [7]

Perfino gli storici sionisti attualmente hanno riconosciuta l’esistenza di questo Piano, …minimizzandone l’importanza e le conseguenze del suo contenuto, evidentemente!

Della scaltra utilizzazione della “Shoah”

Oggi sappiamo…per quanto se ne voglia sapere!

Sappiamo che, a partire dal 1882 fino al 1939, circa 460.000 coloni (principalmente dall’Europa centrale e orientale), sono arrivati in Palestina ad ondate successive!

Nel 1891 (!) il saggista ebreo Ahad Ha’am commentava così la sua visita in Palestina: “All’estero noi siamo abituati a credere che Israele sia quasi vuoto; che niente vi cresca e che chi vuole acquistare della terra può andare lì per acquistare tutto il terreno che desidera. In realtà, la situazione non è proprio questa. In questo paese, è difficile trovare del terreno coltivabile, che non sia già coltivato”. [8]

Dal 1939 al 1946, sono sbarcati 150.000 nuovi coloni. Solo una piccola parte di essi erano martiri dei campi nazisti. [9]

Fu solo molto più tardi che, sull’esempio del giornalista israeliano Boas Evron, ci siamo resi conto che: “La presa di coscienza dell’Olocausto era in realtà uno strumento di indottrinamento della propaganda ufficiale, un ammasso di slogan, una visione del mondo distorta, il cui vero scopo non era per nulla la comprensione del passato, ma piuttosto la manipolazione del presente”. [10]

Un Tribunale di Norimberga per…

Ai coloni sionisti degli anni’30, etichettati come terroristi dall’occupante britannico, non importava molto di ciò che stava accadendo in Europa!

Nel dicembre del 1942, David Ben-Gurion (David Grün, il suo nome originale, era emigrato dalla Polonia nel 1906), futuro fondatore dello Stato di Israele, essendo stato informato della attuazione della “soluzione finale” messa in opera dai Nazisti, si mostrava a dir poco indifferente (ecco il perché del titolo di questo documento!).

Infatti è l’autore di questa cinica affermazione (1938): “Se avessi saputo che era possibile salvare tutti i bambini ebrei di Germania trasferendoli in Inghilterra, o solo metà di loro con un trasferimento verso Eretz-Israel, avrei scelto la seconda soluzione, perché noi dobbiamo confrontarci non solo con la contabilizzazione di questi bambini, ma soprattutto con la contabilità storica del popolo ebraico.[11]

Questo disprezzo per i martiri dell’Olocausto fu severamente stigmatizzata da Simon Wiesenthal, il famoso cacciatore di criminali nazisti, al Congresso sionista del 1946: “Non avremmo fatto male ad organizzare un nostro processo di Norimberga contro tutti coloro (i dirigenti sionisti) che non hanno adempiuto il loro dovere verso noi stessi, le nostre famiglie e il popolo ebraico. [12]

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Simon Wiesenthal

Ovviamente, questo processo reclamato da Wiesenthal non ha mai avuto luogo!

In particolare, questo processo avrebbe reso pubblici alcuni aspetti molto poco gloriosi del movimento sionista … Come la sua cooperazione con il regime di Hitler!

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  Miliziani del Betar di Jabotinsky [13] a Berlino nel 1936 [14]

 
Itzhak Shamir, collaborazionista del regime nazista  

La complicità con il regime nazista ha visto il suo inizio dopo l’avvento al potere del “Führer” nel 1933 con l’“Accordo Ha’avara” tra l’Agenzia Ebraica [15] e le autorità tedesche per l’esportazione di capitali, di prodotti manufatturieri e per il trasferimento di emigranti. Si stima che da 40.000 a 60.000 ebrei tedeschi abbiano potuto beneficiare di questo accordo e che le transazioni abbiano investito sull’intorno di 14.000.000 di Lire sterline dell’epoca!

Questo accordo fra l’Agenzia Ebraica e il regime nazista è perdurato fino al 1942! [16]

[N.d.tr.: Il momento centrale della cooperazione tedesco-sionista durante l’epoca hitleriana fu l’Accordo di Trasferimento, un patto che consentì a decine di migliaia di ebrei tedeschi di emigrare in Palestina coi propri averi. L’Accordo Haavara, fu stipulato nell’agosto del 1933 in seguito ai colloqui fra funzionari tedeschi e Chaim Arlosoroff, segretario politico dell’Agenzia ebraica, il centro palestinese dell’Organizzazione Mondiale Sionista.
Attraverso questa insolita intesa, ogni ebreo destinato alla Palestina depositava del denaro in un conto speciale in Germania. Questi soldi venivano utilizzati per acquistare attrezzi agricoli, materiali da costruzione, pompe, fertilizzanti e così via, prodotti in Germania, esportati in Palestina e venduti dalla compagnia ebraica Haavara di Tel Aviv. Il ricavato delle vendite veniva dato all’emigrante ebreo al suo arrivo in Palestina per l’ammontare corrispondente al deposito effettuato in Germania.
Le merci tedesche entravano in Palestina per mezzo dell’Haavara, che, poco tempo dopo raggiunse un accordo di scambio col quale le arance prodotte in Palestina venivano barattate con legname da costruzione, automobili, macchinario agricolo ed altri prodotti tedeschi.
L’accordo in tal modo serviva lo scopo sionista di portare coloni ebrei e capitale per lo sviluppo della Palestina, e contemporaneamente l’obiettivo tedesco di liberare il paese da una minoranza straniera indesiderata.]

Per di più, il processo rivendicato da Wiesenthal avrebbe consentito di venire a conoscere di più sul progetto di alleanza militare del “Gruppo Stern” di Itzhak Shamir [17] con il regime hitleriano.

Questo proposito del 1941 – c’erano già stati otto anni di “attività” a Dachau, il primo campo di concentramento – valse per Shamir l’arresto e la carcerazione da parte degli Inglesi per “terrorismo e collaborazione con il nemico nazista”. [18]
Nativo della Bielorussia (nome originale: Yezernistky), Shamir era arrivato in Israele nel 1935.

A parte i pochi mesi trascorsi in un carcere degli occupanti inglesi, il suo curriculum di prodezze terroristiche, dal 1937 al 1948, è stato “ di tutto rispetto”: attentati contro i civili palestinesi, vari omicidi fra cui quello di Folke Bernadotte, il mediatore delle Nazioni Unite, ecc.

In seguito, entrò a far parte del Mossad [19] e ne è stato uno dei principali promotori per un decennio. Più tardi, divenne Primo ministro!

Questo sulfureo personaggio, che nel 1988 affermava che “i Palestinesi saranno schiacciati come cavallette … le loro teste mandate in frantumi contro i massi e i muri!”, [20] è stato sepolto quest’anno 2012, nella “Piazza degli Eroi della nazione” e ha ricevuto il tributo di onore da numerosi capi di stato occidentali, tra cui François Hollande, Presidente della Francia!

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Scheda segnaletica

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Prima pagina della proposta di collaborazione del Gruppo
della polizia britannica Stern con la Germania nazista, gennaio 1941 [21] per Itzhak Shamir  

E qualcuno ci raccontava che il nostro insegnante era un “falso imbroglione”!

Ancora, è una vergogna strumentalizzare le mostruosità naziste per giustificare l’invasione della Palestina. Non è il popolo che viveva e vive su questa terra che doveva pagare per i crimini della Germania nazista, nemmeno per i nostri!

Del resto, è paradossale, ed anche scioccante, constatare che i sopravvissuti dal nazismo o i loro discendenti non sopportano oggi degli esseri umani che vengono da loro oppressi.

Che cos’è questo aberrante meccanismo mentale che conduce all’indifferenza di fronte alle disgrazie e alla miseria di persone innocenti?

Un mufti decisamente utile…

Alla scuola del villaggio, ci veniva raccontato anche che “gli Arabi che vivono in Israele si erano alleati ai nazisti e che si doveva condannare duramente Al-Husseini, il Muftì di Gerusalemme, che era il loro capo, che aveva collaborato con Hitler e che aveva invitato i Palestinesi ad unirsi alle forze dell’Asse.

Non sapevamo allora – alcune persone lo ignorano ancora o fingono di ignorarlo – che questo Amin Al-Husseini aveva lasciato la Palestina nel 1937 (Libano, Iraq … e in Germania dal 1941), che era ampiamente screditato nel mondo arabo … e che la sua influenza sulla popolazione del suo paese era più che limitata.

Prova di ciò è il risultato modestissimo delle sue esortazioni rivolte alle nazioni arabe e ai suoi compatrioti: solo 6.300 volontari provenienti da vari paesi arabi (Egitto, Arabia Saudita, Libano, Turchia…e Palestina ) aderirono alle organizzazioni militari naziste, mentre sono stati 259.000 Arabi, tra cui 9.000 Palestinesi, ad unirsi alle forze alleate! [22]

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  Al-Husseini e le SS Croate musulmane della 13ima Divisione nel 1943

Che questo Al-Husseini sia stato un personaggio esecrabile è indiscutibile – evidentemente questo non era chiaramente il parere del governo francese, che lo ha ospitato e protetto nel 1945 – ma si supera il limite quando lo si rappresenta come la “guida” dei Palestinesi …

E dedicare più spazio a costui piuttosto che al memoriale Yad Vashem o agli stessi Himmler e Goebbels – lo spazio a lui dedicato nella “Enciclopedia dell’Olocausto” è inferiore solo a quello riguardante Hitler stesso – sarebbe risibile se non fosse chiaramente una manipolazione che mira a presentare i Palestinesi come corresponsabili del genocidio nazista. [23]

[N.d.tr.: Il museo Yad Vashem o Museo dell’Olocausto è il memoriale ufficiale di Israele delle vittime ebree dell’olocausto, fondato nel 1953 grazie alla Legge del memoriale approvata dalla Knesset, il parlamento Israeliano. Il nome del museo, che significa “un memoriale e un nome”, viene dal libro di Isaia 56:5, dove Dio dice, “concederò nella mia casa e dentro le mie mura un memoriale e un nome … darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato”.]

L’ironia morbosa della storia vuole che questo mausoleo di Yad Vashem sia stato costruito sulle terre e le rovine del villaggio martire di Ein Kerem… e di fronte a quello che era Deir Yassin. [24]

Deir Yassin, questo Oradour palestinese dove, come previsto dal piano sinistro di pulizia etnica, si è messo in atto uno dei peggiori massacri di civili perpetrati nel 1948 dalle milizie sioniste.

È del tutto probabile che le guide del Memorial preferiscano non comunicare queste informazioni dopo il licenziamento di uno di loro: aveva osato parlare del massacro e della distruzione del villaggio ai visitatori. [25]

[N.d.tr.: Il massacro di Oradour-sur-Glane fu un crimine di guerra commesso il pomeriggio del 10 giugno 1944, durante la seconda guerra mondiale, nel villaggio francese di Oradour-sur-Glane, da reparti della 2ª divisione corazzata SS “Das Reich”, comandata dal Brigadeführer Heinz Lammerding, come rappresaglia per l’uccisione, da parte di alcuni partigiani, dello Sturmbannführer Helmut Kämpfe.

Durante l’azione vennero trucidate 642 persone ed il paese fu dato alle fiamme; dopo la fine della guerra questo non fu ricostruito e venne lasciato come museo memoriale all’aperto.]

 … Dei nazisti altrettanto utili : Von Braun e Himmler

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È inquietante constatare come nessun “Tribunale di Norimberga o de L’Aia” abbia mai sottoposto a giudizio alcuni (senza ombra di dubbio) complici dei massacri nazisti, specialmente i membri dei governi britannico, statunitense e canadese che “sapevano” già dal 1942, che conoscevano la messa in opera della “Soluzione Finale” e cinicamente avevano lasciato fare. .

Dopo il 1945, gli “Alleati” sono stati più che clementi con i criminali di guerra tedeschi; così si sono comportati gli Stati Uniti – ma la politica dell’URSS non era tanto diversa – che hanno accolto e protetto molti nazisti, fra cui i 4-5.000 membri della rete del generale nazista Reinhard Gehlen, diventati buoni cittadini americani e “riciclati” nella CIA! [26]

[N.d.tr.: Reinhard Gehlen (Erfurt, 3 aprile 1902 – Starnberg, 8 giugno 1979), generalmajor dell’esercito tedesco nazista, durante la Seconda guerra mondiale ha ricoperto il ruolo di capo dei servizi segreti sul fronte orientale.
Reclutato nel secondo dopoguerra dalle forze armate degli Stati Uniti d’America al fine di organizzare una rete di spionaggio contro l’Unione Sovietica, fu a capo dei servizi d’informazione della Germania Ovest fino alla fine degli anni sessanta.
La sua organizzazione, il Servizio Informazioni dello Stato, era volta alla canalizzazione delle informazioni riguardanti le nazioni allora aderenti al Patto di Varsavia ad uso dell’intelligence della NATO. Al tempo stesso, l’organizzazione svolgeva compiti d’infiltrazione nei paesi della “cortina di ferro” al fine di fomentare e sostenere movimenti di rivolta che si opponessero al controllo sovietico, e lavorava in stretta collaborazione con la CIA. L’organizzazione tedesca forniva “il personale” e la CIA i mezzi: fondi, strumentazione, dotazioni, eccetera.
In una delle operazioni più fortunate, “Operation Sunrise”, l’organizzazione riuscì ad infiltrare circa 5000 agenti anticomunisti di discendenza est-europea nel blocco sovietico. Gli agenti venivano a tal fine addestrati in un campo di addestramento specifico chiamato “Oberammergau”.
Altre azioni non furono di altrettanto successo per via della presenza di numerose “talpe” all’interno dell’organizzazione e dei servizi segreti americani (CIA) ed inglesi (MI5), in particolare Harold “Kim” Philby.
Si suppone che all’interno dell’organizzazione operassero centinaia di ex criminali di guerra nazisti e si sospetta che questo servizio segreto abbia avuto un ruolo chiave nella fuga di molti dirigenti nazisti verso il Sud America alla fine della guerra, fornendo documenti falsi e passaporti a uomini delle SS in fuga dalla Germania occupata dagli Alleati (operazione “Odessa).
Reinhard Gehlen è stato decorato il 30 aprile 1968 con la Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca.]

…Addirittura, nell’accoglierli, per alcuni di questi criminali di guerra tedeschi è stato srotolato il tappeto rosso, come per l’ingegnere e scienziato missilistico nazista Wernher von Braun [27]e tutta la sua squadra, responsabile dei lanci dei missili V2, causa di tante morti…

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Von Braun e Kennedy

 Negli Stati Uniti, von Braun ha ricoperto il ruolo di direttore del Centro dei voli spaziali della NASA e ha terminato i suoi giorni come cittadino statunitense ricoperto di onori (Hanno creato perfino un “Wernher von Braun Day”)!

… Allo stesso tempo, gli Stati Uniti avevano sbarrato i loro confini ai molti ebrei in fuga dall’orrore!

Perché il silenzio su questi crimini? Perché i criminali non sono mai stati giudicati?

Testimonianza personale…

È con stupore e tanta rabbia che ho appreso le notizie che seguono per bocca stessa di un mio ex cognato, che trascorreva giorni tranquilli a Tel Aviv (e qui è morto) con la figlia e i nipoti.

Quest’uomo era un belga SS della “Legione Wallona”. Aveva combattuto sul fronte orientale e sosteneva di aver partecipato alla battaglia di Stalingrado. [28]

Dopo la guerra, era stato imprigionato e privato a vita dei suoi diritti civili.

L’ultima volta che l’ho incontrato, ho potuto verificare che la sua ideologia non era cambiata, il suo antisemitismo si era semplicemente trasformato in odio contro gli “Arabi”.

Di qui il suo stupore quando gli ho fatto apprendere che i Palestinesi erano Semiti. [29]

Secondo le sue affermazioni, a volte egli si incontrava con qualche altro dei suoi ex “camerati”, come lui diventati cittadini di Israele.

Questa situazione non sembra disturbare il governo israeliano. D’altronde, corrisponde al vero che leader della destra estrema europea vengono ricevuti regolarmente da Lieberman e soci.

… e interrogativi essenziali  

Quando, alla fine del 2008, l’esercito israeliano ha fatto piovere la morte su Gaza durante 22 giorni – massacrando 1387 persone, fra cui 257 bambini, e provocando 5.500 feriti gravi, senza dimenticare le migliaia di edifici distrutti – non sono mancate le discussioni con amici che, mal informati dai “media ufficiali”, qualificavano ancora di “autodifesa” ciò che altri consideravano un “crimine”.

Sorgono molteplici gli interrogativi: 

“Per quale meccanismo schizofrenico una gran parte di ebrei “esterni”, soprattutto in Europa, possono identificarsi con un tale Stato?”

“È immaginabile che i cattolici possono fare lo stesso con il Vaticano? … E i musulmani con l’Arabia Saudita? …”

“Quale logica aberrante porta conquistatori brutali a considerarsi i difensori della democrazia, mentre i loro comportamenti sono universalmente riconosciuti come crimini contro l’umanità?”

“Per quale costruzione demenziale alcuni sono arrivati a farsi persuasi che siano i Palestinesi che vogliono occupare le terre degli Israeliani e che questi non fanno altro che difendersi?”

“Da dove deriva che la popolazione israeliana nasconda il viso per la vergogna e si faccia complice di un regime che tratta il popolo palestinese come se fosse composto dai nuovi “Untermenschen”, sottospecie di uomini?”

“Come fanno alcuni dei miei compatrioti a negare l’evidenza, a minimizzare sulle azioni di un regime, che ha tutte le caratteristiche di uno Stato canaglia e a dichiarare antisemita qualsiasi oppositore a questo regime criminale?”

“Che cosa impedisce loro di vedere la follia di Lieberman [30] e soci?”

Panoramica in breve

Con la miriade di villaggi militarmente isolati gli uni dagli altri, la Cisgiordania, dove vive la maggior parte del popolo palestinese, assomiglia innegabilmente alle “riserve indiane” degli Stati Uniti.

L’intero territorio è sotto il controllo dell’esercito israeliano che compie regolarmente incursioni nella Zona A povera e scarna (4% del territorio!) che, in linea di principio, dovrebbe stare sotto il controllo dell’Autorità palestinese.

La Zona B, definita mista, è in realtà totalmente controllata da Israele.

Sapendo che l’Autorità palestinese non ha alcun controllo sulla Zona C, basta guardare la carta geografica per rendersi conto che Abbas e Fatah non controllano più nulla, se non ciò che Israele decide di delegare loro, temporaneamente!

 Solo la Striscia di Gaza può ancora essere considerata un territorio sotto autorità palestinese. Oggettivamente parlando, la Striscia è stata trasformata nel “più grande campo di concentramento a cielo aperto del mondo” [31] con i suoi 1,6 milioni di persone rinchiuse in uno spazio di 360 km2 … 7 volte inferiore al Lussemburgo!

Secondo l’ONU. Questa popolazione passerà a 2,1 milioni di persone nel 2020, il che porterà la densità abitativa a 5.800 abitanti per km2 . Nell’agosto 2012, responsabili dell’ONU hanno avvertito [32] : se non verranno prese misure contro il blocco che continua ad essere imposto su Gaza, nel 2020 le condizioni di vita degli abitanti della Striscia saranno gravissime.

In Cisgiordania, Israele continua ogni giorno a rubare l’acqua, a demolire case ed a espellere Palestinesi per l’installazione di colonie. A Gerusalemme Est, il regime sviluppa la giudaizzazione cacciandone gli abitanti, sotto l’occhio complice degli Stati Uniti e dei paesi dell’Unione europea.
Una delle tecniche utilizzate per accaparrarsi le terre è di dichiarare per decreto che questo campo o quel oliveto devono diventare zona militare.
Una volta che gli occupanti legittimi vengono espulsi, l’esercito decide che l’area non è più una zona militare E la cede ai coloni!

Inoltre, bisogna ricordare la presenza di questo muro vergognoso (760 km previsti) che invade le terre dei Palestinesi. Una volta completato, il 9,5% della Cisgiordania sarà parte integrante di Israele! [33] e gli abitanti palestinesi saranno privati dei loro raccolti, non potranno avere libero accesso ai loro pozzi e non potranno raggiungere liberamente le loro famiglie. In certi casi – Al Walaja [34] con i suoi 2000 abitanti è l’esempio più conosciuto – il villaggio è completamente circondato da questa muraglia.

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  Al Walaja, Villaggio/Prigione (http://rexistance.blogspot.com)

Nel 2004, Israele è stato condannato dalla Corte internazionale di giustizia dell’Aia.

Il Tribunale ha imposto la distruzione del muro ed inoltre lo smantellamento delle colonie insediate al di là della Linea Verde del 1967 … Israele ha risposto con disprezzo, continuando ad erigere la barriera e accelerando la colonizzazione della Cisgiordania!

E questo è pur vero che, come Sharon ha proclamato, : “Israele ha il diritto di mettere gli altri sotto processo, comunque certamente nessuno ha il diritto di giudicare il popolo ebraico e lo Stato di Israele”. [35]

Chi può ancora credere per un attimo che questo muro abbia come obiettivo quello di prevenire gli attacchi terroristici, quando sappiamo che è ben lontano dall’essere “ermetico”?: ogni giorno, circa 15.000 lavoratori palestinesi lo attraversano clandestinamente per farsi sfruttare come lavoratori “illegali” … e sottopagati, ovviamente.

La pulizia etnica non è mai cessata dal 1947 … È sistematicamente e con metodo imposta!

Rudi Barnet

 
Seguirà “Memento 2”:

I Palestinesi sono solo degli animali che camminano su due gambe”

Note

[1] Radio del CCOJB, Comité de Coordination des Organisations Juives de Belgique, movimento sionista belga di destra, equivalente al CRIF francese, Conseil Représentatif des Institutions juives de France.

[2] Psicosi delirante cronica caratterizzata da una discordanza nel pensiero, nella vita emozionale e nel relazionarsi con il mondo.

[3] Semplice esempio di questa “letteratura” (tra decine di testi pubblicati sui siti sionisti):
“D’ora innanzi bisognerà utilizzare, con queste bestie selvagge, il metodo “safari”: una prima squadra arriva sul posto con fucili dotati per lanciare siringhe anestetizzanti…e si spara fino a quando il branco ostile viene neutralizzato; una seconda squadra mette in sicurezza un’area perimetrandola per dissuadere gli altri animali selvaggi ad avvicinarsi; la terza squadra, formata da veterinari, tratta gli “animali” a terra in modo da garantire a termine la loro “rimessa sulle zampe”!
(Gérard Pierre su “JSSNews” del 18/5/2012)

[4] Organizzazione sul modello della CIA, responsabile di omicidi multipli, rapimenti, attentati, avvelenamenti, ecc. Leggere : Claire Hoy e Victor Ostrovsky, “Mossad, un agent des services secrets israéliens parle” (Presses de la Cité, 1990)

[5] Jacob Cohen “Le Printemps des Sayanim – La primavera dei Sayanim” (Editioni l’Harmattan, 2010) e “Info-Palestine” del 4/9/2012

[6] 752.048 persone secondo un censimento inglese del 1922 e più di un milione nel 1944 secondo la “Palestinian Academic Society for the Study of International Affaire”.

[7] “Le Nettoyage Ethnique de la Palesatine – La pulizia etnica della Palestina” di Ilan Pappe (Fayard, 2006)

[8] “Emet me-Erez Yisrael” (La verità su Erez Israël) di Ahad Ha-am (Asher Hirsch Ginsberg)

[9] Edwin Black, “L’Accord de Transfert : L’histoire non-dite du pacte secret entre le Troisième Reich et la Palestine Juive – L’Accordo di Trasferimento: la storia non-detta del patto segreto fra il Terzo Reich e la Palestina Ebraica
(New York : Macmillan Publishing Co. Londres : Collier Macmillan Publishers, 1984)

[10] “Holocaust : The uses of Disaster – Olocausto: lo sfruttamento della Catastrofe” di Boas Evron, giornalista e scrittore israeliano (Radical América 1983)

[11] Victimes, Histoire revisitée du conflit arabo-sioniste” di Benny Morris (EditionsComplexe, 2003)

[12] “Simon Wiesenthal, l’homme qui refusait d’oublier – l’uomo che rifiutava di dimenticare“ di Tom Segev (Liana Levi)

[13] Nato in Ucraina, fondatore del gruppo “Bétar” e della Legione Ebraica, principale ispiratore politico dell’Irgoun, l’esercito clandestino sionista, responsabile di attentati contro l’occupante britannico e di omicidi di civili palestinesi.

[14] Movimento della gioventù para-militare giudaica radicale, sionista, di estrema destra

[15] Agenzia Ebraica, creata nel 1929, si tratta di fatto del governo della popolazione ebraica palestinese.

[16] Encyclopedia Judaica 2008

[17] Questo gruppo (denominato anche “Lehi”) era chiaramente di estrema destra. Proponeva uno Stato israeliano fondato sui principi del fascismo italiano (leggere http://fr.wikipedia.org/wiki/Lehi)

[18] Nathan Yalin-Mor, “Histoire du Groupe Stern“ (Presses de la Renaissance,1978) e Charles Enderlin, “Shamir“ (edizioni Olivier Orban, 1991)

[19] Servizi segreti d’Israele (sul modello della CIA)

[20] Discorso ai coloni ebrei (New York Times del 1/4/1988)

[21] Traduzione su “en.wikipedia.org/wiki/File:SternGang-Doc-Nazi-Collaboration

[22] “Les Arabes et la Shoah” di Gilbert Achcar, professore all’Universita di Londra (Actes Sud 2009)

[23] “Le grand Mufti, les Palestiniens et les nazis” (Dominique Vidal, Monde Diplomatique di dicembre 2009)

[24] Ziyad Clot: “Il n’y aura pas d’Etat palestinien – Non ci sarà mai uno Stato palestinese” (Max Milo Editions)

[25] “Haaretz” del 23/4/2009

[26] Frank Garbely e Jean-Michel Murice: “Le système Octogon” (Maha Productions 2008)

[27] Pierre Durand: “Du nouveau sur le passé nazi de Wernher von Braun – Delle novità sul passato nazista di Wernher von Braun ” (L’Humanité del 3/2/1997) e “La Libération (26) : Dora, enterré deux fois” di Morice (“Agoravox” del 23/6/2011)

[28] Un detrattore sionista mi ha informato che la “Legione Wallona”” non è mai stata a Stalingrado … pertanto questo rexista era un fanfarone! (N.d.tr.: il rexismo era un movimento fascista belga, nato in ambiente cattolico negli anni Trenta e condannato dalla Chiesa, che collaborò con i nazisti durante l’occupazione)

[29] Un semita è uno che parla una lingua semitica (araba, aramaico, ebraico…) ed è originario del Vicino Oriente.

[30] Originario della Moldavia, è emigrato in Israele nel 1978.

[31] Secondo il vocabolario: luogo chiuso di grandi dimensioni creato per raggruppare e detenere una popolazione considerata come endemia

[32] “Le Parisien” del 27/8/2012

[33] Laurent Zecchini in un suo articolo: “Prières contre le mur de Crémisan – Preghiere contro il muro di Cremisan” (Le Monde del 19-20 agosto 2012)

[34] Vedere il reportage “La battaglia di Al Walaja” (www.france24.com/fr/20100723)

[35] Alla BBC il 25/3/2001

http://www.michelcollon.info/Memento-1-Le-genocide-n-est-pas.html?lang=fr

(Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)

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